Una digressione sul mondo del lavoro travestita da slasher, ma anche una satira sulle dinamiche aziendali, e su quanto (spesso) siano estremizzate, sopravvalutate, e ridicole nel loro essere. Le premesse ci sono, eccome. Tuttavia Il convegno dello svedese Patrik Eklund si arrovella in un inizio estremamente verboso, facendo perdere l'abbrivio giusto. Lo diciamo all'inizio della nostra recensione perché, a giudicare dal plot e dalle intenzioni, il film si rivela un tentativo a metà, delineato in un'attenzione circoscritta che, ben presto, si esaurisce. La riflessione che torniamo dunque a fare è: forse è meglio un film in meno nei cataloghi streaming, e una maggior cura nella scelta?
Il catalogo in questione è quello di Netflix, che accoglie Il convegno in tempo per Halloween, puntando dritto alla top 10. Lecito, pure perché il tono del film, visivamente interessante e suggestivo, si presta al ruolo, e alla dimensione, da visione totalmente rilassata e disinteressata, facendo però decrescere il già basso livello d'attenzione in relazione a prodotti simili. Potrebbe esserci un problema di contesto, e di materiale originale. Il film di Eklund infatti è tratto dall'omonimo romanzo di Mats Stranberg che, in Svezia, viene definito come "lo Stephen King del freddo". Ci verrebbe da dire che anche nel Maine fa molto freddo, ma l'accostamento - a giudicare dal film - risulta probabilmente eccessivo. Come detto, peculiarità principale sta nel fatto che il film mantiene vivo un doppio binario, almeno fino alla deflagrazione sanguinolenta che chiude il cerchio nell'ultima mezz'ora.
Il convengo, la trama: un team building da horror...
Un'esplosione finale, a tratti splatter, che viene innescata dal contesto, fondamentale per il genere slasher, a cui ambisce Il convegno. Un titolo che è tutto un programma, racchiudendo la trama del film: in un piccolo paese sulle rive del lago Kolarsjön si riunisce un gruppo di dipendenti comunali, a lavoro su un controverso piano edilizio non esente da polemiche. Ma la riunione serve anche per fare il classico team building: cooperazione tra reparti, cura dei rapporti, fiducia reciproca, rispetto, impegno. Insomma, le solite - e ipocrite - skills che vengono sciorinate in sede di colloquio, per poi essere puntualmente tradite nel diretto operato.
Il convegno, da questo punto di vista, rielabora in chiave divertita il concetto di lavoro contemporaneo, senza esentare la narrazione diligente dei paesi nord-europei. Tuttavia, la riunione diventerà per i partecipanti una sorta di corsa alla sopravvivenza: uno spietato killer mascherato inizia la sua mattanza, eliminando i presenti, uno ad uno. Chi si cela dietro la maschera? E soprattutto, il folle omicida mascherato, ha a che fare con la corruzione che serpeggia tra gli impiegati?
Uno slasher sul mondo del lavoro
Slasher, ma anche una sorta di escape room (senza via d'uscita) quella affrontata dal cast corale de Il convegno (diversi volti noti svedesi, tra tutti la protagonista Katia Winter che abbiamo già visto in The Boys e Dexter), messo costantemente alla prova da un pazzoide che, c'è da dire, risulta efficace nella sua concezione pop. Il punto, però, è che la sceneggiatura per buona parte del film prosegue un lavoro svogliato, dalla narrativa poco attraente e pre-stabilita, nonché prevedibile nelle dinamiche e nelle svolte. La cornice di un team building è intuizione notevole, e con essa la declinazione del gruppo di lavoro, rimarcato volutamente da una serie di cliché che identificano al meglio il discorso generale, ridicolizzando l'ideale contemporaneo di lavoro di squadra.
Una squadra incapace di scendere a compromessi, ossessionata ed egocentrica, poco aperta a quella condivisione e a quell'unione che dovrebbe contraddistinguere un lavoro di gruppo. Su questa scia, la satira prova a mordere l'attualità e il pensiero sociale, immaginando il killer mascherato come una sorta di deus ex machina, risultando eccessivamente contorta e prolissa. Certo, poi potremmo citare una buona messa in scena e un buon livello di casting, ma l'indole slasher, rivolta ad un pubblico di appassionati, si disperde nell'indecisione generale, arrivando stanca nel convulso e truculento finale. Peccato.
Conclusioni
In conclusione, Il convegno, slasher in streaming su Netflix, parte da un buon presupposto finendo però per farci esaurire l'attenzione. Una prima parte troppo prolissa, e un killer sfruttato per essere espediente satirico per raccontare le ossessioni moderne del mondo del lavoro.
Perché ci piace
- La maschera del killer!
- La satira sul lavoro.
Cosa non va
- Prolisso nella prima ora.
- Troppi personaggi?
- L'interesse si disperde velocemente.