Quello che lascia la visione non è solo l'interessante ritratto di un personaggio, ma anche la descrizione di un fenomeno come quello dei cineclub ed un'acuta riflessione su un'epoca diversa dalla nostra e sull'importanza culturale di un'attività nata da una grandissima passione.
Ricordate quando non c'erano i blu-ray, i DVD ed i canali tematici? E prima ancora le VHS? Ricordate quanto fosse difficile guardare film, soprattutto i classici del passato, e farsi una cultura cinematografica?
Un'epoca non lontanissima in termini di anni, ma distante millenni in quanto ad opportunità; un periodo in cui i cinefili italiani dovevano affidarsi a festival e rassegne, ma soprattutto ai cineclub che da un certo momento in poi sono fioriti in diverse città del paese.
Un preambolo, il nostro, che ci serve ad introdurre una figura interessante, parallela al mondo del cinema italiano, celebrata al Lido in occasione del Festival di Venezia 2012, nel documentario L'uomo che amava il cinema, incentrato sulla originale figura di Piero Tortolina, ingegnere con la passione del cinema, collezionista incallito di pellicole originali e spesso rare, rintracciate in tutti i modi possibili, da cantine e ripostigli a distributori o esercenti che non le avevano mandate al macero.
Un'attività ai limiti del legale, spesso anche oltre quei limiti probabilmente, che ha dato il via anche alla sua collaborazione col Cinema1 di Padova, dove ogni giorno venivano proiettati un paio di film diversi, per tutta la durata della gestione di Tortolina, terminata per divergenze. Ma il suo contributo non si fermava alla sola Padova e poco per volta dalla sua collezione iniziarono a partire film per cineclub anche di altre città, rendendolo tra le principali fonti per la diffusione della cultura cinematografica negli ambienti cinefili di quegli anni, contribuendo anche come redattore al dizionario del cinema di Einaudi. La stessa sua passione, però, lo spinse a vendere il suo immenso catalogo a qualcuno in grado di preservarlo e non solo sfruttarlo, qualcuno come la cineteca di Bologna.
Quella di Tortolina è una storia che Marco Segato racconta con esaustiva precisione ne L'uomo che amava il cinema, accompagnando l'enunciazione dei fatti a porzioni di interviste allo stesso protagonista del documentario ed altri che orbitavano nel suo ambiente o lo avevano conosciuto, come Carlo Mazzacurati ed Enrico Ghezzi, oltre a brevi estratti da alcune delle opere citate.
Quello che lascia la visione non è solo l'interessante ritratto di un personaggio, ma anche la descrizione di un fenomeno come quello dei cineclub ed un'acuta riflessione su un'epoca diversa dalla nostra e sull'importanza culturale di un'attività nata da una grandissima passione.