Alessandro Benvenuti ama definirsi il "badante" degli altri tre bimbi, i pestiferi pensionati de I delitti del BarLume che passano il tempo al bar di Pineta a giocare a carte, bere sprizzini e ficcare il naso delle morti improvvise che si verificano nella cittadina toscana. Benvenuti è entrato a far parte della serie dopo la morte di Carlo Monni con un ruolo scritto appositamente per lui, quello del burbero Emo Bandinelli, ex suocero di Massimo Viviani (Filipppo Timi). Tra i bimbi, Emo è il più intraprendente. Come anticipa la nostra recensione de I delitti del Barlume 9, composta dagli episodi Compro oro e A bocce ferme, stavolta di Emo potremo apprezzare il lato action, tra immersioni e fughe rocambolesche, ma già l'anno scorso, in piena pandemia, era l'unico a continuare ad andare in giro per Pineta mentre i suoi tre amici si erano rifugiati dietro lo schermo del pc per timore del contagio.
"Quella è stata una precauzione molto dolce presa per proteggerli" spiega Benvenuti. "Sono tre rompicoglioni, ma senza di loro mi sono sentito solo anche se ho colto l'occasione per lavorare con gli altri attori. Di solito i bimbi sono un po' un mondo a sé. Le puntate della nona stagione, in realtà, erano state scritte per l'ottava, ma l'emergenza sanitaria e i protocolli ci hanno reso impossibile girarle. Così sono state scritte altre due puntate apposta in fretta e furia".
Una serie semplice, ma mai banale
I delitti del BarLume è stata una delle prime serie a inglobare la pandemia e le sue conseguenze. L'ottava stagione ha raccontato la psicosi da virus e il lockdown, adesso sono rimaste le mascherine che gli attori tolgono e mettono a seconda di dove si trovano. Per Alessandro Benvenuti questa scelta narrativa è stata fatta "nella maniera più naturale possibile perché la serie si basa sulla rappresentazione della realtà del momento. Il BarLume rappresenta la quotidianità. E poi sul set c'è grande attenzione, la nostra è una delle poche serie che ha finito le riprese senza avere positivi".
I delitti del BarLume 8, Roan Johnson: "La serie è il nostro vaccino contro il COVID-19"
Secondo Benvenuti, la forza de I delitti del BarLume sta proprio in questa dimensione familiare legata anche alla location di Marciana Marina, sull'Isola d'Elba, dove lo show viene girato ogni estate: "È la storia di un paesino in stile anni '60 e delle persone semplici che ci vivono. Piace alla gente perché porta un po' di gioia. È semplice, ma non banale. Marciana Marina è una madre calma, ormai si è instaurato un equilibro e quando arriviamo gli abitanti ci accolgono come se facessimo parte della comunità. Merito anche della capacità di Roan Johnson di creare un clima di complicità sul set. A Roma tutti i macchinisti vorrebbero lavorare al BarLume, a chi non piacciono due mesi all'Elba, due mesi di aperitivi al tramonto sul mare?"
La dimensione satirica del BarLume e quella politica
I delitti del BarLume si caratterizza per la forte impronta di toscanità che pervade lo show a partire dai romanzi gialli di Marco Malvaldi, che ha avuto il merito di ideare un luogo come Pineta, un luogo dove "ogni tanto ci sono un paio di morti, ma i più simpatici continuano a vivere". E di comicità toscana Alessandro Benvenuti, fondatore dei Giancattivi negli anni '70, ne sa qualcosa. "Noi toscani siamo sarcastici" spiega. "Mentre i napoletani hanno una visione del mondo tragica, una poetica che si basa sulla fame, basti pensare a Totò, noi non abbiamo sperimentato quelle miserie. Essendo il media più benestanti e salottieri, avevamo tempo libero per fare le burle. Il primo cabarettista è stato Dante Alighieri che, nella Divina Commedia, si è tolto un bel po' di sassolini dalla scarpa".
Ma l'attore e regista toscano non nasconde che aspirerebbe a vedere un po' più di coraggio da parte degli sceneggiatori sul versante politico. La satira politica è parte essenziale della comicità toscana e della sua produzione cinematografica e talvolta trova spazio anche nel BarLume "ma non abbastanza. I quattro bimbi sono degli anarchici, a parte il Rimediotti, che è democristiano. Nella serie manca un po' la discussione politica dei bar, dibattiti che in Parlamento se li sognano. Ogni tanto provo a suggerirlo, ma finora c'è stata solo la scena del canto degli anarchici all'arrivo di Beppe".
Lunga vita al BarLume, dunque, serie che, nonostante la longevità, non accenna a stancare il pubblico. Ma che futuro sogna Alessandro Benvenuti per il suo Emo Bandinelli? "Un futuro grandioso!" esclama lui. "Ho già in mente lo spinoff, La coscienza di Emo, voglio scrivere il testo teatrale con Malvaldi. Emo ha sangue anarchico, mi ricorda mio padre, avrebbe una storia incredibile da raccontare . Lo vedo combattere contro gli hacker e la proliferazione dei telefonini, predice l'amore con violenza. I bimbi sono un po' sacrificati a livello drammaturgico, gli darei più spazio. Ma non sono io a decidere, anzi, sono già felice a essere nello show".