Nessuno sembra rimpiangere particolarmente il 2016, da tutti i punti di vista. Ma il cinema non ha smesso di regalarci emozioni e visioni indimenticabili nemmeno in questi lunghi e tribolati dodici mesi. Come ogni anno, quindi, abbiamo sottoposto i nostri redattori alla tradizionale ordalia di scegliere i loro 20 film preferiti tra quelli usciti nelle sale italiane nell'anno appena archiviato. Vi presentiamo il risultato in una serie di articoli, che culminerà con la proclamazione della top 20 cumulativa, ricavata dalle preferenza di tutto il gruppo. Oggi tocca a Stefano Lo Verme, Rosa Maiuccaro e Luca Ottocento.
La top 20 di Stefano Lo Verme
Da un lato, quel trionfo di drammaturgia partorito dal connubio fra la penna di Aaron Sorkin e l'incalzante regia di Danny Boyle; dall'altro, il classicismo modernissimo e le emozioni sapientemente cesellate dal tocco raffinato di Todd Haynes e da un'indimenticabile coppia di protagoniste. Il ritratto in chiaroscuro di Steve Jobs e l'ineffabile poesia di Carol sono i miei tesori irrinunciabili di uno splendido anno di cinema, in cui a ritagliarsi un posto speciale nel mio cuore sono stati anche altri personaggi magnificamente fragili e coraggiosi: dalla tenerissima Mistress America di Greta Gerwig nell'apologo generazionale di Noah Baumbach ai due amanti alle prese con la ridefinizione di un'identità sessuale nel melò Laurence Anyways di Xavier Dolan. Dolan è presente in classifica pure con lo struggente Kammerspiel È solo la fine del mondo; un'impresa mancata per un soffio da Pablo Larrain, di cui ho adorato il funambolico Neruda, mentre Il club si attesta sulla soglia della top 20. Tra gli altri titoli che trovate nella classifica di seguito, ci sono anche l'inquietudine e la potenza della messa in scena dell'horror It Follows, le suggestioni di Revenant - Redivivo, l'incubo lisergico di The Neon Demon, la meraviglia fuori dal tempo di The Assassin, la scioccante immersione nell'Olocausto de Il figlio di Saul e la gelida eleganza a tinte noir di Animali notturni.
1) Steve Jobs
2) Carol
4) It Follows
6) Neruda
11) Weekend
12) Little Sister
14) The Assassin
17) Ti guardo
18) Ave, Cesare!
19) Animali notturni
La top 20 di Rosa Maiuccaro
L'unica certezza del 2016 risponde al nome di Pablo Larraín, il regista più insostituibile che con ben due film (in attesa di goderci Jackie) attesta un coraggio e un talento fuori dal comune. Ciò nonostante in cima alla mia classifica trovate Paterson, un Jim Jarmusch particolarmente ispirato, un vero incanto. Indubbia l'importanza storica de Il figlio di Saul, l'esordio più folgorante dell'anno e probabilmente il più bel film che sia mai stato realizzato sull'Olocausto, e di The Birth of a Nation. Xavier Dolan non poteva mancare con il suo Laurence Anyways, un inno alla vita, alla diversità e alla libertà di insuperabile impatto emotivo. Merito soprattutto degli attori la presenza in classifica de La Comune di Thomas Vinterberg (con una maestosa Trine Dyrholm) e di Room (con il premio Oscar Brie Larson). È il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki e non Leonardo DiCaprio a garantire un piazzamento a Revenant mentre le divine Cate Blanchett e Rooney Mara bastano a Carol per ridefinire i canoni del romanticismo. Se Michael Moore ci regala il documentario più spassoso dell'anno, Jia Zhang-Ke realizza il suo film meno compreso e celebrato. Un buon 2016 per il cinema italiano che ho valorizzato con due dei film più originali (nel caso di Lo chiamavano Jeeg Robot) ed emozionanti (La pazza gioia). Insuperabile Luca Marinelli, un talento da preservare.
1) Paterson
2) Neruda
5) Steve Jobs
6) Carol
7) Il club
10) Laurence Anyways
11) Room
12) La comune
13) La pazza gioia
15) Ti guardo
20) Anomalisa
La top 20 di Luca Ottocento
Mai come quest'anno mi sono trovato in difficoltà a ridurre le mie preferenze cinematografiche a soli 20 titoli. Il 2016 ha infatti offerto un gran numero di ottimi film ed è stata davvero dura lasciarne fuori così tanti meritevoli, che in altri anni non avrebbero fatto fatica a rientrare in una top 20. Magari non è apparso un grande capolavoro in grado di appropriarsi della prima posizione con indiscussa autorevolezza, ma è stato tutt'altro che semplice scegliere di non includere film come Neruda, Perfetti sconosciuti, 1981: Indagine a New York, La grande scommessa, Un padre, una figlia, La mia vita da zucchina, Fiore, La pazza gioia, Hell or High Water, Zootropolis, Fai bei sogni, Suffragette e The End of the Tour, giusto per citarne alcuni.
In un contesto così equilibrato, ho scelto allora di premiare con le prime due posizioni le opere che più mi hanno sorpreso e commosso, quelle che mi sembra abbiano avuto il coraggio di osare con maggiore forza, raggiungendo inattese vette poetiche: il vibrante, intimo e profondo piccolo film sperimentale di Laurie Anderson Heart of a Dog e il grandioso documentario di Yann Arthus-Bertrand Human, realizzato nel corso di svariati anni alla ricerca del senso del nostro essere umani nel mondo.
2) Human
4) Frantz
6) Carol
7) Fuocoammare
12) Anomalisa
14) Paterson
16) Room
18) Aquarius
19) Sully
20) Steve Jobs
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