Nicola (Giuseppe Battiston) è un insegnante di liceo che sogna il cinema: ha scritto delle sceneggiature e improvvisamente l'occasione tanto sospirata sembra presentarglisi quasi per magia. Il produttore Franco Paradiso (Tommaso Ragno) si offre di produrre il suo film, a basso budget e con location in Armenia. Nicola non esita un momento a lasciare tutto e partire, ma, una volta arrivato a destinazione, la situazione che gli si presenta non è esattamente quella che aveva sperato.
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La troupe è formata solo da cinque persone, l'hotel in cui alloggiano, l'Hotel Gagarin, è sperduto in mezzo alla neve e, quando scoppia un conflitto, nessuno può più lasciare il paese. Presto Nicola scopre che il sedicente produttore, una volta ricevuti i finanziamenti europei, è scappato col malloppo, abbandonando i suoi connazionali in terra straniera. Nonostante la truffa, il professore e i suoi improbabili compari trovano il modo per creare qualcosa di bello e unico a partire dalle proprie disavventure.
Hotel Gagarin, nelle sale italiane dal 24 maggio, è l'opera prima di Simone Spada ed è una grande dichiarazione d'amore per il mondo del cinema. Ce lo ha confermato il regista di persona, che abbiamo incontrato a Roma insieme al suo protagonista, Giuseppe Battiston: "Come tutti i mondi lavorativi e professionali quello del cinema presenta delle cose meravigliose e orride" ci ha detto Spada, proseguendo: "Nel nostro film siamo partiti con un'esperienza fallimentare, politici corrotti, truffatori, che non è necessariamente un costume tipico dell'Italia, per poi raccontare altro. A me personalmente, se faccio un bilancio, il mondo del cinema ha dato quasi tutte cose belle".
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Per Battiston invece: "Il cinema italiano ci mette in difficoltà quando diventa prigioniero dei generi: ci sono stati anni in cui siamo stati tempestati da commedie di dubbio gusto e altri in cui abbondava la programmazione dei film cupi. Come in tutti gli aspetti della cultura, la cosa più interessante è la varietà delle proposte: questo è un film che non si colloca tra le commedie ridanciane, ma sicuramente non è un dramma. È un film dove si sorride: ci si può far trasportare da una storia anche senza essere continuamente alla ricerca della risata dal primo all'ultimo minuto".
La magia del cinema
Battiston nel film è un professore che ha a che fare con degli studenti sempre meno interessati al cinema. Come mai le nuove generazioni sono sempre meno affascinate dalla settima arte? Per Spada: "C'è uno scollamento tra cinema e nuove generazioni: gli incassi del cinema italiano ci dicono che c'è proprio un distacco tra lo spettatore e la voglia di andare al cinema. Sì, ci sono varie piattaforme, e ben vengano: amo la serialità, però abbiamo il compito di riavvicinare le persone al cinema. Il cinema ha una magia che non può avere il computer, l'Ipad o la televisione. Sta però a noi offrire una proposta che non sia a senso unico: il nostro film cerca di fare proprio questo. Abbiamo realizzato una commedia rassicurante, ma che cerca di raccontare un sentimento con semplicità, onestà e umanità".
Per Battiston: "Penso che gran parte della società telefono dipendente sia più affezionata alla brutta fotografia che al cinema. Se da un lato c'è una disaffezione dei giovani per il cinema è vero che è compito nostro stimolare la loro curiosità, attraverso delle storie che siano fruibili, che siano in grado di parlare a tutti, non soltanto a chi al cinema ci va d'abitudine. È importante inoltre dire che il cinema ha un linguaggio differente dalla televisione: per quanto la televisione raggiunga delle vette di qualità altissime, è come guardare un mosaico e un quadro".
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