La bellissima uscita homevideo di Plaion Pictures (di cui parleremo in seguito) ha portato alla ribalta l'interessante debutto alla regia del sudcoreano Lee Jung-jae, già vincitore di un Emmy come migliore attore protagonista per la serie Squid Game, dove interpretava Seong. Presentato a Cannes, Hunt ha i connotati del blockbuster: il film è uno spy-thriller ad alta tensione, ma con l'acceleratore spinto deciso sull'action.
Eppure, come vedremo in questa recensione, dietro ai connotati del genere e a molte sequenze ad alta adrenalina, il film riesce anche a toccare temi storici, politici e sociali, visto che sullo sfondo della storia c'è la sanguinaria dittatura nella Corea del Sud nei primi anni Ottanta, il massacro di Gwangju e la tensione crescente con la Corea del Nord. Un mix esplosivo che Lee Jung-jae, qui anche protagonista, riesce a gestire bene nelle scene action, ma con meno efficacia nello sviluppo narrativo.
A caccia della talpa
Come detto, Hunt è ambientato nella Corea del Sud degli inizi anni Ottanta. I due protagonisti sono il capo dell'unità estera della KCIA Park Pyong-ho (lo stesso Lee Jung-jae) e il capo dell'unità interna Kim Jung-do (Jung Woo-sung), ai quali viene affidato il compito di scoprire una spia nordcoreana, nota come Donglim, che pare ben radicata nella loro agenzia e che sta elaborando un piano segreto per assassinare il nuovo presidente sudcoreano. Nel tentativo di scovare la talpa, i due a un certo punto finiranno prima per diffidare, poi per sospettare uno dell'altro, mentre attorno a loro il clima del paese è di totale repressione nei confronti di chi si oppone alla dittatura e non si esita a ricorrere anche alla tortura.
Scene action e adrenalina a palla
L'aspetto più convincente di Hunt sono sicuramente le scene action: le tante esplosive sequenze adrenaliniche sono spettacolari e ben riuscite, e dimostrano che sotto questo aspetto Lee Jung-jae, pur al debutto dietro la macchina da presa, ha la completa padronanza del genere. Ci sono inseguimenti frenetici e indiavolati, sparatorie ben girate, omicidi e torture, scontri corpo a corpo realistici, esplosioni improvvise.
Forse a tratti si esagera un po' su questo tasto, il film dimostra perfino una generosità eccessiva e una voglia di strafare, ma va detto che alla fine è proprio questa parte quella che funziona egregiamente, esaltata anche da un montaggio serrato, da una buona colonna sonora e una fotografia curata, che regalano sequenze di indubbio fascino.
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Doppi giochi, tradimenti e colpi di scena
Il problema di Hunt è semmai un altro, ovvero una narrazione poco fluida, un po' confusa nella sua complessità, anzi a tratti talmente caotica da risultare difficile seguire alcuni passaggi. Fra doppi giochi, anzi tripli, tradimenti, personaggi ambigui e coalizioni in qualche modo avversarie che scoprono di avere lo stesso scopo, i colpi di scena sono francamente troppi e spesso non lineari. Questo appesantisce uno script che finisce per essere eccessivo e sovrabbondante, dove trasuda la voglia di scioccare lo spettatore e magari coinvolgerlo anche in tutti gli elementi politici e sociali, ma tra crimini del governo, repressioni violente, tensioni con la Corea del Nord e influenze americane, il passaggio storico è troppo complicato perché l'operazione riesca fino in fondo.
Un'edizione Steelbook con un super 4K, un ottimo audio e tanti extra
Come detto, abbiamo scoperto Hunt grazie alla bella uscita homevideo della Plaion Pictures, che per il film di Lee Jung-jae ha confezionato addirittura un'edizione steelbook a doppio disco, con il film nella versione 4K UHD, oltre che in quella blu-ray. Naturalmente il video 4K ha un'altra marcia e presenza un quadro nitidissimo, con un dettaglio sempre incisivo in ogni circostanza e immagini fluide anche nelle numerose frenetiche scene di azione. Ottimo anche l'audio, un DTS HD 5.1 sia per l'italiano che l'originale, che tiene bene il passo nelle sequenze spettacolari con partecipazione attiva e precisa di tutti i diffusori e entrate robuste da parte del sub a sottolineare i bassi. Molto buono anche il reparto dedicato agli extra con trequarti d'ora di materiale: troviamo Saluti dal cast (1'), un'intervista doppia ai due protagonisti Lee Jung-jae e Jung Woo-sung (3'), varie interviste allo stesso regista e ad altri membri del cast (19'), Rapporto di caccia (5') sul doppio ruolo di regista e attore di Lee Jung-jae, quindi Hunt a Cannes (2'), Scene dal set (13') e il trailer.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di Hunt ribadendo che il debutto alla regia dell'attore Lee Jung-jae, già protagonista di Squid Game, convince in pieno per la capacità di dare sprint, realismo ed esplosività alle numerose scene action del film. Ma lo spy-thriller convince meno nello script per una narrativa a volte confusa e troppo ricca di colpi di scena. Ottima l’edizione steelbook del film targata Plaion.
Perché ci piace
- Lee Jung-jae dimostra una buona mano al debutto alla regia.
- Le scene di azione sono ben girate, spettacolari e avvincenti.
- La voglia di inserire sullo sfondo anche temi storico-politici.
Cosa non va
- Lo script a tratti è confuso e prevede troppi colpi di scena.
- Il film trasmette una voglia di strafare che a volte scappa di mano.