Nonostante La guerra dei Mondi, il romanzo di H. G. Wells che racconta la storia di una terrificante invasione aliena, sia stato pubblicato nel 1898, Steven Spielberg ritiene che la vicenda sia di particolare attualità: noto per aver raccontato storie di alieni dall'aspetto e dalle intenzioni decisamente amichevoli, il regista di Incontri ravvicinati del terzo tipo in realtà custodiva dentro di sè una storia più cupa ed inquietante da raccontare, ed adesso si è deciso a farlo.
Secondo lo scenografo Rick Carter, La guerra dei mondi di Spielberg "È il rovescio della medaglia di E.T. L'Extraterrestre: all'epoca ci vennero presentate delle forme di vita aliena molto bonarie e le nostre grandi paure si rivelarono infondate; il bambino che è dentro ognuno di noi lo capì. Ma per l'uomo che Steven è diventato e per i tempi che sta vivendo, quegli alieni hanno assunto connotati ben diversi.". Il regista però, pur attenendosi alla storia di Wells, sin dall'inizio ha voluto evitare alcuni dei cliché che da essa sono nati: La guerra dei mondi gettò le basi di un genere nuovo, quello dell'arrivo di creature venute dallo spazio, che è stato poi ripreso in libri, film e serie televisive, e quindi perchè il remake fosse incisivo come l'originale Spielberg e gli sceneggiatori, per prima cosa hanno fatto un elenco delle cose che non volevano nel film. "Niente famosi monumenti distrutti, niente inquadrature di Manhattan scempiata dall'invasione, niente generali intorno a una grande carta geografica che muovono navi a destra e sinistra con una bacchetta, niente troupe televisive che riprendono la devastazione" dice David Koepp "Alla fine è rimasto quello che in essenza è il romanzo, cioè il racconto in prima persona di un attacco alieno".
Dopo il successo di Minority Report, Spielberg e Cruise stavano cercando un altro film da poter girare insieme e l'occasione si è presentata poco prima che uscisse il film tratto dal romanzo di Philip K. Dick. Quando Cruise è andato a trovare Spielberg sul set di Prova a prendermi, il regista gli ha accennato a tre progetti, e l'ultimo era proprio La guerra dei mondi. "Ci siamo guardati e a tutti e due brillavano gli occhi: quando me l'ha proposto, ho detto: "Oddio, La guerra dei mondi! Facciamolo subito". E così è stato" ricorda Cruise ed aggiunge "Quando ho letto il romanzo, sono rimasto colpito dalla formidabile creatività di Wells, che inventando uno scenario plausibile riesce a far calare il lettore in quel tempo e in quello spazio".
La vicenda personale alla base del film ha per protagonista un antieroe: Ray Ferrier, infatti è ben diverso dai personaggi che Cruise ha portato di recente sul grande schermo, e sia l'attore che Spielberg erano eccitatissimi dall'idea di girare un film in cui Cruise non fa la parte dell'eroe ed addirittura il suo personaggio scappa. L'obiettivo principale di Ray Ferrier, infatti è tenere unita la famiglia e salvare i suoi figli. Secondo David Koepp "All'inizio del film, Ray è un padre decisamente inetto: fare il padre in sostanza non gli interessa, in primo luogo perché non si ritiene bravo a farlo, e di fatto non lo è. Fino ad allora si è rivelato un fallimento. I figli non hanno alcuna simpatia per lui e non sono contenti di andare a casa sua". "Ray è un padre molto diverso da me" gli fa eco Cruise "Lui non capisce i figli, capisce solo se stesso. Quando le cose si mettono male, si affida a loro. È più immaturo dei suoi stessi figli". Quando la storia ha inizio, i figli di Ray, rachel e Robbie si avviano svogliatamente verso la casa del padre, malgrado sia una delle rare visite che gli fanno. Ma le sfide che Ray deve affrontare alle prese con un adolescente scontroso e una ragazzina poco incline al dialogo impallidiscono subito di fronte a ciò che lo aspetta.
Il personaggio di Rachel, la figlia di Ray, è interpretato dalla piccola Dakota Fanning, e Spielberg rivela di aver pensato a lei per quel ruolo nel momento stesso in cui ha deciso di girare La guerra dei mondi: "Non conosco nessuna attrice della sua età più brava di lei e più intuitiva sulle particolarità della natura umana. Dakota ha un animo da vecchia saggia, dà l'idea che abbia vissuto sette o otto vite; e in alcune circostanze" spiega il regista, il suo personaggio si dimostra un po' più giudizioso di Ray e ne nasce un'interazione piuttosto interessante. La Fanning, che ha recitato al fianco di attori come Robert DeNiro e Denzel Washington, ha sorpreso anche Tim Robbins:"Quando l'ho vista girare la prima scena" ricorda l'attore, "mi sono detto: "Caspita, questa non è una ragazzina, è una trentacinquenne". Era concentratissima, carica emotivamente fin dal primo istante. Per essere così giovane, è di una maturità incredibile". Per il ruolo di Robbie, il fratello maggiore di Rachel, Spielberg ha voluto una nuova leva, Justin Chatwin: "Ho cercato a lungo una persona in grado di interpretare il ruolo del figlio di Tom' dice il regista, "Ed alla fine abbiamo scritturato Justin perché è sia tipico che atipico, ed ero convinto che la figura del ribelle gli sarebbe riuscita bene"
Miranda Otto, che nel film interpreta l'ex moglie di Tom Cruise si trovava a Los Angeles per un breve soggiorno quando il suo agente l'ha chiamata per informarla che Spielberg desiderava incontrarla. Ma lei temeva che l'occasione di lavorare con il regista fosse arrivata in un momento sbagliato: "Ero incinta e ho dovuto dirgli che non sapevo se avrei potuto girare il film" ricorda l'attrice. Ma la gravidanza non è stata un ostacolo per Spielberg, che invece l'ha voluta accentuare per trasformarla in un ulteriore motivo di attrito che complica i rapporti tra i due ex coniugi.
Un altro personaggio principale del film è una persona esterna alla famiglia di Ray, un uomo distrutto, di nome Ogilvy, che viene interpretato da Tim Robbins: "La particolarità è che nel bel mezzo di un film a metà tra l'avventura e l'azione" dice l'attore "si inserisce un forte dramma psicologico, una situazione pericolosa, che ha al centro il mio personaggio e la sua follia. E non si tratta di una follia gratuita, anzi: alla luce degli eventi, è una follia comprensibilissima". L'attore californiano corrispondeva perfettamente alla figura di interprete che stavano cercando ed infatti è stato uno dei primissimi a essere scelto.
Sia Spielberg che Cruise hanno molto amato l'adattamento della Guerra dei mondi realizzato nel '53 da George Pal e Byron Haskin. E il regista ha chiesto a Gene Barry e Ann Robinson, i due protagonisti del film, di fare una comparsa nella sua trasposizione del romanzo di Wells. Spielberg aveva già diretto Barry agli inizi della sua carriera di regista, in un episodio fantascientifico della serie The Name of the Game; "Riportare sul set i due attori protagonisti del film del '53 è stato eccezionale" commenta Spielberg. "Quando lavorai con lui, Gene Barry mi piacque moltissimo, quindi l'ho chiamato e gli ho detto: "Ehi, ti va di tornare sul set con Ann Robinson per un cameo? Nella mia versione del romanzo di H.G. Wells ci sono molti omaggi al film originale. Gene è stato contento di girarla e anche Ann era entusiasta"
Un film vissuto con entusiasmo da tutti gli interpreti, dunque: un film che Spielberg definisce un'Odissea: "Un viaggio che si fa sulla scia di un istinto viscerale. Parte dal New Jersey e finisce a Boston. La distanza, in confronto a quella che avranno coperto gli alieni per arrivare sulla Terra, è brevissima. Ma il loro viaggio diventa eterno".