Filippo Timi sconfigge ogni pregiudizio sul piccolo schermo e si concede un'incursione in TV con I Delitti del BarLume, due film in onda su Sky Cinema 1 HD lunedì 11 e 18 novembre, ispirati ai bestseller di Marco Malvaldi (Sellerio Editore) e prodotti da Palomar di Carlo Degli Esposti.
La storia, diretta da Eugenio Cappuccio e sceneggiata da Francesco Bruni con Cosimo Calamini, Ottavia Madeddu e lo stesso scrittore, prosegue l'avventura produttiva di Sky Italia. Lo raccontano Andrea Scrosati (Vice President Programming & Promotions) e Nils Hartmann (Direttore Produzioni Originali) che dopo Romanzo Criminale - La serie e In Treatment hanno già in cantiere Gomorra - La serie, probabilmente in onda ad aprile 2014, e 1992 con Stefano Accorsi.
Massimo (Filippo Timi) è il proprietario del bar che dà il nome ai film e, con l'aiuto di quattro vecchietti piuttosto arzilli, alterna l'attività commerciale alle indagini. Ampelio, suo zio, è interpretato da Carlo Monni, scomparso di recente mentre Lucia Mascino (Una mamma imperfetta) interpreta il commissario Fusco.
Qual è la nuova sfida di Sky? Andrea Scrosati: Questa produzione si aggiunge a quelle che Sky sta finalizzando. Ci hanno detto che parliamo solo di pornostar, assassini o personaggi ai margini, invece qui vedrete qualcosa di diverso.
Nils Hartmann: Leggendo Malvaldi ne ho apprezzato l'equilibrio tra commedia e poliziesco in una provincia in cui il tempo subisce dilatazioni fortissime. Noi abbiamo cercato di trasferire in TV lo stile e la delicatezza già apprezzati dal pubblico letterario. Dal punto di vista editoriale affrontare la commedia ha portato una boccata d'ossigeno e abbiamo ottenuto un risultato cinematografico.
Davvero non c'è differenza oggi tra cinema e tv? Filippo Timi: Nessuna! A me la TV piace, ne guardo moltissima e credo che molte serie siano più belle, qualitativamente parlando, di certi film. Questo progetto è scritto bene, con super attori nel cast e tanto divertimento. Sarei stato un cretino a dire no.Piero Degli Espositi: In realtà all'inizio ho dovuto mandargli una lettera per convincerlo.
Filippo Timi: Sono un po' snob, quello è vero, perché in TV a volte manca il tempo per fare bene il lavoro. Mi considero abbastanza bravo, ma mi piacere essere serio e delle 10 settimane di riprese a me ne servono 3 perché balbetto. (Ride) Scherzi a parte, all'inizio il mio era un no, ma poi qui ho ritrovato qualità, originalità e anche il tempo per farlo.
Un Umbro sarà credibile nei panni di un Toscano? Piero Degli Espositi: Timi nel suo intimo è toscano, come è successo con Montalbano (e Luca Zingaretti, che non è siciliano, ma romano, ndr.)! (Ride)
Quanto è simile la serie TV ai libri? Eugenio Cappuccio: La commedia unisce tutto, anche se i film si distaccano il necessario dai libri perché si crea un'altra realtà.
Marco Malvaldi: Sto scrivendo il quinto libro della saga perchè mi ci diverto.
Quindi ci saranno altri film TV? Andrea Scrosati: Uno degli elementi forti dell'idea è proprio quella di andare Avanti.Filippo Timi: Io lo spero. Non vedo l'ora di fare rinascere il personaggio, è come coltivare un alter ego, e poi sarà un modo per rivedere queste persone con cui ho stretto un rapporto che va oltre quello professionale. Questo set dà gusto: mi ci son trovato proprio bene.
Qual è il ricordo di Monni sul set?
Marco Malvaldi: Eugenio Cappuccio quando dirigeva i vecchietti fischiettava una musichetta per dar loro il ritmo con cui si sarebbero dovuti muovere. E prima del ciak diceva sempre: "Monni, per favore, dacci qualche consonante!".
Eugenio Cappuccio: La sua mancanza è dolorosa e il personaggio resta nel ricordo di tutti. È vero, all'inizio il rapporto con lui non è stato facile perché parlava un toscano stretto ma poi è scattata quella molla magica tra regista e attore.