Il passato: un imperscrutabile buco nero che potrebbe aver partorito un'inaspettata minaccia. Il potenziale pericolo rappresentato da Nicolas Brody, il personaggio interpretato da Damian Lewis nelle prime stagioni di Homeland, ora sembra essersi trasferito, alla stregua di un virus, alla storica protagonista della serie targata Showtime: cos'è accaduto a Carrie Mathison nei sei mesi di blackout trascorsi in una prigione russa? La nostra recensione di Homeland 8x01 si apre con questa domanda, che, per certi versi, segna un'ideale "chiusura del cerchio" rispetto al punto di partenza di nove anni fa: perché nell'episodio Trattativa riservata, il grande interrogativo è se ora Carrie sia diventata un pericolo per la sicurezza del proprio paese.
Le nuove ossessioni di Carrie Mathison
Diretto da una delle 'storiche' registe della serie, Lesli Linka Glatter, e sceneggiato dal creatore e showrunner Alex Gansa insieme a Debora Cahn, Trattativa riservata recupera dunque uno degli elementi da sempre al cuore di Homeland: il fragile equilibrio mentale di Carrie Mathison, impegnata a fronteggiare situazioni di estremo rischio ma, al contempo, alle prese con un'incessante sfida per mantenere o riconquistare il controllo su se stessa. E al principio di questa stagione finale, "controllo" significa recuperare il proprio passato: nel corso della sua detenzione, Carrie potrebbe aver rivelato qualche segreto di stato ai servizi russi?
Claire Danes, anima e corpo di Homeland fin dal suo fortunato debutto nel 2011, torna a incarnare i dubbi, le ossessioni e la determinazione di ferro di una donna totalmente votata alla propria causa, anche a costo di valicare i limiti e le direttive dei suoi superiori. A darle fiducia, ancora una volta, è il suo mentore Saul Berenson (Mandy Patinkin), nominato Consigliere per la sicurezza nazionale, alle prese con una crisi diplomatica in Afghanistan e con un braccio di ferro con il Vice-Presidente del paese, Abdul Qadir G'ulom (Mohammad Bakri). Le complesse dinamiche della (geo)politica e l'azione sul campo restano dunque le coordinate di un racconto che, pure alla sua ottava stagione, mostra di mantenersi fedele al proprio "codice genetico" e alla formula del suo successo.
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I segreti di Kabul
E nella seconda parte dell'episodio eccoci dunque nelle tenebre di Kabul, fra le ombre di una città che si offre come teatro di una nuova missione da compiere muovendosi silenziosi e invisibili come ombre; mentre, cercando di ricomporre il quadro della situazione, nella mente di Carrie riaffiorano ulteriori sospetti e vaghi indizi di rimorso. In fondo la suspense, in Homeland, non deriva mai unicamente dalle convenzioni del thriller, ma è legata a doppio filo a un'ambiguità che costituisce l'inesorabile paradigma di eventi e personaggi... inclusa la stessa protagonista, costretta a prendere in esame l'ipotesi di essere costata la vita ad un suo informatore. E il peso di quel "buco nero", al momento troppo oscuro da decifrare, si farà ancora più gravoso con il cliffhanger di fine puntata: un'angosciante chiusura nel perfetto stile della serie.
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Conclusioni
A quasi vent’anni dall’11 settembre, Homeland riprende a dipingere le voragini e le cicatrici di un Medio Oriente devastato da terrorismo e conflitti, ma anche le ferite interiori di un personaggio che con quel mondo ha deciso di fare i conti ogni giorno, nella sperenza di renderlo un luogo più sicuro. Come evidenziato nella nostra recensione di Homeland 8x01, la première dell’ultima stagione si attiene ai canoni di una serie che continua a viaggiare sui consueti binari, ma che non sembra aver perso i propri motivi d’interesse.
Perché ci piace
- La capacità di fascinazione di un racconto teso ed intrigante, che sa giocare con le attese dello spettatore.
- L’efficace intreccio di trame e sottotrame nella cornice di un Medio Oriente che funge da suggestivo scenario.
- L’intensità e il magnetismo della solita, bravissima Claire Danes nel ruolo di Carrie.
Cosa non va
- Il possibile senso di déjà-vu rispetto a dinamiche già sperimentate nelle sette stagioni precedenti.
- Il subplot dedicato a Max Piotrowski, al momento ancora slegato dal resto delle vicende.