Aveva colpito nel segno all'ultimo Festival di Venezia Daniele Gaglianone: il suo Ruggine è infatti un dramma cupo ma sentito, che riesce a viaggiare con efficacia tra passato e presente, soprattutto nel sottolineare come le ferite e il male subiti o comunque vissuti nell'infanzia, lavorano come la ruggine sui metalli e logorano anche chi nel frattempo è diventato adulto: le cicatrici di quelle esperienze sono indelebili e conviverci è difficile.
Tratto dall'omonimo romanzo di Stefano Massaron, Ruggine narra la storia di un gruppo di bambini che negli anni Settanta condividono un'esperienza terribile nella periferia degradata di Torino, dove sbarca un medico stimato dal quartiere, ma dietro al quale si nasconde il male assoluto. Parallelamente, il film segue anche le vicende quotidiane di tre protagonisti alcuni decenni dopo, da adulti. In un film che spicca anche per lo stile davvero personale di Daniele Gaglianone, da sottolineare l'interpretazione di un bravo e oscuro Filippo Timi, nel cast anche Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea e Valeria Solarino.
Il DVD targato Fandango è di buona fattura tecnica e soddisfa anche sul piano dei contenuti speciali. Il video è pulito e quasi sempre soddisfacente, nonostante alcune situazioni piuttosto difficili a livello di luminosità. Nelle scene più scure, a parte un aumento non allarmante del rumore video, il quadro infatti si mantiene abbastanza compatto e comunque discretamente dettagliato. Nelle scene all'aperto la definizione è superiore e appagante soprattutto sui primi piani, meno sui fondali o nelle panoramiche, che pagano un po' troppo dazio alla compressione. Buono invece il croma, sempre vivido e privo di sbavature.Ancora più convincente il reparto audio, un dolby digital multicanale che rende merito al lavoro effettuato sul sonoro, ricco di sfumature inquietanti che coinvolgono con grande efficacia l'asse posteriore, oltre a offrire un'ottima spazialità anteriore, anche a livello di ambienza. Un audio quindi perfettamente adeguato al film, con dialoghi dal buon timbro, la cui unica difficoltà è quella di percepire chiaramente il dialetto parlato da alcuni bambini.
Buono anche il reparto extra. C'è innanzitutto un'interessante intervista al regista Gaglianone (13 minuti circa), seguito dal trailer, dal videoclip Le luci della centrale elettrica e da un breve backstage (5'). Ci sono poi quasi un quarto d'ora di scene tagliate (avviando queste, a seguire ci sono anche gli altri contenuti speciali, visibili comunque anche singolarmente), un'altra dozzina di minuti di ciak sul set e poi i momenti del film riguardanti i tre protagonisti da adulti visibili tutti insieme.