House of the Dragon 2, la recensione del settimo episodio: no Draghi, no Party!

Nel settimo episodio tornano protagoniste le creature mitologiche che tanto affascinano i fan di House of the Dragon, mentre le pedine sulla scacchiera prendono definitivamente posto in attesa del gran finale.

Uno dei draghi di House of the Dragon.

Danza dei Draghi. Un nome così affascinante e suggestivo quello ideato da George R.R. Martin per indicare una doppia guerra, letterale e metaforica, che ha caratterizzato e segnato la storia dei Sette Regni nelle sue Cronache del ghiaccio e del fuoco. Ovvero la battaglia intestina dei Targaryen, la famiglia discendente dall'Impero di Valyria indissolubilmente legata ai draghi e al loro lignaggio sulla dinastia di sangue della Casa del Drago. Una guerra civile accennata nella saga principale di Game of Thrones e nella sua trasposizione televisiva Il Trono di Spade, e narrata più approfonditamente in Fuoco e Sangue, divenuto come sappiamo House of the Dragon in tv.

House Of The Dragon 2 Hugh Hammer
Uno di ritorni della puntata è Hugh Hammer

Proprio per il rapporto bilaterale tra i cavalieri e i loro draghi, non sono solo le creature a combattersi tra loro ma anche i loro "padroni", fratelli e sorelle di sangue, pronti a tradirsi e colpirsi alle spalle fino all'ultimo "Dracarys". Il prequel presenta così il settimo (e anche, già, penultimo!) episodio, dal 29 luglio in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW, concentrandosi proprio su questa dicotomia e iniziando finalmente ad unire i puntini che finora erano stati, forse, troppo a lungo sparsi sull'arazzo che caratterizza la stupenda sigla di questo secondo ciclo. Ne parliamo nella nostra recensione senza spoiler, ma per la quale vi consigliamo comunque la lettura a visione ultimata.

House of the Dragon 2x07: cosa accade

Il settimo episodio di House of the Dragon 2 è davvero una summa delle tematiche che hanno caratterizzato e plasmato lo spin-off. Se di successione (più o meno) di sangue abbiamo parlato finora - e la sigla della prima stagione lo testimoniava - è tempo di andare a cercare gli antichi lignaggi mancanti o sopiti. Trovano quindi compimento le storyline finora solo apparentemente sparse - com'è tipico di Martin e dello showrunner, Ryan Condal - di alcuni popolani, ovvero Hugh Hammer (Kieran Bew), il Fabbro di Approdo del Re che aveva chiesto aiuto a Aegon II quando sedeva sul Trono di Spade; Ulf White (Tom Bennett), l'ubriacone della taverna che aveva millantato tra una pinta e l'altra di essere sostanzialmente il fratello illegittimo di Viserys e Daemon e quindi lo zio di Rhaenyra; e Addam di Hull (Clinton Liberty), città di Driftmark, isola della Baia delle Acque Nere, sede di Casa Velaryon e del Trono di Legno.

House of the Dragon: guida a tutti i draghi della serie

Un cavaliere per un drago

House Alyn
Tutti a rapporto: anche gli Hull di Driftmark

Proprio da quest'ultimo parte la trama di questa puntata: Rhaenyra (Emma D'Arcy), legittima erede al trono, ha finalmente la prova che non sono solo i Targaryen "stretti" a poter cavalcare le mitiche creature. Dopo l'epic fail di Ser Steffon Darklyn, il piano della Regina e di Mysaria procede, nonostante le rimostranze non solo del Concilio Ristretto ma anche di Jacaerys (Harry Collett): quest'ultimo infatti rinfaccia alla madre la propria dinastia di sangue (il tema, come avevamo detto, torna centralissimo): sa di essere figlio biologico di Lord Harwyn Strong come lo era Luke, e la prova sono i capelli neri e non quelli argentei che caratterizzano la Casa del Drago, sentendosi ancor più delegittimato dell'eredità al Trono, come dicono da vent'anni le voci di corridoio nella Fortezza Rossa.

A questo punto è un drago a cercare un cavaliere e non viceversa: accade ad Addam, fratello minore di Alyn (Abubakar Salim) che ha salvato la vita di Lord Corlys Velaryon (Steve Toussaint) in mare. Una volta scoperto, Rhaenyra procede spedita chiamando a raccolta tutti coloro che hanno del sangue Targaryen nelle vene, anche se di basso lignaggio e bastardi. L'intuizione potrebbe rivelarsi fortunata e dare una svolta importante alla guerra in corso oltre alla storia di sangue della famiglia. Non è solo a livello narrativo che House of the Dragon subisce uno scossone: finalmente rivediamo i draghi protagonisti in tutta la loro magnificenza e le sequenze in cui affrontano i loro potenziali nuovi cavalieri sono epiche a dir poco, anche a livello registico.

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La stasi di Daemon (e di Alicent)

A proposito di scossoni, passiamo all'opposto. L'avevamo definita la crisi di Daemon (Matt Smith) qualche episodio orsono, ma arrivati al penultimo ammettiamo che forse sia stata solamente un pretesto degli autori per i cameo dalla stagione precedente (Milly Alcock, Nanna Blondell, Paddy Considine e così via).

Finalmente, però, anche qui sembra smuoversi qualcosa ed è di nuovo - come nella tradizione di Martin e della serie originale - a venire da un Lord erede ancora bambino ma che sa già il fatto suo: lo avevamo visto con Lyanna Mormont (che tra l'altro aveva "predetto" il prequel) e ora vi assistiamo nuovamente con Oscar Tully (Archie Barnes), che deve prendere l'eredità di Delta delle Acque dal padre deceduto e provare a ristabilire l'ordine ad Harrenhal dopo le follie del Re Consorte, provando anche a fare da paciere nella lunga faida tra Bracken e Blackwood a cui avevamo già assistito ad inizio stagione. Mentre anche la storyline di Alicent (Olivia Cooke) sembra essersi bloccata in una sorta di loop narrativo, il fratello minore di Viserys comincia a preparare il proprio attacco per prendersi il Trono, mentre i Verdi hanno Aemond (Ewan Mitchell) sempre più agguerrito. Eppure lo vedremo vacillare, proprio a bordo del suo drago; lo stesso che aveva reclamato ma non che non gli spettava di diritto e che ha portato alla morte di Luke. House of Dragon è (tornato ad essere) una storia di draghi oltre che di sangue. Lunga vita ai draghi!

Conclusioni

Come spiegato nella recensione, il settimo episodio di House of the Dragon 2 (2x07) vede di nuovo al centro i draghi, indissolubilmente legati a Casa Targaryen (era ora). Le loro sequenze sono spettacolari e ci rivelano molto di tanti personaggi e storyline presentati in modo sparso nelle precedenti puntate. I nodi stanno per venire al pettine, anzi le scaglie di drago stanno per farsi sentire. La (effettivamente) lunga crisi di Daemon (ma anche quella di Alicent) oramai scricchiola e sembra un mero fan service per allungare il brodo, ma potrebbe anche avere una svolta interessante, così come le mosse dei Verdi e dei Neri. Chi reclamerà le mitiche bestie sputafuoco?

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • I draghi.
  • I cavalieri finora tenuti “nascosti”.
  • Emma D’Arcy: dobbiamo ancora lodare la sua performance come Rhaenyra?

Cosa non va

  • La storyline di Daemon ci ha francamente stufato, e anche quella di Alycent ci lascia perplessi.
  • Tante le storie rimaste aperte e manca un solo episodio al finale.