Una nuova opera di Richard Linklater desta sempre curiosità per una delle particolarità del regista, ovvero raccontare storie talmente umane da utilizzare spesso svariati anni per realizzarle, accompagnando gli interpreti nella loro crescita fisica ed emotiva. Esempi lampanti sono la sua Before Trilogy oppure Boyhood, o ancora il musical che si dice stia girando da anni. Ultimo arrivato, Hit Man. Un esperimento assolutamente coinvolgente e riuscito per chi scrive, quasi un colpo di fulmine, che dopo l'anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia arriva nelle sale cinematografiche. Il film sorprende soprattutto perché tutti gli elementi sono al giusto posto. A cominciare dalla sceneggiatura, che parte da una storia (quasi) vera.
Una storia vera. O quasi...
La vita vera che contraddistingue la cinematografia di Richard Linklater coinvolge a suo modo anche Hit Man, ispirato ad una persona realmente esistita ma raccontando una versione profondamente sopra le righe della sua incredibile esistenza. Gary Johnson (Glen Powell, sempre più sulla cresta dell'onda e che ha co-scritto e co-prodotto il film insieme a Linklater) è infatti un "killer per caso" come recita il sottotitolo italiano, sottolineando fin da subito grazie alla voce narrante del protagonista quanto i sicari su commissione in realtà non esistano e siano frutto della fantasia collettiva "data da film e serie tv". Introducendo quindi un discorso meta-narrativo e meta-cinematografico sul diventare qualcun altro, Gary si ritrova per una serie di circostanze ad impersonare un sicario, senza uccidere mai per davvero, come risorsa della polizia per incastrare chi voleva commissionare quegli omicidi. Nella vita quotidiana a New Orleans è invece un anonimo professore di psicologia, che prova a stimolare i suoi studenti attraverso le teorie dei grandi pensatori e che vive con i propri gatti, chiamati proprio come alcuni di loro. Qui Powell dà grande prova di trasformismo: lo testimoniano tutte le sequenze che vengono utilizzate per mostrarci lo scorrere del tempo e il suo diventare sempre più bravo come "killer", impegnandosi anche più del dovuto in accenti per rendere più credibile il proprio personaggio ed incastrare l'altra parte, magari dando una svolta alla monotonia delle proprie giornate.
Una chimica impressionante
Per chi crede che alcuni interpreti come Powell siano solamente "belli da vedere", dopo questo film dovranno necessariamente ricredersi. Discorso che vale anche per la co-protagonista della pellicola che porta scompiglio nella nuova vita "apparentemente perfetta" di Gary. Stiamo parlando di Madison (una mai così affascinante eppure mai ironica Adria Arjona, tra le attrici più belle del mondo), che lo vuole assumere per far uccidere il marito che la fa sentire poco sicura e minacciata. A quel punto inizia una sequela di colpi di scena ed imprevisti nella vita di entrambi, ribaltandone continuamente i ruoli, che scalderà sicuramente la trama e che li porterà a trovarsi in situazioni decisamente bollenti ma anche estremamente divertenti. Il non capire che film si stia vedendo, guardando Hit Man, non è un male, anzi: dimostra la grande poliedricità di scrittura di Linklater e Powell e dimostra come oramai qualsiasi genere, anche l'action e la spy story per caso, possano essere ibridati e diventare commedia brillante.
Non solo: se qualche mese fa avevamo lodato il ritorno della rom-com di Tutti tranne te in cui era sempre Powell a farla da padrone, in quel caso insieme a Sydney Sweeney, lodando la loro chimica sullo schermo (tanto che aveva dato adito ad alcuni giornalisti di parlare di possibile relazione extra-set), questa viene completamente spazzata via vedendo recitare insieme l'attore di Top Gun: Maverick e l'attrice di Pacific Rim: La rivolta. Mentre condividono la scena, Powell e Arjona riescono ad essere sensuali eppure assolutamente ridicoli in modo naturale, come spesso capita nei momenti intimi di una coppia, e allo stesso tempo dimostrare grande presenza scenica: questo arriva al culmine in una sequenza che coinvolge uno smartphone (dopo aver visto il film, capirete e non potrete che darci ragione).
Tutto al proprio posto
Ma ciò che davvero coinvolge e sorprende di Hit Man - Killer per caso è il livello della sceneggiatura, ma anche di regia. Dall'inizio alla fine, il cerchio si chiude perfettamente, su una nota altissima, mostrando come tutto sia stato studiato nei minimi dettagli e quanto anche le sequenze che inizialmente sembrano in esubero siano parti integranti di un ottimo meccanismo. Sicuramente tra i migliori film dell'attore protagonista. Non possiamo che parteggiare per Gary e Madison ed essere anche sinceramente in apprensione per quanto potrebbe accadergli, dato che il film potrebbe a suo modo essere anche di un thriller al cardiopalma, un noir d'atmosfera che richiama La fiamma del peccato, oltre essere una commedia brillante, una rom-com e molto molto altro. Insomma, correte al cinema.