Il Camorrista - La Serie sembra un prodotto dei giorni nostri, almeno nella versione restaurata e rimaneggiata proposta in esclusiva alla Festa del Cinema di Roma 2023, in attesa del suo arrivo in tv e su piattaforma. Lo hanno detto tutti i presenti in occasione dell'anteprima di due dei cinque episodi che la compongono. Il serial ha davvero un iter singolare: fu girato contestualmente alla realizzazione dell'omonimo film a suo tempo prodotto da Titanus Produzione e ReteItalia e uscito nelle sale nel 1986, ovvero Il Camorrista, esordio alla regia di un 27enne Giuseppe Tornatore. Le puntate però purtroppo non poterono andare in onda e furono addirittura perdute per qualche anno, prima di riaffiorare alla luce.
"La gente non ci crede e non riesce a comprendere che non ho voluto fare una serie ora, adattandola dal mio film d'esordio, ma si tratta di un prodotto che avevo montato, confezionato e consegnato nell'85. Una volta ritrovate le puntate negli archivi della Titanus, mi è stato chiesto di migliorare la qualità del prodotto come potevamo, dal suono mono siamo passati al 5.1, dal colore praticamente perduto -era tutto rosso- abbiamo utilizzato un nuovo master, una nuova color correction, un nuovo missaggio. Ho anche effettuato qualche piccolo taglio rendendo gli episodi vicini ad un minutaggio più in linea coi nostri tempi. Certamente un lavoro che non mi sarei mai aspettato di fare, perché capita di rivedere i propri esordi ma non di poterci rimettere mano per correggerli (ride). Io vi ho trovato solo che difetti essendo la mia opera prima ma anche la passione della giovinezza, di quel ragazzo dietro la macchina da presa".
Il cast
Il cast de Il Camorrista - La serie era variegato e stellare per l'epoca, e ovviamente legato necessariamente al lungometraggio. Leo Gullotta è il commissario Iervolino e ricorda così l'esperienza: "Il Camorrista raccontava qualcosa di nuovo per l'epoca, che stava avvenendo nella realtà senza discostarsene, tra brigate rosse, uccisioni, politici, servizi segreti. (Ri)guardare tutto questo oggi è un modo per riflettere, per vedere le cose con altro occhio ed entusiasmo grazie al tempo trascorso. Ha anticipato i tempi di oggi dove la serialità va per la maggiore. La gioia di questo lavoro è poterlo fare con chi ci crede. Rivedere quei fatti raccontati rappresenta una sorta di storico".
Marzio Honorato alias Salvatore Lo Russo racconta invece un aneddoto sul casting: "Fui preso perché il direttore del casting mi disse che non avrei avuto la parte se avevo già fatto un film sulla mafia. Purtroppo siamo rimasti in pochi degli attori originali ma è una fortuna per noi che siamo ancora qui. È questo che mi affascina del nostro mestiere: non finisce finché non ce la fai più o non vai all'altro mondo". Sempre a proposito di casting, Nicola Di Pinto aveva fatto il provino per un altro personaggio ma poi fu chiamato da Tornatore per essere Alfredo Canale: "Mai avrei pensato di interpretare un protagonista o un co-protagonista, vi lascio immaginare il piacere e la sorpresa. Un personaggio che mi sono portato sempre dietro, al punto che mi chiamano Don Alfredo per strada, specialmente da Napoli in giù!"
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Come Tornatore fece Il Camorrista
Giuseppe Tornatore era solo un ragazzo, 27enne, aveva realizzato solamente dei documentari e collaborato al film Cento giorni a Palermo di Giuseppe Ferrara, non aveva un curriculum tale che gli consentisse di avere dei contatti. Avrebbe voluto Gian Maria Volontè nella parte del Professore ma ebbe la fortuna di conoscere l'agente di Ben Gazzara, Vittorio Squillante, proprio durante le riprese di Cento giorni a Palermo. L'agente fece vedere a Gazzara uno dei doc di Tornatore, Diario di Guttuso, un'ora di biografia su Renato Guttuso raccontato da lui stesso. Erano originari dello stesso paese siciliano, Bagheria, e quindi il ragazzo gli aveva trasmesso simpatia oltre alla passione comune per l'artista, così lui accettò. La produzione Titanus fu imponente per l'epoca - 27 attori principali, moltissime location - ma poi la serie rimase 38 anni nei magazzini, e ora vogliono (ri)proporla con un'allure moderna, distribuita da Minerva Pictures, e la vedremo presto in tv sulle reti generaliste del gruppo Mediaset, che ha contribuito all'operazione di restauro: "La distribuzione internazionale sarà molto importante, il distributore Gianluca Curti sta scegliendo anche una piattaforma proprio in questi giorni".
Maria Grazia Saccà, CEO di Titanus, ha sposato in toto il progetto: "Io non ho visto difetti, ci tengo a precisarlo (ride), bensì l'opera prima di un ragazzo già così talentuoso a soli 27 anni, di un equilibrio formale incredibile, tanto più oggi con la fama controversa del cinema italiano, quest'opera ci ricorda quanto è stato grande nel 1985, in tempi di crisi e di produzioni molto ridotte. Perfino in quegli anni era così forte da esordire contemporaneamente con serie e film di valore produttivo assolutamente straordinario anche per la qualità di oggi. Ci ricorda che dobbiamo essere ambiziosi". Anche Guido Lombardo, presidente di Titanus, dice che è una serie che sembra girata adesso, e racconta come il padre Goffredo non dava del 'tu' solitamente ai nuovi arrivati, eppure con Tornatore lo fece: un segno del suo talento e della sua visione convincente del progetto.
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Opera omnia
Anche l'origin story della serie è singolare e proviene da Tornatore stesso. "Ero un regista programmista sostituto presso la sede RAI di Palermo. Joe Marrazzo veniva spesso in sede e sapevamo che quando accadeva voleva dire che era avvenuto un fatto tragico di cronaca oppure stava girando un suo special televisivo. Ci incontravamo alla mensa, lo avevo coinvolto nei Cento giorni a Palermo per una consulenza sulla sceneggiatura. Lui stava scrivendo un romanzo andando di città in città, aveva una macchina da scrivere portatile e teneva le pagine del romanzo nel cruscotto dell'automobile, non era solito farsi fotocopie, tanto che fu costretto a ricominciarlo tre volte perché gli bruciarono la macchina, per le inchieste scabrose che seguiva. Quando all'inizio degli anni '80 ebbi l'opportunità di leggerlo mi resi conto quanto fosse potenzialmente cinematografico. Fino a quel momento, a parte Il Padrino come unica eccezione, c'erano stati solo i film di Zampa e Rosi sulla mafia, poi Pasquale Squitieri e quelli con Mario Merola che erano quasi dei musicarelli". C'era insomma una mancanza in Italia che andava colmata.
Il Camorrista - La Serie arriva molti anni prima di Gomorra e del fenomeno mondiale che ha rappresentato nel riuscire a raccontare la Camorra anche per l'estero. A quei tempi invece del fenomeno si sapeva ancora poco, doveva ancora arrivare la stagione delle confessioni di Tommaso Buscetta. Questi gruppi criminali apparivano come infallibili, non si sapeva come funzionassero, arrivavano dal buio uccidevano e poi sparivano di nuovo. Il Camorrista di Marrazzo faceva proprio questo, come romanzo prima che come film e serie, e fu molto generoso a dare i diritti a Tornatore, anche se purtroppo non fece in tempo a leggere la sceneggiatura perché morì giovane. Il 27enne voleva raccontare ciò che non era mai stato raccontato, capire le ragioni che avevano determinato la nostra storia italiana. I produttori di Titanus furono lungimiranti visto che c'erano tanti personaggi e storyline coinvolti, vollero assecondare la "follia" del regista esordiente e realizzare entrambi contemporaneamente, sia il film che la serie. "Chi avrebbe mai pensato che oggi avremmo vissuto di binge watching tanti anni dopo".