"Allons public de la Patrie, les jours de gloire sont arrivés...". E ci fermiamo qui con l'adattamento de La Marseillaise, che in Francia si rischia la condanna per vilipendio per molto meno. Ma la tentazione era irresistibile, visto che per i film d'oltralpe i giorni di gloria sono davvero arrivati, e non da ora. Mentre qui da noi il mercato cinematografico continua ad arrancare in attesa di miracoli come i 15 milioni di euro portati a casa da Alessandro Siani, in Francia le public continua ad affollare le sale e soprattutto fa la fila per andare a vedere i film di casa: les français sont fous per le pellicole made in France - o meglio, réalisé en France, amano andare al cinema ma soprattutto vanno pazzi per i loro film. Cifre da capogiro che da noi rimangono un miraggio: tanto per fornire un paragone, i 15 milioni appunto incassati da Siani con Si accettano miracoli, corrispondono più o meno all'incasso di un film come Bambole russe di Cédric Klapisch del 2005 che in un'ideale classifica dei maggiori incassi francesi degli ultimi dieci anni non rientra neanche tra i primi 20 posti.
Al di là dell'ampiezza del bacino di utenza di riferimento, molti sono i fattori alla base di questa tendenza: ovvero quando il luoghi comuni dello sciovinismo e del nazionalismo si tramutano in vere e proprie leggi e politiche concrete atte a valorizzare e dare visibilità all'industria cinematografica nazionale. Quello francese costituisce un modello che ne consente lo sviluppo e il sostegno a livello di produzione, di distribuzione ma anche di scrittura e realizzazione, fino al rinnovo e alla salvaguardia delle sale cinematografiche. Ne è solo un piccolo esempio la legge in vigore dal 1947 per cui ogni volta che un film viene visto al cinema o in altro contesto, una percentuale dell'incasso viene destinata alla produzione cinematografica nazionale.
"Campione d'incassi in Francia"
Non è più una novità ormai, vedere arrivare in Italia i film d'oltralpe accompagnati dall'immancabile slogan "grande successo" o "campione d'incassi in Francia", anche più di uno a stagione: e normalmente ogni anno ce ne uno che fa il botto vero in patria, e riesce magari a funzionare anche all'estero. Sono quasi sempre le commedie a farla da padrone, genere in cui i francesi sono diventati dei veri e propri maestri, capaci di sfornare pellicole che non hanno nulla da invidiare a quelle dei grandi studios hollywoodiani: indipendentemente dai contenuti artistici, si tratta quasi sempre di prodotti ottimamente confezionati a livello tecnico, di scrittura, di regia e di recitazione. Soprattutto (e questa è forse la più grande differenza con le commedie nostrane), salvo rare eccezioni si tratta sempre di prodotti perlopiù dal profilo internazionale e quindi esportabili, o comunque riproducibili con dei remake adattabili alle culture e al tessuto sociale dei vari paesi.
On y va au cinéma?
Ultimo fenomeno in ordine di tempo è la commedia Non sposate le mie figlie!, che arriva adesso anche in Italia dopo aver incassato oltre 100 milioni di euro in Francia (e altri 30 in Germania): un successo incredibile per il regista e sceneggiatore Philippe de Chauveron, miglior incasso del 2014, e già al sesto posto tra i film francesi più visti di sempre in patria. Inarrivabili in cima a questa classifica, ci sono gli esempi più clamorosi di questa new wave francese, ovvero Giù al nord di Dany Boon e Quasi amici di Éric Toledano e Olivier Nakache, al secondo e al terzo posto (dopo Titanic) come film più visti in assoluto nella storia del cinema in Francia. Rispettivamente del 2008 e del 2011: segno appunto di una tendenza che negli ultimi anni non solo si è confermata ma si è anche rinforzata. Per questo abbiamo deciso di fare un rapido excursus sulla classifica dei dieci maggiori incassi del cinema francese degli ultimi dieci anni in Francia, per rinfrescarci la memoria su quali sono stati i campioni d'incasso più recenti e vedere magari quali di questi e in che misura hanno avuto successo anche fuori dai loro confini. E allora aux cinemas, citoyens! Formez vos bataillons, marchons, marchons!
10) Sur la piste du Marsupilami (Marsupilami, 2012) $44.547,082
Mentre persino i francesi si piegano al fascino british di Daniel Craig in Skyfall, il 2012 è un anno così così per i film di casa (dopo l'exploit del 2011 di Quasi amici). Nonostante questo oltre venti film francesi superano il milione di spettatori: il terzo incasso in patria con oltre 5 milioni di spettatori è per la commedia francese Sur la piste du Marsupilami che porta a casa quasi 40 milioni di euro. Il filmetto di Alain Chabat con Jamel Debbouze, che racconta le avventure del reporter Dan Geraldo e della sua guida Pablito nella giungla dell'immaginaria Palombia, si lascia comunque alle spalle The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2, The Avengers, Lo Hobbit: un viaggio inaspettato e Il cavaliere oscuro - Il ritorno. Così, tanto per dire. E' anche però l'anno di Le prénom (Cena tra amici), da cui il bel remake di Francesca Archibugi, che incassa in Francia solo 22 milioni di euro, ma viene visto e apprezzato molto anche all'estero.
9) Les petits mouchoirs (Piccole bugie tra amici, 2010) $44.380.398
Secondo solo a Harry Potter e i doni della morte - parte 1, il grande freddo alla francese di Guillaume Canet viene visto in Francia da quasi 5,5 milioni di spettatori, e viene distribuito bene anche all'estero. Con François Cluzet, Jean Dujardin, Gilles Lellouche e Marion Cotillard tra gli altri, mette insieme forse il meglio dal cinema francese delle nuove generazioni dal punto di vista attoriale. Malgrado divida la critica, si lascia dietro sia Inception che Toy Story 3 - La grande fuga. Nello stesso anno, arriva da noi bollato come "grande successo in Francia" anche L'Arnacoeur (Il truffacuori) di Pascal Chaumeil (che comunque fa quasi 4 milioni di spettatori), con Romain Duris e Vanessa Paradis. Anche Des Hommes et des dieux (Uomini di Dio), Gran Premio della Giuria a Cannes, supera i 3 milioni di spettatori: segno che la qualità paga ed in Francia è nondimeno apprezzata.
8) Arthur et le Minimoys (Arthur e il popolo dei Minimei, 2006) $46.143.962
Nel 2006 il più americano degli autori francesi lancia la saga animata di Arthur e il popolo dei Minimei tratta dai suoi libri per l'infanzia, capace di sfidare per la prima volta le major hollywoodiane sul loro terreno preferito, quello dell'animazione per bambini. Quarto miglior film dell'anno in Francia con oltre 6 milioni di spettatori, un franchise di successo esportato in tutto il mondo, con due seguiti, nel 2009 e nel 2010, entrambi fortunati sia in patria, entrambi oltre i 3 milioni di spettatori*, che all'estero. Luc Besson del resto, nel bene e nel male, è sempre stato sia come produttore che come regista, dai tempi di Nikita e Le grand bleu, l'autore francese internazionale e da esportazione per antonomasia.
7) Le petit Nicolas (Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, 2009) $48.398.428
Nell'anno di Avatar, il film più visto della storia, si piazza al quarto posto in Francia e con oltre 5,5 milioni di spettatori riusulta il miglior incasso francese dell'anno, Le petit Nicolas: basato sui libri per bambini di Goscinny & Sempé, amatissimo in Francia (Goscinny è anche lo storico autore dei fumetti di Asterix) arriva anche da noi presentato nella sezione Alice del Festival di Roma. Con Kad Merad nel ruolo del papà, la storia del piccolo Nicolas alla prese con la nascita del fratellino è un successo. E un altro anno d'oro per le commedie in Francia, e tra quelle da esportazione si segnala anche LOL - Il tempo dell'amore di Lisa Azuelos, con Sophie Marceau giovane mamma alle prese con i turbamenti dell figlia teen ager: oltre 3,5 milioni di spettatori in patria e trascurabile remake americano nel 2012 sempre della stessa regista con Demi Moore e Miley Cyrus.
6) Les Choristes (Les choristes - I ragazzi del coro, 2004) $48.765.590
Il toccante film di Christophe Barratier del 2004 è il maggior incasso in patria con quasi 8,5 milioni di spettatori, rimane nelle sale per oltre un anno e commuove non solo la Francia ma tutto il mondo, guadagnandosi la nomination all'Oscar come miglior film straniero. Gérard Jugnot è straordinario nella parte dell'insegnate di musica Clément Mathieu che lavora come sorvegliante in un collegio per bambini disadattati. E' anche l'anno di Una lunga domenica di passioni di Jean-Pierre Jeunet, visto in Francia da 4,5 milioni di spettatori. Jeunet è un'altro esempio di regista da esportazione: Le fabuleux destin d'Amelie Poulan (Il favoloso mondo di Amélie) del 2001 rimane tuttora forse il film francese più conosciuto in tutto il mondo, più amato probabilmente all'estero che in patria. Dove comunque è il 20° film più visto di sempre, solo un gradino sopra Les Choristes che è al 21° posto.
5) Rièn à déclarer (Niente da dichiarare, 2011) $74.563.018
Il 2011 é probabilmente il vero anno di gloria per il cinema francese in patria. Oltre al boom a sorpresa di Quasi amici, ovviamente primo incasso assoluto dell'anno, con oltre 8 milioni di spettatori al secondo posto si piazza Niente da dichiarare; che nonostante la ragguardevole cifra (22° incasso francese di sempre) è paradossalmente una mezza delusione, visto che rappresentava il ritorno come protagonista e interprete di Dany Boon dopo gli sfracelli di Giù al nord. Oltretutto con un tema molto simile, visto che si rigioca di nuovo su luoghi comuni e campanilismo, differenze culturali e dialettali, questa volta tra Francia e Belgio. Stroncato dalla critica, passa infatti quasi inosservato all'estero. Ma la gloria nel 2011 è anche dal punto di vista artistico, perché è l'anno di The Artist, che vince l'Oscar insieme al suo protagonista Jean Dujardin.
4) Les bronzés 3: amis pour la vie, 2006 $76.729.465
Ecco uno dei rari casi di commedia francese di grande successo in patria di cui non c'è praticamente traccia all'estero. Oltre 10 milioni di spettatori in patria nel 2006 dove é il film più visto dell'anno, 8° miglior incasso francese di sempre, ultimo sequel atteso 38 anni di una trilogia di Patrice Leconte iniziata nel 1978. L'originale Les Bronzés, seguito da Les Bronzés font du ski, è divenuto negli anni un classico della commedia popolare francese, in quanto metteva in scena una pièce di un gruppo di autori del collettivo autonomo de Le Splendid, un teatro off di Parigi, che riuniva attori divenuti poi tra i più celebri della commedia francese, tra cui Michel Blanc, Marie-Anne Chazel, Christian Clavier, Gérard Jugnot, Josiane Balasko e Thierry Lhermitte.
3) Qu'est-ce qu'on a fait au Bon Dieu? (Non sposate le mie figlie!, 2014) $104,659,347
"Che cosa abbiamo fatto di male al buon Dio per meritare questo?", si chiedono i coniugi Verneuil, coppia borghese e conservatrice, le cui figlie hanno sposato un arabo, un ebreo e un cinese. E l'ultima in cui riponevano le residue speranze si appresta a portare a casa finalmente un cattolico... peccato che sia africano e di colore. Un po' troppo, anche per chi da buon francese ha educato la prole secondo i principi di apertura e tolleranza. Un vero furbacchione il regista e sceneggiatore Philippe de Chauveron, che fa il botto con una commedia tutto sommato meno riuscita di altre, ma che gioca con il razzismo ordinario e i luoghi comuni legati all'immigrazione e all'integrazione e sfonda grazie all'attualità del tema sociale che affronta. E' già il 6° incasso francese di sempre in patria, con oltre 12 milioni di spettatori. In un anno che vede al secondo posto ancora un film francese, Supercondriaque (Supercondriaco - Ridere fa bene alla salute) ancora di Dany Boon.
2) Intouchables (Quasi amici, 2011) $166,126,377
Terzo incasso di sempre in Francia, secondo film francese più visto di tutti i tempi da oltre 19 milioni di spettatori. Ha commosso, stupito e fatto ridere mezzo mondo, lanciato la stella di Omar Sy che è diventato il nuovo Eddie Murphy, se ne prepara un remake USA, e ogni volta che passa in televisione non si può non fare a meno di rivederlo. L'amicizia tra il ricco paraplegico Philippe e l'improbabile e sboccatissimo badante Driss che viene dalla banlieue: la commedia perfetta, il prototipo da esportazione, la più internazionale tra quelle francesi uscite negli ultimi anni, bisogna andare forse indietro fino al 1985 ai tempi di Trois hommes et un couffin (Tre uomini e una culla), 10° incasso di sempre in Francia, per trovare un esempio di film francese che ha suscitato lo stesso genere di clamore anche all'estero. E quest'anno arriva Samba, Toledano e Nakache rtirovano Omar Sy, con la new entry Charlotte Gainsbourg.
1) Bienvenue chez les Ch'tis (Giù al nord, 2008) $193,764,365
Il film francese più visto della storia, secondo incasso assoluto di tutti i tempi in Francia, secondo solo a Titanic. Oltre 20 milioni di spettatori per il film che ho polverizzato tutti i record di frequenza nelle sale dell'esagono, e ha detronizzato Le grand Vadrouille con il mito Luis de Funès che resisteva dal 1966. Resiste sei mesi nei cinema, un francese su otto lo ha visto, nei cinema si grida la miracolo. Celebrazioni a Parigi con regista e cast che ringraziano la folla calando uno striscione enorme sulla facciata dell'Hotel de Ville con la scritta "Merci biloutes" in lingua piccarda. Vero e proprio fenomeno socioculturale dagli incassi monstre in patria, per un prodotto non altrettanto facilmente esportabile visto che la comicità é tutta basata sulle idiosincrasie linguistiche e culturali nei confronti degli Ch'tis appunto, i francesi del Nord-Pas-de-Calais. Con Dany Boon che dirige e interpreta; e due anni dopo co-produce il remake italiano Benvenuti al Sud. Perché anche quando la commedia non è universale come Quasi amici per funzionare anche fuori dalla Francia, la maniera di adattarla alla dinamiche e ai paradossi di altre culture si trova sempre. Perché tutti il mondo è paese e in fondo siamo tutti meno diversi di quanto crediamo.