È Cologno Monzese ma sembra Istanbul: in casa Mediaset la dizi-mania è decisamente esplosa dopo gli ottimi risultati ottenuti, nelle ultime stagioni, da tante serie tv Made in Turchia. La commedia sentimentale Cherry Season è stata il primo passo della serialità turca alla conquista dei palinsesti nostrani, il successo del dramma Terra Amara la consacrazione. Nel mezzo ci sono tutte quelle soap, da Bitter Sweet a My Home My Destiny, che sollazzano il pubblico con trame leggere e volti familiari. Nel territorio sconfinato delle dizi turche c'è anche If You Love (Ya Çok Seversen in lingua originale), 40 puntate (che in patria erano 13 ma della durata maxi di 130 minuti) di beghe familiari e altalene sentimentali in streaming su Mediaset Infinity.
Trasmessa originariamente nell'estate 2023 su Kanal D, la serie ha conosciuto una sorte ambivalente: a fronte di diversi premi non è però riuscita a creare un solido legame con il pubblico, tanto da venire cancellata dal canale turco dopo poche settimane. Un destino piuttosto inatteso per la produzione, che aveva anche schierato due volti del piccolo schermo assai amati come Kerem Bürsin (già conosciuto come protagonista di Love Is In The Air) e Hafsanur Sancaktutan. Giovani, talentuosi e di bell'aspetto, gli interpreti principali fanno di tutto per rendere affascinante la coppia di protagonisti (e hanno anche il difficile compito di dover dividere spesso la scena con ben due bambini), ma i problemi di If You Love, come vedremo, risiedono altrove.
La trama: rispetto del canone o mucchio di stereotipi?
Il punto debole dell'esperienza è spesso la mancanza di un qual senso di eccitazione e sorpresa. E il pubblico italiano ormai di esperienza con le dizi turche ne ha acquisita parecchia, o almeno abbastanza per poter decretare che quella raccontata da If You Love è una storia molto simile ad altre. Ancora un giovane uomo e una giovane donna come protagonisti: lui, Ates Arcali (Kerem Bürsin), è il rampollo di una delle famiglie più in vista di Istanbul, lei, Leyla (Hafsanur Sancaktutan), è bella e furba ma povera di mezzi e cresciuta senza famiglia. La dinamica del ricco che incontra e si scontra con la sua controparte femminile meno fortunata non è la sola destinata a ripetersi, accompagnata dal complesso edipico irrisolto di lui, aggravato dalla perdita, in tenera età, della madre. Ormai lontano dalla famiglia d'origine da anni, Ates è richiamato in Turchia dalla morte del padre e dall'apertura del suo testamento. Naturalmente non c'è bisogno di arrivare a metà della serie per sapere che, dietro ad aspetto e abitudini da ricco playboy, si nasconde un'anima ben più profonda.
Più interessante il background di Leyla: senza una famiglia alle spalle, si guadagna da vivere con le truffe matrimoniali che pianifica insieme a una scalcagnata banda di malviventi. Quando incontra Ates sta provando a fuggire dalle grinfie di uno sfortunato marito raggirato. Pur avendo basato la propria esistenza sulle bugie, Leyla desidera non soltanto riuscire a ritrovare la sua vera madre ma anche poter costruire una famiglia tutta sua, e intravede questa possibilità quando, quasi per caso, finisce di nuovo nella vita di Ates.
L'Arcali, accettando le volontà paterne, non ha solo ereditato un'azienda ma anche l'onere di crescere i suoi tre fratelli minori - un'adolescente capricciosa e due bambini - che, esattamente come lui, hanno perso la mamma (seconda moglie di suo padre) in tenerissima età. Costantemente in lotta con il suo desiderio di fuggire da un passato ancora doloroso, e con una famiglia ostile e ingombrante, Ates troverà in Leyla, spacciatasi per la nuova bambinaia dei tre piccoli Arcali, un'ancora di salvataggio. I due naturalmente, come la trama suggerisce fin dall'episodio pilota, capiranno di amarsi, pur nascondendo il sentimento per diverse puntate dietro schermaglie ed equivoci. Una trama che, se da un lato rientra completamente nel riconoscibile e rassicurante canone delle dizi turche, dall'altro non svela come in effetti Ya Çok Seversen intenda intrattenere e sorprendere il suo pubblico.
Un ritmo incostante
L'originalità, però, non è tutto, ed è vero che altrettanto importante è riuscire a combinare gli elementi in un insieme che sia armonioso mantenendo un ritmo sostenuto. E di elementi, If You Love, ne contiene tanti perchè intreccia il dramma familiare con una trama più squisitamente romantica. A regalare maggiore suspense le avventure di Leyla e della banda di truffatori, sempre a un passo dall'essere scoperti per incapacità organizzativa e litigi interni. La somma degli elementi, però, funziona bene solo entro le prime cinque/sei puntate. Il ritmo della narrazione si sfilaccia molto presto e si fa incostante, sospeso tra momenti a maggiore tensione e altri in cui si perde dietro una scrittura che indugia su sentimentalismi e particolari trascurabili.
Se la sottotrama più interessante, quella di Leyla, procede a singhiozzo, fra truffatori pasticcioni e misteri, quelli legati all'uomo in ospedale e a sua madre, spesso dimenticati per strada, dall'altro lato la trama principale si ritrova ad annaspare in mezzo a dinamiche familiari (legate agli Arcali) che molte volte schiacciano l'intreccio sentimentale.
Un cast migliore dei suoi personaggi
C'è un'idea che If You Love prova a portare avanti con fermezza: l'esplorazione delle esperienze, spesso traumatiche, che contribuiscono a forgiare il vissuto di ciascuno, adulto o bambino che sia. Perché quello che la serie vuole compiere è anche un percorso che porti alla "guarigione" di personaggi che devono fare i conti con il dolore, con le perdite, con la paura e con i rancori. Sta in questo, dunque, la ragione di tutti quei momenti prettamente riflessivi che spesso bloccano il progredire e il ritmo delle azioni. Il proposito che sta alla base della storia è anche, purtroppo, ciò che condanna all'appiattimento buona parte dei personaggi, perché portato avanti a volte superficialmente da una scrittura macchinosa, altre volte trattato con eccessivo sentimentalismo e buonismo.
A risentirne non è soltanto il ritmo ma anche la scrittura dei personaggi, soprattutto di quelli che dovrebbero interpretare via via il ruolo di antagonisti. Così anche If You Love cade nella trappola di altre dizi (avevamo evidenziato un problema simile anche in Everywhere I Go - Coincidenze d'amore), ovvero rinunciare quasi completamente a quei caratteri che, soprattutto in drammi e commedie sentimentali, sono spesso il solo motore delle azioni. É questa la sorte, per esempio, di Umut, fratello maggiore di Ates, della terribile zia Fusun o di Yakup, il capo della banda di truffatori, ridotti fin da subito a macchiette o sulla via della redenzione.
Un vero peccato se si tien conto anche della qualità del cast, di gran lunga migliore rispetto a tante altre dizi di maggior successo popolate di nomi più roboanti. Oltre a Kerem Bürsin (ormai specializzato in personaggi apparentemente cinici dal cuore ferito) e Hafsanur Sancaktutan, ci sono anche Aziz Caner Inan (che abbiamo appena visto nella parte di Vedat in Everywhere I Go), il bravo Serif Erol (attore e sceneggiatore, qui in una delle parti meglio riuscite, quella del maggiordomo Ilter) e Hatice Aslan, attrice teatrale di una certa fama e bravissima protagonista de Le tre scimmie, il film diretto nel 2008 da Nuri Bilge Ceylan e premiato a Cannes per la Migliore regia.