Il buco 2, il regista spiega il finale del film: "Il giudizio? In mano agli spettatori"

"La domanda importante è: cosa fareste voi nel pozzo?". Galder Gaztelu-Urrutia ci riporta nella prigione verticale e ci dà la sua interpretazione del finale. Su Netflix.

Milena Smith in Il buco 2
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A quattro anni di distanza da Il buco, film arrivato al momento perfetto, ovvero l'inizio della pandemia di COVID-19, è su Netflix il sequel/prequel, ossia Il buco - Capitolo 2, diretto ancora da Galder Gaztelu-Urrutia. Proprio il regista ci ha parlato, nella nostra intervista, della conclusione della pellicola, che offre più interpretazioni. La cosa fondamentale però non è tanto l'interpretazione che si dà, ma le domande che questa storia pone allo spettatore.

Il Buco 2 Scena
Milena Smit e Hovik Keuchkerian

Presentato in anteprima al San Sebastian Festival 2024, Il buco 2 è molto più duro e violento del primo. La trama è molto simile a quella dell'originale: i detenuti di una prigione costruita in verticale devono scegliersi un piatto che mangeranno tutti i giorni. Non c'è limite alla fantasia: si può dire qualsiasi cosa, dalla pizza all'aragosta. La regola è una sola: la grande tavola su cui sono messi ogni giorni i piatti scelti dalle centinaia di ospiti presenti nella struttura scende dall'alto verso il basso e ognuno deve mangiare soltanto la pietanza che gli spetta.

Ovviamente non è così: chi sta in cima, nonostante abbia più responsabilità, non sempre si comporta in modo corretto, influenzando tutti gli altri. I protagonisti questa volta sono Perempuan, un'artista, e Zamiatin, un matematico, interpretati dagli attori Milena Smit e Hovik Keuchkerian. Tra arte e fede questa volta a fare davvero paura è la religione, incarnata da un gruppo che si fa chiamare "i Lealisti", che seguono la Legge del Maestro. Ma quindi, come finisce Il buco 2? Ecco cosa ci ha detto il regista Galder Gaztelu-Urrutia.

Il buco 2: intervista a Galder Gaztelu-Urrutia

Per descrivere Il Buco - Capitolo 2 potremmo usare la celebre frase di Spider-Man: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Peccato che i prigionieri del pozzo non siano affatto coscienziosi come Peter Parker. Perché chi ha più privilegio non si preoccupa quasi mai di chi è in una posizione svantaggiosa?

Galder Gaztelu-Urrutia: "In tutti gli aspetti della vita, più hai, più sei in alto, più responsabilità ti toccano. Chi non ha niente non può influenzare niente. Questo film è un invito a riflettere sulla distribuzione della ricchezza. Infatti la cosa davvero importante a cui pensare è: cosa fareste voi? Come vi comportereste se vi ritrovaste al piano 4? E se invece foste al 104? Questi sono film che non vanno presi sul serio. Le domande che suscitano in chi li guarda, invece, quelle sì che sono importantissime".

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Da dove viene l'ispirazione per la tavola di Il buco

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La tavola di Il buco 2

L'immagine del cibo che va dall'alto verso il basso è molto suggestiva. Ricorda le grandi nature morte dei pittori del passato. Da dove viene l'ispirazione per la tavola di Il buco? Il regista: "Sì, sono nature morte classiche. La production designer, Azegiñe Urigoitia, è una grande fan dell'arte classica. Ama le nature morte, l'uva, il vino, le pernici, tutti questi elementi che sono stati messi lì con una luce molto semplice. L'ispirazione viene proprio da quei classici".

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Ci sarà Il buco 3?

Il Buco 2
Una scena di Il buco 2

Questa saga cinematografica potrebbe andare avanti all'infinito. Ma ci sarà Il buco 3? Il regista vorrebbe trasformare il suo film in una trilogia? Galder Gaztelu-Urrutia: "Vedremo, se la saga continuerà o meno non dipende da me o da Netflix, ma solo dagli spettatori. Se ci saranno tante persone che reagiranno bene a questo secondo film, sì, sicuramente ci saranno molte opzioni per continuare a fare film. E, naturalmente, vogliamo continuare con il nostro piccolo universo, espandendolo. Vogliamo continuare a fare domande e a condividere questa esperienza del dibattito con gli spettatori. E vogliamo anche, e abbiamo già più o meno pensato, a come rispondere alle grandi domande su chi, dove, quando e per quale scopo è stata costruito il pozzo. Ma, anche in questo caso, dipende tutto dalla ricezione che avrà Il buco 2. Vedremo".

Il buco 2 è un prequel, non un sequel

Il Buco 2 Foto
Il pozzo di Il buco 2

Da sottolineare che, contrariamente a quanto potessimo pensare, Il buco 2 non è un sequel, ma un prequel: nel corso della storia viene rivelato infatti che il Maestro, di cui i Lealisti seguono la legge, è riuscito a sopravvivere nel fondo del pozzo per un mese. Ci è riuscito meditando e sacrificando la sua stessa carne per far mangiare gli altri detenuti. Per questo è stato soprannominato Messia e Hidalgo: il suo gesto ha scatenato la Rivoluzione della Solidarietà. Siamo quindi indotti a pensare che il Maestro sia Goreng (Iván Massagué), il protagonista del film del 2019, invece scopriamo che tutto questo è accaduto molto prima che lui entrasse nel pozzo. Lo capiamo anche dal fatto che vediamo l'ingresso di Trimagasi (Zorion Eguileor) nella struttura.

Il buco 2: la spiegazione del finale

Arriviamo quindi alla spiegazione del finale di Il buco 2. È una conclusione aperta, che può avere diverse interpretazioni. A domanda diretta su cosa rappresenti per lui il regista ci ha detto:

Non è importante quello che penso io, ma ciò che pensano gli spettatori. Il film è stato concepito per generare un dibattito. Commettiamo troppi errori nella nostra vita per dare lezioni a chiunque. Non vogliamo fare una lezione a qualcuno. Quindi, semplicemente, mettiamo delle domande sul tavolo, per mostrare un universo molto stravagante, molto esagerato, molto satirico, e lasciare che gli spettatori traggano le loro conclusioni. L'interpretazione del finale deve essere lasciata agli spettatori.

Quindi cerchiamo di dare delle risposte a quanto si vede. Insieme a Perepuan, la protagonista, scopriamo che, una volta al mese, nella prigione viene liberato un gas narcotico, in modo da "resettare" la situazione nel pozzo. I detenuti vengono spostati di livello e, se ci sono dei problemi, vengono risolti.

Il Buco 2 Un Momento Del Film
Una scena di Il buco 2

Dopo aver cercato a lungo il quadro con il cane, la donna straccia la tela e ne mangia un pezzo, soffocando e, in questo modo, impedendo al gas di entrarle nei polmoni. Scambiata dalle guardie per una dei tanti prigionieri addormentati, viene portata via insieme agli altri. Perepuan quindi si risveglia e vede un bambino trasportato al livello 333, l'ultimo.

Decide allora di rinunciare alla fuga per salvarlo e nel farlo subisce una grave botta alla nuca, che sembra ucciderla. Arrivata in fondo, sembra comunicare con le anime di altri personaggi che abbiamo visto e sono morti: le dicono di lasciar andare il bambino. Nonostante il suo atto di altruismo, fatto per rimediare alla morte del bambino causata da una sua opera d'arte, tutti sembrano infatti dirle che non sia degna di tornare in superficie. E, presumibilmente, Perepuan si lascia quindi morire. L'Autorità è quindi destinata a riprendere il controllo del pozzo.

Entrando nello specifico della scena in cui Perempuan cerca di salvare il ragazzo, il regista dice:

In quel momento si passa dalla realtà a una possibile finzione. Potrebbero anche essere tutti morti quando sono nel livello scuro, che sarebbe la rappresentazione dell'immaginario. Perempuan e Zamiatin hanno questa conversazione: lui da matematico pensa che l'immaginario non esista, quindi lo ritiene inutile, mentre lei, da artista, ci si aggrappa. L'immaginario è ciò che la tiene sana di mente dentro il pozzo. E lì, in una società non gerarchica e non verticale, forse in quella società orizzontale che troviamo a questo livello immaginario, a quel livello che non sappiamo se sia vero o falso, forse è lì che si può dare vera solidarietà, autentico altruismo.