C'è aria di festa all'Hotel Transylvania! Si festeggia il matrimonio tra Mavis e Johnny, con l'approvazione del padre di lei, il severo Conte Dracula, e così la lenta, lugubre carrellata che ci conduce all'interno dell'albergo che già conosciamo, approda in una hall addobbata a festa, vivace di musica e colori. Ci sono mostri, tutti quelli che già abbiamo incontrato e ancora di più, tutti accorsi per l'imperdibile evento, ma ci sono anche umani, i parenti e gli invitati dello sposo per uno scontro tra mondi diversi che fin da subito spinge sull'acceleratore dell'umorismo e delle situazioni surreali mostrandoci il party e le foto di rito tra i festeggiati e i loro ospiti.
È questa l'apertura del secondo film della serie diretta da Genndy Tartakovsky, dei titoli di testa che ci ricollegano al capitolo precedente, alla storia d'amore ormai consolidata tra Mavis e Johnny, ed un futuro insieme che sembra promettente e radioso. Ancora più alla nascita del loro primogenito, Dennis, un bimbo dalla folta capigliatura rossiccia che è l'immagine della salute e che mai diremmo figlio di una vampira. E infatti il problema principale che i novelli genitori devono affrontare è proprio nell'apparente natura del tutto umana del bimbo: passano gli anni e il piccolo Dennis sembra non avere nessuna abilità vampiresca, né canini aguzzi, né predisposizione d'animo per una vita di tenebra. Una situazione che deve necessariamente cambiare entro i cinque anni, prima di essere decretato definitivamente umano, costringendo la coppia mista a trovare una soluzione di vita lontana dall'Hotel Transylvania del Conte Dracula, vicino ai genitori di Johnny e un ambiente umano.
Welcome Back to the Hotel Transylvania
Torniamo all'Hotel Transylvania dopo tre anni e troviamo una situazione non dissimile da quella che avevamo lasciato, perché il secondo film di questo giovane e amabilmente macabro franchise non si allontana molto dal suo predecessore. Ritroviamo lo stesso accattivante design dei personaggi, che potremmo definire mostruosamente adorabili, ritroviamo la stessa vivacità e rapidità nel ritmo del racconto. Hotel Transylvania 2, infatti, è un susseguirsi frenetico e inarrestabile di gag e situazioni divertenti e buffe, che giocano con le caratteristiche mostruose di ogni personaggio iconico del mondo dell'orrore classico, prendendoli in giro e rendendoli accessibili anche ad un pubblico bambini.
Ritmo superficiale
Questa frenesia non è un difetto di per sé, anzi permette al film di tenere incollati allo schermo i suoi spettatori d'elezione. Va infatti chiarito fin da subito: i bambini possono apprezzare ed apprezzeranno questo film come avevano fatto col precedente, si divertiranno, rideranno e forse alcuni balleranno anche sul numero musicale che chiude la pellicola. Il difetto è piuttosto nella qualità altalenante delle gag che coinvolgono i mostri, che spaziano alla citazione horror più sottile e colta a molte altre di natura più immediata, fisica e banalotta. Inoltre ad unire tutto ciò c'è una trama molto lineare ed essenziale, che si limita a seguire i tentativi di far spuntare l'animo vampiresco del piccolo Dennis, che finisce per rappresentare un filo fin troppo esile che a tratti sparisce sotto la chiassosa e vivace messa in scena.
Cast "da paura"
Eppure per il target che ricerca e lo scopo che si prefigge Hotel Transylvania 2 va bene così. Il film di Tartakovsky è essenzialmente una commedia animata che non punta a trasmettere messaggi complessi, se non quello relativo all'accettazione e la tolleranza che già aveva sviluppato nel primo capitolo. E la natura di commedia è evidente fin dai nomi coinvolti, sia in scrittura che nel cast vocale: ai testi troviamo infatti Adam Sandler, che è anche il doppiatore originale del Conte Dracula (in italiano Claudio Bisio), ma accanto a lui ci sono anche Kevin James a dar voce a Frank, il mostro di Frankenstein, e Steve Buscemi che interpreta l'uomo lupo Wayne, mentre la coppia di sposini è doppiata da Selena Gomez (da noi Cristiana Capotondi) e Andy Samberg. Va inoltre sottolineata l'importante aggiunta del secondo capitolo: Mel Brooks che dona la voce al padre di Dracula, nonché nonno di Mavis, Vlad (in italiano Paolo Villaggio).
Lotta all'ultimo franchise
Pur con i suoi limiti, Hotel Transylvania si conferma una buona arma per Sony Animation nella lotta serrata tra i colossi dell'animazione occidentale (in USA nelle due settimane di programmazione è già arrivato a novanta milioni di dollari) che di assi nella manica ne hanno molti. Non siamo livelli di qualità Pixar o Disney, lo stesso tema del macabro/soprannaturale è stato affrontato meglio da ParaNorman della Laika o Frankenweenie, né può vantare la popolarità ed il seguito dei Minions che stanno conquistando ogni angolo del mondo con gadget di ogni tipo, ma ha dimostrato di potersi ritagliare il suo spazio, divertire il pubblico di giovanissimi a cui si rivolge e proseguire oltre i soli due capitoli fin qui prodotti.
Movieplayer.it
3.0/5