Il cinema è Sepolto, ma vivo
Non si sa niente di Paul Conroy, solo che si è risvegliato dopo aver perso i sensi e si è ritrovato al buio, rinchiuso in una cassa di legno sotto le sabbie del deserto iracheno. Di lavoro fa il trasportatore per una società americana e dopo un'imboscata si ritrova sepolto vivo, con poca aria a disposizione, un telefono cellulare con l'impostazione sulla lingua araba, un accendino e un'ansia terrificante che non gli permette di ragionare lucidamente. Chi lo ha messo in quella cassa? Cosa vuole in cambio della libertà? Chi chiamare per fare in modo di guidare i soccorsi verso il punto in cui è sepolta la cassa? C'è di mezzo un intrigo politico-istituzionale? Il perchè, il come, il dove e il quando non sono importanti, quel che è importante è riuscire a capire come uscire vivo da quell'incubo. L'unico mezzo a disposizione di Paul è il telefono, uno strumento oggi indispensabile ma che si rivela inaspettatamente limitato.
Le idee migliori nascono sempre da qualcosa di primordiale e di semplice, e a volte le storie più efficaci non sono quelle con tanti personaggi o con tante evoluzioni narrative, anzi il contrario. Buried - Sepolto ne è la dimostrazione, perchè si tratta di un film interamente ambientato e girato in una cassa di legno. Humor nero, ironia e un'accentuata critica sociale al 'sistema' e intrattenimeno dei più elettrizzanti racchiusi in un film 'pruriginoso' che instilla nervosismo nello spettatore, che lo fa fremere sulla poltrona tale è il coinvolgimento psico-fisico nella vicenda dello sfortunato protagonista. Un film difficile da realizzare, ma che Rodrigo Cortes è riuscito a mettere in scena senza troppi problemi e con una naturalezza e un realismo davvero rari al giorno d'oggi senza l'impiego di budget importanti. Accelerazioni, pause di riflessione e attimi di panico puro si alternano in maniera convincente lasciando spazio ad inattesi capovolgimenti di fronte e colpi di scena a dir poco impensabili, considerato lo spazio ristretto di azione che avevano sia il regista che l'attore. Uno script, quello di Chris Sparling, che non dà il tempo nè di annoiarsi nè di pensare a quel che accadrà alla fine, perchè quel che accade in presa diretta è in ogni istante sempre maledettamente ipnotizzante. E' Buried - Sepolto il piccolo film indipendente che ha stregato il Sundance ed ha fatto parlare di sè in tutto il mondo senza che si sia ancora mai nominato la parola remake. Pur essendo diretto da un regista spagnolo prodotto da una piccola casa di produzione spagnola, la Versus Entertaiment di Adriàn Guerra, il film è infatti arrivato in ogni angolo del pianeta grazie ad una faccia famosa, quella di uno degli attori più belli e interessanti di Hollywood, qui impegnato nella sua prima performance drammatica da assoluto protagonista. Parliamo di Ryan Reynolds, il fascinoso protagonista di questo agghiacciante thriller che in un solo colpo si libera dai cliché e dalle scorie sentimentaloidi dei suoi lavori passati, trascinando lo spettatore in una spirale di angoscia mista a smarrimento rara da trovare nelle pellicole di genere degli ultimi anni. Burocrazia, politica e incomunicabilità nell'era dell'ipertecnologia. Un film che scuote nel profondo e restituisce un'analisi inquietante della realtà odierna ponendo l'accento sull'assurdità dell'animo umano e della guerra. Buried - Sepolto vi inghiottirà letteralmente, vi terrà col fiato sospeso dal primo all'ultimo minuto grazie alla caparbietà del giovane spagnolo Rodrigo Cortes, spinto dalla sua passione per il cinema, dall'entusiasmo per le nuove idee e contraddistinto da uno sguardo originale ed innovativo. Buried è uno dei sempre più rari miracoli del cinema moderno, per questo meriterebbe il destino toccato a molti altri piccoli film indipendenti costati pochissimo ma rimasti incollati alle vette di tutti i box office del mondo. Pensiamo a The Blair Witch project e a Paranormal Activity, tanto per fare due esempi, opere piccole frutto di idee geniali che hanno imperversato in termini di battage pubblicitario e hanno letteralmente 'stregato' il grande pubblico. Gli auguriamo la stessa sorte, a coronamento di un sogno di gruppo, quello formato da uno sceneggiatore, un regista, un produttore e un attore che hanno creduto in loro stessi e hanno confezionato un intrattenimento interamente costruito sul talento che racchiude nel finale il segreto del suo successo. Fermo restando che la luce all'uscita dalla sala al termine della proiezione vi apparirà oltremodo liberatoria.Movieplayer.it
4.0/5