Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato dei piani sequenza più spettacolari in campo cinematografico, selezionando (senza alcuna pretesa di completezza) le scene che più ci avevano colpito negli ultimi lustri di tutta la cinematografia mondiale.
Chiudevamo l'articolo con una promessa, quella di prestare attenzione anche al mondo delle serie TV, un mondo che nell'ultimo decennio, e ancor più negli ultimi anni, si è avvicinato prepotentemente a quello cinematografico non solo come qualità, ma anche per tecnica realizzativa e per la presenza di attori e registi beniamini del grande schermo.
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Il nostro speciale cinematografico, in particolare, prendeva spunto dal fresco premio Oscar Birdman, che con la sua stupefacente realizzazione tecnica ha conquistato non solo l'Academy ma anche il grande pubblico.
Ma un pubblico ancora più vasto è quello a cui si rivolgono ogni giorno le serie TV,
che riescono a catalizzare l'attenzione di milioni di persone ad ogni episodio. Non deve stupire quindi l'attenzione e lo stupore di tanti quando alcuni di questi virtuosismi, solitamente relegati al cinema e ad opere d'autore o comunque non esattamente popolari, riescono a penetrare nelle case degli spettatori e mostrare loro qualcosa di nuovo, qualcosa di mai visto e forse nemmeno immaginato.
La svolta di True Detective
E' per questo che riteniamo necessario iniziare questa nostra disamina dagli ultimi 6 straordinari minuti dell'episodio Cani sciolti (Who Goes There, 1x04) della nuova serie HBO. Sei adrenalinici minuti che arrivano senza alcun preavviso, e che per certi versi sono anche un pochino avulsi dal resto della serie, ma che letteralmente hanno fatto saltare dalla poltrona noi e migliaia e migliaia di persone nel momento in cui si sono rese conto di quello che stava succedendo. Di quello che il regista Cary Fukunaga aveva osato fare.
Come vedremo nel prosieguo dell'articolo, non è la prima volta che il piano-sequenza viene utilizzato in TV e questo di True Detective non è nemmeno il più lungo che si ricordi, ma di certo nulla di così ambizioso e complesso si era mai visto prima sul piccolo schermo: dal momento in cui Rust Cohle afferra il primo ostaggio ed entra nella casa, la macchina da presa lo segue ininterrottamente in ogni angolo dell'appartamento, e poi fuori nel vicinato, attraverso altre case, giardini, cancelli e infine nella macchina che lo porterà via dal caos, da nemici che attaccano, dagli elicotteri che spiano dall'alto. Un vero e proprio inferno che anche noi abbiamo potuto osservare in prima persona.
Tutta la sequenza, fortemente voluta da Fukunaga fin dall'inizio della produzione della serie, è tutta girata on location e pianificata in ogni minimo dettaglio sia per quanto riguarda i movimenti della camera che le "coreografie" di attori ed extra. Dalla produzione fu chiesto di valutare almeno un punto di stacco, per spezzare la sequenza in due ed eventualmente "legarla" in post produzione: non fu necessario, perché nonostante le molte difficoltà (in particolare nel momento in cui Matthew McConaughey e il suo ostaggio devono scavalcare una rete) quello che vediamo è esattamente così com'è stato girato, dopo soli sei tentativi andati a vuoto. La settima è stata quella buona, quella che ha dato una grande visibilità addizionale alla serie, l'ha fatta diventare immediatamente un culto, storia della TV e anche del piano-sequenza.
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Seguendo le orme di Hitchcock
Per chiunque si possa dire interessato e affascinato dai piani-sequenza, il punto di riferimento principale è sempre e comunque Nodo alla gola di Alfred Hitchcock, film del 1948 (tra l'altro primo a colori per il Maestro) composto da un'unica inquadratura in realtà divisa in più piani sequenza, i cui tagli (all'epoca assolutamente necessari visto che le bobine duravano un massimo di dieci minuti) erano stati accuratamente mascherati dal regista.
Anche nel mondo delle serie TV la fascinazione per quel film e quella tecnica (all'epoca) davvero rivoluzionaria si è manifestato più volte, come dimostra il caso eclatante del quarto episodio della (folle) serie britannica Psychoville, andata in onda nel 2009 sulla BBC, che è un vero e proprio omaggio in salsa comica/surreale al film di Hitchcock non soltanto perché i 28 minuti di durata sono composti da sole due inquadratura della durata rispettivamente di 17 e 11 minuti, ma anche per la trama che vede i protagonisti occultare un cadavere in una cesta e cercare di nascondere l'accaduto ad un poliziotto.
Un altro omaggio simile al Rope di Hitchcock era inizialmente previsto (come si può intuire dal titolo) anche nell'episodio Introduzione ai nodi (Intro To Knots, 4x10) della quarta stagione di Community. Purtroppo diverse vicissitudini produttive, non ultimo l'improvviso allontanamento di Chevy Chase dallo show, non resero possibile la realizzazione con unico piano sequenza, una tecnica che avrebbe ovviamente richiesto molto più tempo. Nel materiale trasmesso rimane comunque qualche traccia di quello sarebbe dovuto essere, come si può notare dal long take iniziale e da altri presenti nel corso dell'episodio.
Una inquadratura per un episodio
O quasi, visto che il trucco c'è e (cercando bene) si vede, ma d'altronde lo stesso vale anche per il pluripremiato Birdman. Non ha vinto Oscar e nemmeno un Emmy (ma ottenne una nomination per il montaggio sonoro) l'episodio Triangolo (Triangle, 6x03) di X-Files, scritto e diretto dallo stesso creatore Chris Carter. I 44 minuti dell'episodio sono composti da 4 lunghi piani sequenza della durata di 11 minuti, molto complessi e ricchi di comparse. A rendere il tutto ancora più complicato quasi tutti gli attori vengono chiamati ad interpretare personaggi "doppi", nel presente e nel passato (1939), e in alcuni momenti viene addirittura utilizzato uno split screen per mostrare i due protagonisti Scully e Mulder che si muovono attraverso gli stessi luoghi ma in dimensioni temporali diverse. Per il cast si è trattato di un vero e proprio tour de force, tanto è vero che la bravissima Gillian Anderson, che pure vantava esperienze in teatro, in una scena si lascia scappare un'occhiataccia al collega Mitch Pileggi (Skinner) che per un attimo sbaglia una battuta, ma poi riesce a rimediare restando nel personaggio.
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Sono in tanti d'altronde quelli che lamentano che questo tipo di riprese siano particolarmente pesanti per gli attori. La pensa proprio così per esempio il personaggio interpretato da Paul Reiser in Innamorati pazzi, mentre la Jamie di Helen Hunt risponde semplicemente che "è il loro lavoro!". Si tratta di un delizioso momento meta-televisivo al termine dell'episodio The Conversation (6x09) della celebre sit-com, ma la cosa che lo rende interessante è che per i 20 minuti precedenti abbiamo assistito ad una lunga e ininterrotta scena (mandata in onda originariamente senza spot pubblicitari) in cui i due neo genitori non fanno altro che discutere fuori la stanza del loro bambino in attesa che si addormenti. Si tratta di un piano sequenza quasi a camera fissa, ma la scarsa dinamicità è certamente compensata dalla bravura dei protagonisti e anche dalla verosomiglianza della situazione. Parola di genitore.
Gli audaci colpi dei soliti noti
Se invece del dinamismo proprio non potete fare a meno, non preoccupatevi, perché sebbene lontani dal grande schermo ci sono alcuni registi (di cui abbiamo già parlato nell'altro articolo) che proprio non possono fare a meno di certi virtuosismi. E' per esempio il caso del messicano Alfonso Cuarón che, esattamente una settimana dopo aver vinto l'Oscar per la regia di Gravity, faceva il suo esordio sulla TV statunitense con il pilot di Believe, i cui primi tre minuti non possono non far pensare all'impressionante piano sequenza, sempre in auto, de I figli degli uomini.
Altri due maestri di questa tecnica cinematografica si sono affacciati al mondo seriale in questi anni. Il primo è nientepopodimenoche Martin Scorsese che ha prodotto Boardwalk Empire - L'impero del crimine della HBO e addirittura diretto il bellissimo pilot, che nel 2010 era forse (dal punto di vista tecnico, almeno) una delle cose più belle mai viste sul piccolo schermo. Nei 50 minuti che portano la sua firma di momenti memorabili, anche solo dal punto di vista registico, ce ne sarebbero tanti, ma a rimanere più impresso è forse il piano sequenza di poco meno di due minuti che verso l'inizio dell'episodio ci accompagna, noi e i protagonisti, attraverso la celebre passeggiata di Atlantic City fino all'entrata di un club e che ci mostra i vari e bizzarri "festeggiamenti" per l'inizio del Proibizionismo, come per esempio un (finto) funerale per una gigantesca bottiglia di whiskey chiamata John Barleycorn.
Il secondo a cui ci riferiamo è un certo Quentin Tarantino che in TV (da regista almeno) ha fatto capolino soltanto due volte, per CSI: Scena del crimine e E.R. - Medici in prima linea. In entrambi casi ha regalato degli episodi coinvolgenti e ricchi di elementi distintivi del suo cinema, ed ovviamente non potevano mancare anche i piani-sequenza: nel suo doppio episodio Sepolto vivo (Grave Danger, 5x24 e 5x25) di CSI ricordiamo per esempio una scena in cui la macchina da presa (in stile molto tarantiniano) si muove attorno ad un tavolo ad "ascoltare" la conversazione tra i membri del team e poi segue Sara (Jorja Fox) attraverso l'intero laboratorio per recuperare dei documenti per poi tornare indietro di corsa, ma anche un lungo tracking shot che osserva l'intera scena del crimine all'inizio della seconda parte dell'episodio.
Per E.R. invece un Tarantino ancora giovanissimo - parliamo del 1995, nell'immediato post Pulp Fiction - mette a disposizione la sua tecnica per un impressionante piano sequenza di oltre due minuti che si estende per tutti i titoli di testa di Maternità (Motherhood, 1x25) e che inizia con l'arrivo al lavoro del Dr. Ross (George Clooney, che in quel periodo si divideva tra la serie e il set di Dal tramonto all'alba) che si lamenta di un cavallo che occupa il suo parcheggio, e poi attraversa piroettando le porte basculanti che dividono le varie aree di pronto intervento per spiare i vari team alle prese con diversi pazienti, per concludersi con il Dr. Green, interpretato da Anthony Edwards, che lascia una delle sale pronto soccorso affidando alle sue infermiere un giovane intossicato dal gas.
Un regista che invece ha fatto il percorso inverso, ovvero è partito dalla TV ed è arrivato a dirigere uno dei più grandi successi cinematografici di sempre, è Joss Whedon. Whedon è un cineasta dai tratti distintivi ben precisi e non è infatti un caso che tutti gli episodi di Buffy - L'ammazzavampiri da lui girati, fin dal pilot, presentino sempre dei piani-sequenza. Alcuni poi sono davvero memorabili e meritevoli di menzione: per esempio quello dell'ospedale all'inizio di La sfida - seconda parte (Graduation Day: Part 2, 3x22) con la protagonista in coma in un ospedale e intorno a lei si muovono dottori ed infermieri e si scontrano l'amato Angel e il temibile Sindaco; o quelli molteplici, drammatici e struggenti (e, a detta dello stesso Whedon, ispirati ai virtuosismi di Paul Thomas Anderson) di Un corpo freddo (The Body, 5x16).
Ed infine quello divertente, cantato e coreografato, del meraviglioso episodio La vita è un musical (Once More, with Feeling, 6x07) in cui Anya, Xander e Giles camminano e discutono per le strade di Sunnydale mentre intorno a loro gli altri abitanti danzano, cantano e addirittura una donna in procinto di beccarsi una multa (la produttrice Marti Noxon) cerca di far cambiare idea al poliziotto confessandogli, sempre in rima, di non portare le mutandine!
Whedon ha una vera e propria passione per le riprese lunghe e complesse, e infatti anche altri suoi show, sempre negli episodi da lui diretti personalmente, hanno questa caratteristica: sono presenti per esempio in Firefly, come nel bellissimo Il cacciatore di taglie (Objects in Space, 1x15), ultimo episodio prima che lo show venisse brutalmente cancellato, ma anche in Angel: per esempio nell'episodio Convinzione (Conviction, 5x01), è proprio con un piano sequenza, che parte subito dopo la sigla, che introduce noi spettatori e i suoi protagonisti, in nuova location, i diabolici uffici della Wolfram & Hart.
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I grandi drammi delle serie cable
Band of Brothers, vero e proprio capolavoro HBO, è un perfetto esempio degli ottimi risultati che si possono ottenere anche sul piccolo schermo con un budget da blockbsuter e dei produttori chiamati Steven Spielberg e Tom Hanks. Molto spesso questa serie è stata paragonata a Salvate il soldato Ryan per il realismo delle scene di guerra e, credeteci, in questo caso il complimento lo si fa allo stesso Spielberg. Ma a noi interessa parlare di piani sequenza e quindi andiamo direttamente al penultimo sconvolgente episodio Why We Fight (1x09), diretto da David Frankel, che parte con un bellissimo piano sequenza che mostra la Easy Company in mezzo alle rovine di una città tedesca e poi si chiude in modo ciclico sullo stesso violino dell'inizio.
Parlando di grandissime serie non possiamo non citare Breaking Bad e il bellissimo closing shot di Nuove identità (Crawl Space, 4x11).
Così come merita una menzione un'altra grande serie degli ultimi anni, Il trono di spade, e la spettacolare ripresa a 360° di Neil Marshall nell'episodio Il coraggio di pochi (The Watchers on the Wall, 4x09).
Ma anche l'ottima miniserie Fargo con protagonista Billy Bob Thornton.
E che dire del modo in cui ci viene introdotto, con un splendido piano-sequenza di poco più di 3 minuti, un'intera astronave e i suoi abitanti all'inizio della miniserie culto Battlestar Galactica?
Accompagnati dalle magnifiche e indimenticabili musiche di Bear McCreary
incontriamo la mitica Starbuck (Katee Sackhoff) che fa jogging sul ponte, il Comandante Williama Adama (Edward James Olmos) che prepara il suo discorso di pensionamento (povero illuso!) e tanti altri personaggi che ci accompagneranno per le 4 stagioni successive. La bellissima sequenza (nella sua interezza) potete trovarla qui.
Ridere senza fermarsi
Nel mondo delle sitcom, e più in generale delle serie multi-camera, il piano sequenza è molto più raro, ma proprio per questo quando è presente diventa quasi un evento. E' per esempio quello che è successo molto recentemente con l'episodio Charlie Work (10x04) di C'è sempre il sole a Philadelphia, andato in onda lo scorso 4 febbraio 2015, e quindi in piena Birdman-mania. Perchè citiamo il film di Inarritu? Perché a tutti l'episodio in questione non ha potuto che ricordare, almeno nella parte centrale con 7 minuti (quasi) ininterrotti e accompagnati da una colonna sonora jazz, il film con Michael Keaton, eppure gli autori negano di aver visto il film in questione prima che quella scena fosse girata. Gli crediamo? Alla fine poco importa, perché il risultato - nonostante ci siano un paio di tagli - è comunque molto interessante (ma sia ben chiaro, non è True Detective anche se gli autori inseriscono anche un alright, alright, alright in perfetto stile McConaughey).
Andando (molto) più indietro nel tempo non si può non pensare ad un classico quale Cin Cin che chiudeva il suo quarto episodio Intervista Sam (Sam At Eleven, 1x04) con una significativa inquadratura che mostrava l'intero bar. In molti invece ricorderanno il finale di Dieci sedute (Ten Sessions, 3x13) l'episodio di How I Met Your Mother in cui Ted (Josh Radnor) convince la bella Stella (Sarah Chalke) ad uscire con lui per un appuntamento anche solo per due minuti. E in quei due minuti, tutti senza stacco, prendono più volte il taxi, cenano, vedono un film e si innamorano definitivamente (o quasi...)
Sempre a proposito dell'adorabile Chalke non possiamo non citare il cult Scrubs e la divertentissima sequenza di apertura de Il mio studente (My Student, 1x17). Da notare che la scena fu rifatta più di venti volte, soprattutto per l'impossibilità da parte di Donald Faison (Turk) di segnare un canestro da tre punti. E meno male che si trattava dell'inizio della scena!
Sempre parlando di cold open, eccoci arrivati a The Office e all'episodio Nepotism che apre la settimana stagione. In poco più di due minuti tutti i dipendenti della mitica Dunder Muffin di Scranton ballano sulle note di Nobody but Me dei The Human Beinz, facendo il verso ad un video che era diventato virale durante la precedente estate.
Sai camminare e parlare contemporaneamente?
Chiudiamo questa nostra disamina dando il giusto e meritato spazio al walk and talk una caratteristica che ha fatto la fortuna di molti show, in primis quelli di Aaron Sorkin. In realtà sono tantissimi gli show che prima e dopo di lui hanno sfruttato questa tecnica del far camminare i personaggi mentre dialogano allo scopo di rendere più dinamiche delle sequenze (ed in alcuni casi intere serie) che invece avrebbero fatto annoiare la gran parte degli spettatori. E' stata una caratteristica per esempio dei più importanti medical (dal già citato E.R. a Dr House) ma anche di altri celebri show quali I segreti di Twin Peaks, ma nessuno è mai riuscito a sfruttarla come l'autore di Studio 60 on the Sunset Strip e The Newsroom, che ha unito i suoi tipici e serratissimi dialoghi alla versatilità dietro la macchina da presa del fedele Thomas Schlamme.
Gli esempi migliori però si trovano nelle prime due serie, come nel caso di Sports Night e questa fantastica conversazione tra Josh Charles e Teri Polo nell'episodio The Sword of Orion (1x18).
Nel capolavoro di Sorkin, West Wing, i piani-sequenza si sprecano fin dal pilot, ma per far capire ancora meglio il vero significato di walk and talk, forse non c'è nulla di meglio di questo estratto da Cinque voti in meno (Five Votes Down, 1x04).
Se c'è quindi una persona che più di tutti ha probabilmente contribuito a rendere il pubblico delle serie TV avvezzo ai piani sequenza e alle scene senza stacchi, questi non è un regista ma uno sceneggiatore grazie a questo suo "vezzo" che tutti gli riconoscono. Volete un'ulteriore prova? Vedete lo stesso Sorkin insieme a Tina Fey in questa parodia del walk and talk presente in 30 Rock, e siamo certi che ci perdonerete se in questo caso il piano sequenza manca, a volte è il pensiero che conta.