All'incontro stampa che segue la presentazione di Alatriste, kolossal cappa e spada che ha ottenuto un notevole successo in Spagna ma non altrettanto presso la stampa accreditata alla Festa di Roma, sono presenti Viggo Mortensen, Eduardo Noriega, Agustin Diaz Yanes, Ariadna Gil e il nostro Enrico Lo Verso.
Una domanda per il regista: come è stato il rapporto con l'autore dei libri dedicati a questo personaggio, Arturo Pérez-Reverte? Avete cercato di fare il miglior film possibile o avete cercato di non di deludere i fan?
Agustin Diaz Yanes: E' stato un film difficile da realizzare, anche perchè in Spagna non abbiamo una tradizione per fare film del genere. Con Pérez-Reverte abbiamo collaborato in assoluta armonia e siamo tuttora buoni amici.
Noriega, come si è trovato a interpretare un ruolo di villain?
Eduardo Noriega: E' sempre molto interessante fare i cattivi, perchè c'è maggiore attrazione tra il pubblico e i personaggi negativi, sono personaggi che ci attraggono, che non possiamo essere, ma magari vorremmo essere. In Alatriste nessun personaggio è totalmente buono o totalmente cattivo.
Viggo Mortensen, lei interpreta un genitore che suo malgrado si trova a dare l'esempio e a fare da mentore. Questo ruolo l'ha fatta riflettere sul tema della paternità?
Viggo Mortensen: Io sono un padre, ho un figlio già grande, che ha appena finito la scuola superiore e sta per andare al college. Come tutti, ho fatto degli errori: ogni relazione tra padre e figlio è un'avventura, non si può sapere cosa succederà. Penso che la cosa importante sia quello che si fa e non quello che si dice, anche se siamo stanchi o stressati dobbiamo cercare di fare le cose che vorremmo facessero i nostri figli.
Guardando la locandina di Alatriste si potrebbe pensare al classico film in costume, cappa e spada, un film ambientato nel diciassettesimo secolo, ma questo film non è solo questo, è sui personaggi, sulle loro relazioni, è un film molto complesso.
Sono d'accordo sul fatto che i personaggi hanno mille sfaccettature, infatti Alatriste all'inizio non è contento di essere costretto ad allevare il figlio dell'amico, non si ritiene, e a ragione, una persona tagliata per fare il padre, ma comunque ci riesce e cerca di essere un buon esempio.
Diaz Yanez, perchè Mortensen? Perchè sa parlare spagnolo o perché era interessato a lui come personaggio?
Agustin Diaz Yanes: Viggo è un grande attore, mi piaceva l'idea di lavorare con lui e penso fosse davevro perfetto per questo ruolo, non so voi ma non riuscirei a immaginare Alatriste se non con il suo volto.
Siamo stati fortunati. E' diventato un grande amico, ci ha insegnato molto grazie alla sua esperienza e al suo talento. Quanto al suo spagnolo, non lo parla neanche così male, e poi ha l'accento argentino!
E da dove viene quest'ottimo spagnolo con l'accento argentino?
Viggo Mortensen: E' l'accento di un grande tifoso dell'Atletico San Lorenzo de Almagro, di Buenos Aires.
Come mai questa predilezione per i ruoli di eroe/guerriero/avventuriero?
Viggo Mortensen: Non cerco questo tipo di personaggi, da appassionato di cinema mi piacciono i film e voglio poter credere in quello che vedo sullo schermo. Mi piace essere sorpreso e non sapere come andrà a finire. Se il film è fatto bene e ben interpretato, anche se hai letto il libro da cui è tratto, non saprai come va a finire. Penso che anche questo film possa essere così, anche se si è letto il lavoro di Perez-Reverte.
Quando leggo una sceneggiatura, se leggo che è una persona terribile, mi chiedo per prima cosa, quando non è terribile? Perchè viene fatta quest'affermazione? In tutti i personaggi ci sono sfumature e contraddizioni, che sia un ruolo grande o piccolo, ed è sempre possibile apportare qualcosa di nuovo anche ad un ruolo simile ad uno già interpretato. Basti vedere in quanti modi è stato interpretato Amleto.
Cosa ne pensi della lealtà del personaggio nei confronti del Re, Alatriste è un cavaliere?
Viggo Mortensen: perchè è leale al Re? Non credo che il suo valore sia la cavalleria, ma l'amicizia e la fedeltà alla parola data. Alatriste non combatte davvero per il suo Re ma per i suoi amici e perchè è un uomo di parola. Non lo vedo differente da soldati che sono ora in Iraq, non sono lì per la bandiera o perchè gliel'ha detto il Presidente, sono lì perchè ci sono i loro amici e perchè hanno dato la loro parola, non lo fanno per il loro paese.
Hanno capito che non è stata una buona idea, grazie alla comunicazione che una volta non c'era, ma sono lì.
Alatriste è un film di attori e interpretazioni, ognuno di voi rappresenta molte sfaccettature diverse di qualcosa di qualcosa di molto forte. Cosa hanno chiesto da voi questi personaggi?
Eduardo Noriega: Io sono il contatto con il potere per Alatriste. Yanes mi ha chiesto di essere diverso dagli altri personaggi in tutto, come parlo, mi muovo e mi comporto per rendere evidente la differenza. Allora le differenze di classe erano insormontabili, se eri povero lo eri per sempre, se eri ricco lo rimanevi fino alla fine. Quindi ho lavorato molto sulle espressioni e sulla gestualità.
Enrico Lo Verso: Quando si crea un personaggio, sono tante le cose che lo creano. Per la prima volta in vita mia alla prova costumi ho pianto di commozione per la cura e lavoro di quegli abiti, di cui si è occupata l'altra italiana del film, Francesca Sartori. E poi la prima sfida l'ho dovuta affrontare con il maestro d'armi, che quando mi ha visto ha detto "No, con questa faccia non puoi fare il cattivo".
Era un'emozione incredibile vedere la gente lavorare come se stessero contribuendo ad un monumento, qualcosa di importante per tutti gli spagnoli, con grande amore. E poi vedevo i migliori attori di spagna, attori che conocevo da anni per i loro film, mi sono sentito privilegiato. Mi è spiaciuto non avere scene con tutti loro, ma sono stato felicissimo di recitare con Viggo, un grande nemico e compagno di giochi.
Ariadna Gil: Io interpreto un'attrice, e noi attori abbiamo una vita molto differente da quella degli altri, oggi rispetto ad allora siamo meno condizionati, prima sicuramente non c'era per molti la possibilità di scegliere come vivere e amare. Il rapporto tra Maria e Alatriste è sincero e maturo, anche se comunque condizionato tanto che non possono vivere insieme anche se lo vorrebbero.