La regista Leila Conners torna a collaborare con Leonardo DiCaprio, dopo The 11th Hours - L'undicesima ora, per rendere evidenti al pubblico di tutto il mondo le disastrose conseguenze del cambiamento climatico. A differenza del documentario uscito dodici anni fa, come vedremo in questa recensione di Ice on Fire - in onda su Sky Arte e Sky Atlantic - il loro nuovo lavoro insieme si focalizza principalmente sulle possibili soluzioni al problema più che sui tragici effetti dello sconsiderato sfruttamento del pianeta da parte del genere umano. La formula presentata è semplice come la struttura stessa del documentario: la situazione è senza dubbio spaventosa, ma possediamo i mezzi per cambiare le cose. Ad ogni problema viene presentata una soluzione semplice ed attuabile, che, con la collaborazione dei governi di tutto il mondo, non sarebbe affatto difficile da realizzare. Il maggior pregio di questo documentario è quindi l'efficacia con cui diffonde il suo messaggio, caratteristica che condivide con il suo predecessore, spronando il pubblico al cambiamento e ad interessarsi a tematiche purtroppo spesso considerate di poca importanza.
Ice on Fire sceglie - consapevolmente - di ignorare tutti i negazionisti del riscaldamento globale per dar spazio alle autorevoli testimonianze di scienziati ed esperti del settore, che uno dopo l'altro, pur non indorando mai la pillola, danno comunque speranza in un cambiamento possibile. La presenza di DiCaprio è meno evidente di quello che ci aspettavamo: chi sceglierà di guardare questo documentario per la presenza dell'attore potrebbe restare deluso che il suo contributo sia limitato ad alcuni interventi fuori campo - a volte fin troppo didascalici - in cui sottolinea la tragicità della situazione in cui ci troviamo.
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Un viaggio per salvare il nostro pianeta
Ice on Fire sceglie la via della chiarezza: le testimonianze degli scienziati, intervallate da splendide riprese aeree - la fotografia è di Harun Mehmedinovic, che ha lavorato per anni per BBC Earth - e da una serie di elementi grafici e digitali che spiegano con semplicità al pubblico argomenti estremamente complessi, sono fondamentali per comprendere che cosa sta accadendo al nostro pianeta e quali sono i mezzi a nostra disposizione per porvi rimedio. Dalla foresta pluviale del Costa Rica ai ghiacci (purtroppo in assottigliamento) dell'Artico, dalla California devastata dagli incendi alle bellezza incontaminata delle isole Orcadi, veniamo trasportati nei luoghi del mondo dove si sta cercando una soluzione al problema del riscaldamento globale, incontrando persone attivamente impegnate nel migliorare le cose.
I dati che ci vengono presentati dimostrano che le cause del cambiamento climatico risiedono principalmente nel continuo e progressivo aumento di CO2 e metano nella nostra atmosfera, che porteranno, col tempo, al collasso del pianeta e delle specie animali e vegetali che lo abitano. Se ci si muove tempestivamente, però, la tragica rotta su cui ci troviamo può essere invertita grazie ad una soluzione basata su di un duplice approccio: da una parte si deve puntare sempre di più sulle fonti di energia rinnovabili (quella solare e quella eolica) dall'altra si devono implementare i sistemi per eliminare il CO2 in eccesso (che già esistono ma vengono usati solo in maniera limitata).
Game over or game on?
La parte conclusiva del documentario si concentra su come tutte le attività volte alla salvaguardia del pianeta (dall'uso di fonti di energia rinnovabile alla depurazione dell'atmosfera) possano, potenzialmente, creare molti più posti di lavoro rispetto ai combustibili fossili, cosa che beneficerebbe senza dubbio l'economia mondiale. Che cosa aspettiamo quindi a cambiare le cose? Ice on Fire- titolo che si rifà, come vedrete, ad uno dei momenti più significativi del documentario - si chiude con una domanda posta al pubblico proprio da DiCaprio: "Is it game over or game on?", "Il gioco è finito o siamo solo all'inizio della partita?" La soluzione al problema è nelle nostre mani, dobbiamo solo impegnarci a guarire il nostro pianeta insieme a tutte quelle persone già lo stanno facendo con entusiasmo ed abnegazione.
Conclusioni
Concludendo questa recensione di Ice on Fire non possiamo che ribadire quanto il documentario di Leila Conners e Leonardo DiCaprio, che oltre a produrlo interviene come voce narrante, diffonda con estrema chiarezza un messaggio di grandissima importanza: il cambiamento climatico esiste e dobbiamo sbrigarci a cambiare le cose perché poi potrebbe essere troppo tardi. La presenza delle voci autorevoli di scienziati ed esperti nel settore, intervallati da meravigliose riprese aree e da una serie di elementi grafici e digitali funzionali alla narrazione, riescono a catturare il pubblico, rendendogli accessibili argomenti spesso considerati estremamente complessi.
Perché ci piace
- La chiarezza con cui il documentario ci spiega argomenti estremamente complessi.
- La varietà di voci autorevoli che partecipano alla narrazione.
- Le bellissime riprese aree che ci mostrano luoghi significativi del nostro pianeta.
- Gli elementi grafici e digitali con cui si rende di ancor più facile comprensione il discorso.
Cosa non va
- Il fatto che volutamente non si parli dei negazionisti del cambiamento climatico, inficiando così sulla completezza del discorso.
- La scarsa presenza di DiCaprio, limitato a brevi e didascaliche apparizioni come voce fuori campo.