Dopo tante chiacchiere, molte delle quali costruite ad arte, sulla presunta eccessiva violenza del film, arriva direttamente in homevideo L'ultima casa a sinistra, remake del celebre film di Wes Craven in DVD e in un Blu-ray tecnicamente ampiamente soddisfacente, comprendente la versione theatrical del film e la extended priva dei tagli della censura. La storia, salvo alcune piccole ma significative modifiche (nel destino della protagonista e del ragazzo vittima della malsanità della famiglia) ripropone fedelmente l'originale, a suo volta ispirato a La fontana della vergine di Ingmar Bergman, con la giovane Mari in vacanza con i genitori in una casa sperduta nei pressi di un lago e la sua amica Paige, finite nelle mani di una gang sanguinaria, che dopo aver violentato la prima e uccisa la seconda trovano rifugio proprio nella casa dei genitori di Mari.
Il remake a firma del greco Dennis Ilidias (sbarcato a Hollywood dopo aver sorpreso con il suo Hardcore in Grecia) nonostante la produzione di Craven e Sean Cunnningham, autori dell'originale, ribalta la sostanza "politica" del film del 1972, trasformandone l'immoralità che lo ha reso celebre in un esercizio sorretto su una cifra estetica ragionata e stilosa. Dove infatti il celebre horror di Craven faceva di necessità virtù ed era così sporco e sgrammatico da rimanerti addosso come l'horror più corrosivo deve riuscire a fare, il remake mostra una consapevolezza, ai limiti del formalismo che svia lo spettatore dallo smussamento degli aspetti più morbosi e inaccettabili dell'originale o della versione ancora più dura e disturbante firmata da Aldo Lado in L'ultimo treno della notte. Eppure, nel contesto dell'abusato mercato dei remake, L'ultima casa a sinistra si eleva certamente sopra la moda e non si risparmia niente sotto il profilo della truculenza (la scena dell'uccisione di Paige e la prima vendetta familiare lasciano particolarmente il segno), pagando però tutto lo sfasamento del genere, dal furore spietato del rape and revenge all'ostentazione contemporanea del torture-porn (la cui deriva diviene chiarissima e dannosa nell'inutile finalissimo) in termini di un'esposizione alla violenza depurata dai significati più controversi, che siano gli insistiti pruriti eversivi del film di Craven o la profondità analitica di Bergman in merito alla centralità della dicotomia tra natura e cultura.
Tecnicamente il Blu-ray sfoggia un video generalmente più che buono che alterna picchi qualitativi assoluti in termini di dettagli e di vividezza del croma (in aderenza a una fotografia molto ricca e raffinata) a alcune scene buie dove il rumore video diventa un pò troppo invadente. Encomiabile comunque la scelta di non risolvere la cosa con artefatti invadenti, favorendo una fruizione il più possibile vicina alle scelte originali, che in alcuni casi sembrano voler omaggiare la sporcizia del film di Craven. Eccellente infine la profondità dei neri. Ottime notizie anche dall'audio, soprattutto dalla traccia DTS HD originale che mostra un dinamismo e una meticolosità encomiabile. Suggestivi i panning, pulitissimo il canale dei dialoghi, grande enfasi sui bassi nei momenti più concitati. Deludono invece gli extra, composti da alcune scene eliminate e Uno sguardo dietro le quinte, che in realtà è un promo in HD di neanche 3 minuti. Sorprende in particolare l'assenza di un commento audio e di un'analisi più approfondita sul film e sulla comparazione con l'originale.