Il ricchissimo Concorso di Venezia 78 era entrato nel vivo con il suo secondo giorno di proiezioni, quando è stato presentato Il collezionista di carte, diretto da Paul Schrader, che racconta una capitolo oscuro della Storia americana - i fatti di Abu Ghraib - attraverso la testimonianza di un ex soldato americano, interpretato da Oscar Isaac, che dopo aver scontato anni di carte carcere si dà al gioco di carte, diventando un professionista di poker. Paul Schrader ha aperto la conferenza stampa di presentazione del film sottolineando quanto sia importante per lui parlare nelle sue opere di problemi che abbiano un peso nella società in cui viviamo: "Cerco di farlo in tutti i miei film. Il vero problema è che nella nostra società c'è una forte mancanza di responsabilità. Il protagonista di questa storia ha scontato la sua pena ma non si è perdonato. Quello che ha fatto non è solo un crimine, ma una macchia nella storia della nazione, qualcosa di davvero imperdonabile. Era giusto raccontarlo."
Oscar Isaac interpreta William Tell, un soldato scelto che torturava i prigionieri di guerra nella prigione di Abu Ghraib, in Iraq. Una parte difficile che ha richiesto una grande ricerca e l'attore ha definito il suo personaggio come uno dei più misteriosi che ha interpretato: "Mentre leggevo la sceneggiatura per la prima volta non sapevo che strada avrebbe preso la storia, non sapevo come si sarebbe comportato, quali fossero le sue motivazioni. Non riuscivo a prevedere nulla."
Un protagonista dal passato difficile
Uno ruolo particolarmente importante in questa storia è ricoperto dal gioco d'azzardo, William diventa infatti un giocatore di poker professionista, spinto anche dalla volontà di aiutare il giovane Cirk (Tye Sheridan), un ragazzo con alle spalle un passato traumatico. Alla domanda su che cosa significa per loro il gioco d'azzardo, Isaac e Tiffany Haddish, che interpreta l'agente di William, La Linda, hanno risposto in modo molto simile: "Ho scommesso quando mi sono giocata l'affitto per pagarmi la scuola di recitazione, sono stata per un po' senza casa, ma è servito. Guardate dove sono ora!", ci ha detto Haddish, ridendo. Anche Oscar Isaac ha scommesso sul suo futuro: "_Mi sono trasferito a New York per seguire il mio sogno di diventare attore. Ho tentato il tutto per tutto senza un piano b."
Poter finalmente prendere parte ad un film di Paul Schrader è stata una vera conquista per Isaac, uno dei suoi primi provini - per un film che poi non è stato realizzato - è stato infatti proprio con lui: "Io e Paul siamo rimasti in contatto, dopo aver visto First Reformed ho capito che dovevo assolutamente lavorare con lui. Quando mi ha scritto dicendomi che mi voleva per un suo film gli ho detto che l'aspettavo da moltissimo tempo. È stata una grandissima emozione."
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Un film che racconta una Storia difficile
Visto lo spunto che da il via alla storia, i momenti di forte violenza sono numerosi. Si è però cercato di portarli sullo schermo sempre con un certo tatto. Non si è cercata nemmeno un'eccessiva aderenza storica, Schrader ha infatti sottolineato: "L'Abu Grahib reale non è come l'abbiamo rappresentata, avevamo immaginato una sorta di labirinto che scaturisce dalla mente del personaggio. Non volevamo rifare la Storia, non gli avremmo reso giustizia. Il nostro film non è Zero Dark Thirty, volevamo creare una memoria distorta di quel che rimane." Rappresentare quel tipo di violenza è stato difficile, il contributo degli stunt per questo è stato fondamentale: "Ci hanno permesso di lavorare in totale sicurezza" ha commentato Isaac. "Nelle scene più crude cercavo di immedesimarmi in un soldato che è convinto di fare del bene per il suo paese, sprofondando nella follia di quel momento. È stato molto forte e per nulla semplice."
Il collezionista di carte, la recensione: Il gioco d'azzardo dell'esistenza
Vista la lunga collaborazione, ed anche la profonda amicizia, che lega Schrader a Martin Scorsese la domanda è sorta spontanea: il grande cineasta ha in qualche modo contribuito al film? Il regista del Il collezionista di carte ha risposto che no, in questo caso non c'è stata la collaborazione di Scorsese, ma ha chiuso la conferenza dicendo: "Ci siamo promessi che lavoreremo ancora insieme."