I cattivi, si sa, sul grande schermo e sulla pagina lo fanno meglio. Nella vita incontrare narcisisti e megalomani è una disgrazia, quando si racconta una storia, invece, più sono riusciti, più tutto ne giova. Amati dal pubblico e ancora di più dagli attori che li interpretano, che dichiarano puntualmente di divertirsi molto quando fanno i cattivi, gli antagonisti spesso rimangono, appunto, antagonisti, dovendo spesso cedere il cono di luce ai protagonisti, magari meno interessanti, ma pur sempre eroi designati e destinati a vincere. Il prequel di Hunger Games invece ribalta tutto: adattamento dell'omonimo romanzo di Suzanne Collins, pubblicato nel 2020, ci racconta l'origine dei giochi dal punto di vista del villain. La recensione di Hunger Games - La ballata dell'usignolo e del serpente parte quindi con un sincero: bravi!
In sala il 15 novembre, dopo l'anteprima a Lucca Comics & Games 2023, il film, diretto ancora una volta da Francis Lawrence, che ha girato anche altri due capitoli della saga, ha il punto di vista del giovane Coriolanus Snow (Tom Blyth, una bella scoperta), il futuro e terribile presidente Snow, che renderà la vita molto difficile a Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence). Prima di avere la bianchissima barba di Donald Sutherland, Snow è stato un 18enne intelligente e brillante, ma in difficoltà economiche. Lo troviamo infatti pronto a tutto pur di risollevare le sorti economiche della famiglia, caduta in disgrazia dopo la ribellione del padre.
L'occasione per mettersi in mostra arriva con la decima edizione degli Hunger Games creati da Casca Highbottom (Peter Dinklage), preside dell'Accademia. A ogni studente meritevole viene affidato uno dei tributi dei giochi: insieme dovranno conquistarsi il favore del pubblico che li guarda, perché si è deciso di trasformare quello che era un sacrificio in un grande spettacolo. A Snow capita Lucy Gray Baird (Rachel Zegler), del 12esimo distretto. Gracile, ma con un punto a favore per quanto riguarda l'intrattenimento: canta e suona la chitarra.
Una trama divisa in tre
La trama di Hunger Games - La ballata dell'usignolo e del serpente è divisa in tre atti, come una tragedia greca. Abbiamo ascesa, apice e caduta, ma al centro di questa traiettoria non ci sono i giochi, né il rapporto tra i protagonisti. È l'anima di Snow che vediamo mutare. Da ragazzo pieno di speranze ad arrampicatore sociale, fino a perdere completamente ogni scrupolo. Vediamo veramente la creazione di un villain.
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Il fascino del film è proprio qui: non capita spesso di seguire dall'inizio la storia di un antagonista, vedendo il mondo attraverso i suoi occhi, comprendendone le motivazioni. E il superamento progressivo di ogni morale.
Un ottimo cast
C'è grande sfoggio di costumi e scenografie in Hunger Games - La ballata dell'usignolo e del serpente, ma il vero punto di forza sono gli attori. Se su fuoriclasse come il premio Oscar Viola Davis non c'è alcun dubbio, anche se è bello vederla divertirsi con un ruolo così sopra le righe come quello della Dr.ssa Volumnia Gaul, mentore di Snow, sono proprio Blyth e Zegler a stupire: il primo ha il giusto mix di carisma e ambiguità per disorientare lo spettatore, la seconda si esibisce in diversi numeri musicali in cui può mostrare tutto il proprio talento come cantante (che avevamo potuto già apprezzare in West Side Story di Steven Spielberg). Insieme funzionano benissimo, non facendo capire mai davvero chi ha il controllo e chi invece sta subendo la manipolazione dell'altro.
Una critica all'intrattenimento a tutti i costi
È interessante come in un prodotto di intrattenimento quale è senza dubbio Hunger Games - La ballata dell'usignolo e del serpente ci sia anche una critica all'intrattenimento a tutti i costi: se tutto può diventare spettacolo non c'è limite a quello che si può mostrare. Perdendo così intenzione e significato. Tutto diventa mercato.
Elogio della complessità, data dalla comprensione delle motivazioni di un cattivo come Snow, critica alla smania di apparire, un invito a restare umani: il film di Francis Lawrence è uno young adult perfetto per il suo target, che prova a farlo anche pensare. E non è una cosa scontata.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di Hunger Games - La ballata dell’usignolo e del serpente, il prequel della saga è un film perfetto per il suo pubblico. Uno young adult che intrattiene e allo stesso tempo invita il pubblico a farsi qualche domanda. Grande sfoggio di costumi e scenografie, ma a fare la differenza sono i due giovani protagonisti: Tom Blyth e Rachel Zegler.
Perché ci piace
- Per aver reso il punto di vista del villain quello principale.
- I protagonisti Tom Blyth e Rachel Zegler.
- Le canzoni, interpretate e suonate da Zegler.
- Viola Davis e Peter Dinklage.
- Costumi e scenografie.
Cosa non va
- Non tutte e tre le parti in cui è diviso il film funzionano al meglio.
- Il finale è un po’ frettoloso.