Duro, raggelante e senza sconti, Venere nera racconta la vicenda di Saartjie Baartman, la cosiddetta Venere Ottentotta, una donna africana appartenente al popolo dei Khosan realmente esistita agli inizi dell'Ottocento e portata in Europa dal suo padrone Caesar, per essere esibita come una schiava e un fenomeno da baraccone nelle fiere per le sue peculiari caratteristiche fisiche.
Per questa cupa discesa nelle vicende di un'icona dei bassifondi, utilizzata anche come oggetto sessuale e poi di studi per gli scienziati, Abdel Kechiche (già regista di Cous Cous) ha scelto un'attrice non protagonista come Yahima Torrès, affiancandola a star francesi come Olivier Gourmet. Ne esce un film potente, una violenta denuncia contro la prepotenza, l'ignoranza e la spietatezza umana nei confronti della diversità.
Nella norma l'audio, un dolby digital multicanale che fa lavorare soprattutto il centrale, restituendo comunque dialoghi chiari e comprensibili. Discreta nelle scene più affollate la spazialità, anche se a essere apprezzabile è soprattutto l'apertura dell'asse anteriore, mentre i rear, pur presenti, sembrano sempre un po' troppo timidi.
Purtroppo sul versante dei contenuti speciali troviamo solamente il trailer.