Sembra un'impresa folle, ma sopravvivere al 2016 è possibile. Nell'anno più funesto e mortifero di sempre per il mondo dello spettacolo, esistono volti destinati a rimanere impressi, personaggi che ricorderemo per aver segnato gli ultimi dodici mesi e beffato la Morte grazie a storie, film, serie capaci di renderli in qualche modo memorabili e immortali. Ci sono riusciti in modo diverso; per l'impeto emotivo dei loro racconti, per il loro aspetto buffo, per il loro carisma, per il loro carattere complesso, grazie all'eco del loro stesso mito che proprio non vuole saperne di spegnersi.
Basta dare un fugace sguardo alla lista che segue per accorgersi di quanto sia difficile legare con un fil rouge queste donne caparbie e questi eroi mascherati, queste strambe creature e queste mitiche figure di mondi lontani o tanto simili al nostro. Di sicuro tutti, nessuno escluso, hanno avuto il merito di colpire lo sguardo del pubblico, scatenando discussioni, creando identificazioni e risollevando moti nostalgici. In ogni caso sono loro i protagonisti di questo 2016 segnato da mazze da baseball e rivincite, resurrezioni e consacrazioni. Un anno dove il cinema e le serie tv camminano ormai mano nella mano, senza vecchie presunzioni, senza più complessi di inferiorità.
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Cosa è successo quella notte? Ce lo dice John Stone
"Non mi accollo il peso della verità. Non finché posso evitarlo". Secondo il brillante e squattrinato avvocato John Stone la giustizia è qualcosa che va maneggiata con cura, parsimonia, estrema attenzione. Niente dev'essere tralasciato o sbandierato, nemmeno la presunta innocenza di un ragazzo accusato di omicidio. Con The Night Of, una delle serie più apprezzate dell'anno, HBO dipinge un personaggio sui generis, caratterizzato da uno strano eczema ai piedi, allergie, tic e incertezze. Un ruolo complesso che doveva essere di James Gandolfini, ereditato da un John Turturro dotato del suo solito, fulgido talento.
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Collo da colibrì e spalle larghe - Giulia DeMartino
Voce leggermente roca e viso paffuto. Lineamenti dolci e sguardo determinato. Collo da colibrì e spalle larghissime. La Giulia De Martino del sorprendente Veloce come il vento sembra perennemente sospesa tra fragilità e forza. Una ragazza che non ha il tempo per esserlo, costretta a diventare subito donna, responsabile anche di un fratello maggiore da riportare (letteralmente in pista). Il personaggio fa parlare di sé sia per la bontà del film di Matteo Rovere che per il notevole esordio di Matilda De Angelis, attrice e cantante già etichettata come la "nostra Jennifer Lawrence". La aspettiamo con impazienza su nuove prove per capire se il paragone sia giusto o meno. O magari se le stia persino stretto. Perché no?
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Piccolo, peloso e cleptomane - Lo Snaso
Lo ricorderemo come il risveglio della magia, l'atteso ritorno del fascino potteriano capace di evocare nuove meraviglie anche lontano dalle familiari mura di Hogwarts. Ad Animali fantastici e dove trovarli basta una valigia per tornare ad ammaliare sguardi nostalgici degli incantesimi che furono. Dentro il bagaglio dello svagato Newton Scamander scalpitano creature affascinanti ed altre decisamente buffe. Insomma, avete capito che tutto conduce allo Snaso, piccolo e audace cleptomane affascinato da tesori e oggetti luccicanti. Alla goffa bestiola bastano poche scene per essere annoverato tra i personaggi comici dell'anno, e le sue gif animate che hanno invaso il Web sono lì a testimoniarlo. Ulteriore nota di merito per la razza degli Snaso: una loro delegazione ha distrutto l'ufficio di Dolores Umbridge. Come non amarli.
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Non fategli domande - Flash
In un film brillante e divertente avere ottimi tempi comici è fondamentale. Questo il bradipo Flash lo sa benissimo, così ha deciso di prendersi tutto il tempo del mondo. Zelante impiegato della motorizzazione di Zootropolis, il nostro è dotato di una lentezza inenarrabile; quando parla, quando ride, quando pigia tasti sulla tastiera, quando esiste, ma non quando guida. Il suo nome è un ossimoro e lo sketch che lo vedo assoluto protagonisti è uno dei più divertenti nella storia della Walt Disney. E non solo.
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P per vendetta - The Punisher
La corona del cattivo di Hell's Kitchen pesa tantissimo. Raccogliere la scomoda eredità del gigante iracondo meglio noto come Wilson Fisk sarebbe ardua impresa per chiunque, ma non per il nostro Frank Castle. La seconda stagione di Daredevil ha basato tutta la sua lunga attesa sul simbolo scheletrico dello spietato Punitore Marvel, e le aspettative non sono state deluse. Il merito è anche di un Jon Bernthal ruvido, ispido, eccezionale nel dare al suo personaggio delle motivazioni credibili e un'idea di giustizia diversa da quella di Matt Murdock. Una questione morale che colpisce di più delle sue raffiche di proiettili.
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L'ultima ballata di Daisy Domergue
Dopo i dieci piccoli indiani di Agatha Christie, vennero gli otto piccoli infami di Quentin Tarantino. Nel suo logorroico western da camera impregnato di sangue, neve e diffidenza reciproca, l'autore americano elegge la sua Daisy a regina dei bastardi. In mezzo a questo ristretto manipolo di fuorilegge, boia e cacciatori di teste, quello di Jennifer Jason Leigh è il personaggio più temuto e per questo più offeso, picchiato, trasfigurato in una maschera di sangue, segnata da un sorriso beffardo e irridente. Senza dimenticare quella ballata folk (Jim Jones at Botany Bay) strimpellata in faccia al suo carceriere John Ruth, preludio di un finale violento e amarissimo come un pessimo caffè.
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Provaci ancora, Rocky
È stato il sogno di molti: dalla mitica scalinata di Philadelphia con tanto di iconico pugno al cielo alle scalette del palco del Dolby Theatre, per ritirare un Oscar che sarebbe stato più che meritato. E invece no. Invece Sylvester Stallone la statuetta per la sua dolente prova in Creed - Nato per combattere non l'ha portata a casa. Così come il suo alter ego Rocky Balboa, Sly incassa una sconfitta coerente con la filosofia di vita di chi non si arrende mai, di chi invece di vincere, impara dai propri fallimenti. Il film di Ryan Coogler è dedicato al giovane Adonis, figlio di Apollo, ma si sofferma spesso sullo sguardo stanco di Stallone. Un attore che, attraverso il suo personaggio più amato, ha finalmente imparato ad accettare la sua vecchiaia, a fare i conti con il tempo che passa. Il suo Rocky, invece, resterà. Sempre.
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Nuove meraviglie: Wonder Woman
Il figlio di Krypton o il Cavaliere Oscuro di Gotham? Il dio luminoso o l'uomo delle tenebre? Nessuno dei due, grazie. Nonostante il Batman di Ben Affleck sia stato una nota felice di Batman v Superman: Dawn of Justice, è davvero impossibile non inchinarsi dinanzi alla Wonder Woman di Gal Gadot. Elegante, combattiva, essenza pura della femminilità, Diana Prince ha ammaliato con la classe di uno sguardo e convinto con l'efficacia della sua agilità sul campo. La sua entrata in scena nei panni della "donna meravigliosa" è resa ancora più memorabile dal miglior tema musicale composto da Hans Zimmer per il film di Zack Snyder, con quella chitarra elettrica che dà il benvenuto ad una nuova divinità cinematografica.
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Il Papa si chiama Giuda
La fumata bianca è quella di una sigaretta. Il Papa interpretato da un attore che si chiama Giuda è destinato a tradire rassicuranti aspettative, e così accade. Il Lenny Belardo di Jude Law dovrebbe essere un padre, ma è solo un figlio deluso. Dovrebbe essere guida luminosa, ma cerca l'ombra, l'anfratto tra il dubbio e la certezza, il Bene e il Male. Paolo Sorrentino si interroga su Dio e sull'uomo attraverso una serie tv contraddittoria, esistenziale, introspettiva e onirica. E Jude Law diventa il suo antidivo meglio celebrato grazie all'introspezione che solo le serie sanno concedere. Forse, caro Paolo, il piccolo schermo ti ha rapito. Forse this must be the place.
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Dolores nel West senza meraviglie
Vestita come l'Alice di Lewis Carroll, Dolores vive in un paese dove l'unica meraviglia è lei, uno dei tanti host che popolano Westworld, automi dalle sembianze umane programmati per assecondare i piaceri più bassi degli uomini: sesso, violenza e nessuna voglia di vera avventura. È stato difficile scegliere un rappresentato per quella straordinaria opera filosofica di nome Westworld, ma siamo certi che il buon Dottor Ford e la tenace Maeve capiranno. Dolores è l'anima dello show scritto da Jonathan Nolan e Lisa Joy, l'individuo a cui è dedicata l'intricata ricerca di coscienza, l'angelo celeste pronta a scatenare l'inferno quando viene capo del suo stesso labirinto mentale. Di lei ricorderemo i meravigliosi dialoghi con il Bernard di Jeffrey Wright, l'amore tormentato con William e soprattutto quello che schiaffo che chiude la puntata pilota per aprire una serie magnifica
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Plata o plomo? Pablo!
"Pablo Muore". Così Netlflix decide di presentare la seconda stagione del sua amata serie dedicata alle vicende, a metà strada tra la realtà e la finzione narrativa, del celebre narcotrafficante colombiano Escobar. Capiamo bene che la forza di Narcos non è tanto nella sorte del suo protagonista, ma sulla condotta dell'imprevedibile Escobar interpretato da un compassato Wagner Moura, ma nelle azioni e nella scelta di un personaggio contraddittorio e per questo verosimile. Lui che ordina omicidi e poi si impietosisce per la morte di un cane, lui che inquieta con quello sguardo oscuro, la posa perennemente pensierosa del suo corpo imbolsito e poi indossa una serie di maglioni per niente minacciosi.
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Bimbo ragno! - Spider-Man
Due parole, un urlo, e tutti a spalancare gli occhi sugli schermi di pc, tablet e smartphone. Arriva il trailer di Captain America: Civil War e, alla fine, Iron Man urla: "Bimbo ragno!". Ed ecco arrivare il tanto atteso terzo Spider-Man della storia del cinema, interpretato dal giovanissimo Tom Holland. Il web impazzisce e in pochi minuti non c'è bacheca senza la sua già iconica posa con tanto di scudo in vibranio in mano. Poi arriva il film e il nuovo Uomo Ragno, protetto e incoraggiato da un paterno Tony Stark, si dimostra subito convincente. Uno dei pochi portatori di sana leggerezza e di pura meraviglia in un film cupo e drammatico come Civil War. E non facciamo finta che avere al suo fianco la Marisa Tomei nei panni di Zia May non conti affatto.
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Incontri ravvicinati: Undici
In un mondo che ama contare sino a dieci, lei rappresenta l'eccezione. Lei è speciale, lei è diversa. Prima ragazzina da proteggere e dopo arma letale dai poteri strabilianti, Eleven è stata definita una via di mezzo tra E.T. e una piccola versione di quella Imperatrice Furiosa apprezzata in Mad Max: Fury Road. Di sicuro Stranger Things, assieme al suo alone di mistero e nostalgia al profumo di anni Ottanta, ha svelato al mondo il talento spontaneo e vibrante di una Millie Bobby Brown dolce eppure inquietante. Il voto alla sua performance glielo assegna il suo stesso personaggio.
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Il nostro cuore è uno Zingaro
Un eroe riluttante battezzato in un Tevere fetido. Una ragazza strappata ad una squallida vita di abusi nel giro della malavita romana. Un cattivo malato di popolarità, illuso e poi rigettato da un'effimera notorietà televisiva. Il vero nemico, per una volta, può essere la lavatrice mediatica italiana, piena di talent da prendere e buttare. La grande intuizione di Lo chiamavano Jeeg Robot è stata quella di contestualizzare il suo racconto in Italia, rendendolo così credibile nonostante il nostro cinema sia allergico al genere supereroistico. Il resto lo fa il villain eccezionale di un Luca Marinelli, finalmente consacrato a grande attore qual è. Il suo Zingaro è un ragazzo disperato, inquietante, maldestro nelle sue manie di grandezza destinate alla frustrazione.
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Gli occhi del lupo: Jon Snow
Una questione di primi piani, di occhi che prima si spalancano nel bel mezzo di una resurrezione e poi fanno luce su un passato sorprendente. Il volto è quello del prode Jon Snow, risorto a nuova vita dal tradimento dei Guardiani della Notte per essere eletto ad eroe tragico de Il trono di spade. Da una parte la rinascita del "bastardo", dall'altra il riscatto di un padre (Ned Stark) che per amore di suo nipote ha macchiato il suo nome. Snow, invece, rimane puro e candido come il nome che porta, non più onta di antichi tradimenti, ma il simbolo della purezza che porta nel cuore. Un purezza persino coraggiosa, sottolineata dal gesto quasi suicida di uno degli episodi più appassionanti dell'anno: La battaglia dei bastardi.
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Il redivivo ricandidato - Hugh Glass
Il vero redivivo è il film stesso, sopravvissuto a se stesso, dopo una produzione lunga e sofferta. Eppure la storia di caparbia tenacia raccontata da Revenant - Redivivo assomiglia tanto all'ostinazione di Leonardo DiCaprio. Così come il suo Hugh Glass, anche l'attore ha dovuto soffrire (ben altre) pene e sofferenze, pur di arrivare finalmente alla vittoria del tanto agognato Oscar. Alejandro González Iñárritu affligge, violenta e spinge il suo personaggio oltre ogni umana sopportazione. Lo disidrata, lo ferisce e lo sotterra per poi elevarlo verso la statuetta. Almeno per chi scrive, prima di resistere all'orso, il buon Leo avrebbe meritato ancora di più quando domò "i lupi" di Wall Street.
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La folle bellezza - Harley Quinn
Il Joker ha smesso di essere un jolly solitario. Adesso il pagliaccio di Gotham City è un re che ha bisogno della sua regina, ha bisogno di Harley Quinn. L' ex psichiatra dell'Arkham Asylum, affascinata e plagiata dal sorriso cromato di Jared Leto, è l'assoluta protagonista di Suicide Squad, scheggia impazzita che nonostante il suo labile equilibrio psicologico è una delle poche a impegnarsi per il bene del film. Il fascino di Margot Robbie, la sua bellezza clamorosa e perturbante e i presupposti del suo torbido rapporto con Joker sono i salvagente di un cinecomic claudicante. Il look sfrontato del personaggio, tra mazza da baseball, capelli colorati e glitter ha fatto il resto, generando intere schiere di emulatrici. Chi era al Lucca Comics quest'anno lo sa bene.
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Una mazzata lunga mesi - Negan
Preceduto da memorabili pagine di fumetti, ancora sporche di sangue e cervella, Negan si è fatto attendere come solo i grandi amano fare. Una stagione intera di The Walking Dead con il fiato sospeso, pronti ad accogliere il villain capace di far impallidire il Governatore e di rubare la scena persino a Rick. Il momento fatidico arriva nell'ultima puntata della sesta stagione: la porta di un camper si apre, ed ecco un ghigno vestito di pelle che avanza verso i nostri beniamini, accompagnato dalla fedele Lucille, nome di un'amante che di mestiere fa la mazza da baseball ferrata. Giusto il tempo di un ambarabà ciccì coccò e il carismatico personaggio di Jeffrey Dean Morgan entra di prepotenza nella storia della tv con un cliffhanger clamoroso, azzardato, vincolante. Un ricatto lungo un'estate, una promessa mantenuta grazie ad una prima metà di settima stagione dove Negan si è già dimostrato fondamentale per calamitare il pubblico grazie al suo sadico fascino.
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Guardaci negli occhi, Deadpool
Batman duella con Superman. Iron Man si schiera contro Capitan America. E intanto Deadpool se la ride. Il ghigno compiaciuto e guascone del logorroico supereroe capace di abbattere la quarta parete e di parlarci negli occhi (anche sotto un maschera) è l'emblema di chi ha beffato tutti quanti. Ammettiamolo: il 2016 non è stato un anno memorabile per i cinecomic, e in questo clima nebuloso per un genere forse stanco Deadpool ha rappresentato un'inaspettata ventata di aria fresca. Un personaggio consapevole di esserlo, un'ironia sboccata e un registro metatestuale, assieme ad una campagna pubblicitaria perfetta per tono, fanno dell'eroe sfregiato interpretato da Ryan Reynolds l'antieroe di cui avevamo bisogno. Ma questo lui lo sa già. Vero, mattacchione?
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Il Male respira ancora - Darth Vader
Siamo alle battute finali di Rogue One: A Star Wars Story, e un atroce pensiero attraversa la mente dell'affezionato spettatore starwarsiano: "Possibile? Questo è il primo film della saga senza spade laser!". Un timore scacciato via con brutale veemenza dall'entrata in scena assolutamente memorabile, emozionante ed esaltante di Darth Vader. Lo avevamo lasciato undici anni fa, appena dopo l'addio ai resti di Anakin Skywalker di cui è composto, per ritrovarlo più in forma che mai. Ed è grazie a lui, ovvero il più iconico cattivo della storia del cinema che il Male riscopre i suoi semplici ingredienti: una luce rossa, un respiro, una maschera nera come il petrolio. Ed è subito mito.
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