I love this game
Potrebbe sembrare l'ennesimo remake, potrebbe essere una commedia qualunque, potrebbe apparire uno scarto di magazzino da spedire nell'arena (le sale) quando è vuota.
L'altra sporca ultima meta non è nulla di tutto questo.
Paul Crewe (Adam Sandler), giocatore di football americano in disuso a causa di una partita truccata, riesce, per un inseguimento in auto, a farsi arrestare e a finire in prigione. Non un carcere qualsiasi, ma un carcere dove il direttore è un grande tifoso di football e ha il desiderio di vincere il campionato dei secondini. Paul propone quindi di allenare una squadra di sparring partner composta da carcerati come preparazione ufficiale per le guardie. Il gioco però comincia a farsi duro e nessuno, si sa, è disposto a perdere.
Remake de Quella sporca ultima meta del '74 diretto da Robert Aldrich, il film di Peter Segal non ha l'obiettivo semplice di fare soldi al botteghino con una sceneggiatura solida. L'altra sporca ultima meta rappresenta l'America in tutti i suoi aspetti. C'è Adam Sandler che è ebreo, una schiera di uomini di colore, il buono e furbo (Chris Rock), i veri giocatori di football Irvin, Romanowski e Bosworth, alcuni wrestler (Goldberg e Austin) e il kickboxer Bob Sapp, le guardie paranaziste, la vecchia gloria Burt Reynolds (protagonista del primo film), la star della musica R'n'B Nelly, e tanta musica, dal rap agli Ac/Dc. E per finire la religione: il football.
Tutto è studiato ad hoc, senza tuttavia essere stereotipato, e spinge alla risata numerose volte, soprattutto nei momenti in cui vengono selezionati i giocatori per la squadra dei detenuti. Viene in mente l'allenamento di Palle al balzo, in puro stile torte in faccia, ritorno a una comicità immediata e un tantino demenziale. Sandler è un perfetto maestro di cerimonie e gestisce la truppa senza mai essere sopra le righe. Si vede la sua esperienza di attore di buon livello.
L'unico difetto che si può addurre a questo film è l'impossibilità per i non americani di riconoscere tutti i personaggi che costruiscono questo piccolo microcosmo.
Ad ogni buon conto L'altra sporca ultima meta è un film da vedere per divertirsi e comprendere quanto, alcune volte, rifare un film, mantenendo un finale identico, significhi crearne uno nuovo, figlio dei tempi in cui è girato.