Ve lo avevamo già raccontato nella recensione (la potete leggere qui), I peggiori giorni, film ad episodi diretto da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno appena arrivato su Sky e Netflix, per scrittura e situazioni è molto (molto) meglio del predecessore, I migliori giorni. Non un vero e proprio sequel - tranne che per il primo segmento - bensì una continua e amara rilettura dell'Italia attraverso le classiche festività comandate. Stesso modus operandi, giornate diverse. E cast, diverso. Se ne I migliori giorni colpiva l'episodio con Max Tortora e Paola Calabresi (qui il nostro approfondimento), ne I peggiori giorni per struttura e per tono, quello che colpisce di più è Ferragosto, diretto da Massimiliano Bruno. Colpisce, perché più degli altri, questo, è davvero attuale, e vale l'intera visione.
Come si dice, ci sarebbero addirittura i presupposti per immaginarlo come un lungometraggio, allungando la storia, racchiudendola però all'interno di questa villetta estiva, che fa da protagonista, con i suoi spazi asettici e la fotografia calda, quasi da film western. Al centro della scena un duello di coppie tra quella composta da Anna Ferzetti e Neri Marcorè e quella formata da Claudia Pandolfi e Ricky Memphis. Due estrazioni sociali diverse, due posizioni diverse, per un incontro dai contorni marcatamente drammatici: Flavia e Guido (Ferzetti e Marcorè), il giorno di Ferragosto fanno visita a Vincenzo e Ramona (Memphis e Pandolfi), i loro vicini d'ombrellone, per parlare di una situazione che, prove alla mano, non dovrebbe essere nemmeno messa in discussione: Flavia e Guido, infatti, accusano i figli di Ramona e Vincenzo di aver violentato - filmando e fotografando l'accaduto - la loro figlia, durante il tipico falò di Ferragosto.
I peggiori giorni: un Ferragosto da incubo
L'episodio in questione è, effettivamente, l'emblema de I peggiori giorni. Non c'è nulla di peggio di una violenza sessuale, e non c'è nulla di peggio di una violenza sessuale filmata e condivisa nelle chat (viene affrontato trasversalmente il fenomeno del revenge porn). In questo senso, lo scontro, sottolineato dalla scrittura, diventa poi materiale cinematografico, costruito seguendo una fortissima tensione: Flavia e Guido, lei volto televisivo, lui professore che parla per postulati, rompono il climax estivo di Ramona e Vincenzo, che sono l'opposto: ruspanti, rumorosi, faciloni.
Un'azione e una reazione, e i nervi che salgono: mentre i due ragazzi accusati cambiano faccia, tra barbecue andati di traverso e musica fastidiosa, all'interno della villetta si consuma un focoso processo, giocato sotto il punto di vista sociale: il crimine, perché di crimine si tratta, è immediatamente rifiutato da Ramona e Vincenzo, che non accettano l'idea di aver due figli stupratori. Per di più, non accettano che l'accusa provenga da due boriosi intellettuali, pronti a mettersi sul piedistallo. Tuttavia, l'accusa è provata da Flavia e Guido che mostrano foto e video della terribile serata: qui, il segmento Ferragosto de I peggiori giorni, cambia di netto, e la reazione stessa si impenna diventando esplosiva. I toni si alzano: rabbia, paura, frustrazione, la colpa da sfogare. Quello che doveva essere un tipico Ferragosto italiano si tramuta in un incubo senza via d'uscita.
I peggiori giorni, Massimiliano Bruno: "Un film per fotografare il peggio dell'Italia"
Un grande cast, su tutti Claudia Pandolfi
Un incubo che segue una narrazione volutamente bilanciata: il punto di vista si rimpalla tra i quattro personaggi, che reagiscono in modo contrapposto: sguardi, toni, parole ben precise, attorno ad uno spregevole crimine che, da lì in poi, cambierà le loro vite. L'attualità, legata a fatti del genere, rende il tutto ancora più drammaticamente rilevante, allungandosi verso la cronaca che, costantemente, riporta episodi di violenza di genere, sfociati nella condivisione di video e foto via chat.
La grande forza dell'episodio Ferragosto, è poi data dal cast. Quattro interpretazioni in netto contrasto, e opposte: l'ira di Anna Ferzetti, la calma ponderata ma saccente di Neri Marcorè, la faciloneria arrogante di Ricky Memphis, e la fragile incredulità di Claudia Pandolfi. È proprio lei, infatti, nella consapevolezza femminile, a rendersi conto della verità dietro quelle disgustose foto: si sente tradita come donna e come madre, sprofondando in un limbo. Su queste emozioni a fior di pelle spicca l'interpretazione di Claudia Pandolfi, che rivela tutto il suo talento in un ruolo non facile. Ma se di peggiori giorni si tratta, è il finale dell'episodio a lasciare sbigottiti: la violenza chiama violenza, e la risoluzione sarà l'apoteosi dell'amarezza intrinseca all'operazione cinematografica legata a I migliori e a I peggiori giorni.