Avete presente il classico episodio di un procedurale interamente ambientato all'interno di un aereo in cui in 40-50 minuti si risolve tutto, nel bene o nel male? Ora pensate a come dev'essere riuscire a spalmarlo su una (mini)serie intera, in questo caso lunga sette episodi rendendoli ugualmente carichi di tensione, sviluppi narrativi e colpi di scena. Come dite, vi sembra impossibile? Se il protagonista è Idris Elba, forse no. È proprio da questo assunto di base che parte e nasce Hijack, la nuova serie Apple Tv+ original ogni mercoledì con un nuovo episodio in streaming. Un'idea già vista eppure innovativa, soprattutto se al centro della storia, come da titolo, c'è un dirottamento e quindi un rimando immediato all'attualità post 11 settembre. Come fare per rendere credibile e continuamente avvincente questo racconto? Ecco gli strumenti e le strade scelte dagli autori George Kay (Lupin, Criminal) e Jim Field Smith (Criminal, Truth Seekers).
7 episodi, 7 ore
Il primo strumento è sicuramente la durata in quasi tempo reale, proprio come rivoluzionava e insegnava nei primi anni 2000 in tv la serie 24 con Kiefer Sutherland. Se in quel caso ogni stagione corrispondeva ad una giornata che vedeva il protagonista Jack Bauer alle prese con le peripezie per salvare il presidente degli Stati Uniti e il Paese da un pericoloso attacco, in questo caso le puntate sono 7 proprio come le 7 ore di volo che intercorrono da Abu Dabi a Londra. In questo modo, con l'approcciarsi del dirottamente dell'aereo e delle sue conseguenze sui passeggeri, sul comandante e sul personale di volo, riesce a diventare effettivo ciò che accade sullo schermo e ciò che avverrebbe nella realtà. C'è una corrispondenza che offre maggior realismo al racconto e rende lo spettatore più partecipativo.
Tensione ad alta quota
Non basta il talento davanti e dietro la macchina da presa per una serie thriller come questa, nello specifico ad alta quota, che da un episodio faccia diventare la narrazione un'intera serie. Bisogna posizionare tatticamente i vari colpi di scena al punto giusto per rendere il racconto equilibrato ma in continua evoluzione, senza far mai davvero calmare il pubblico proprio come accade ai passeggeri in volo - forse in questo senso il binge watching sarebbe stato più indicato come programmazione rispetto al rilascio settimanale, ci sentiamo di suggerirlo. Possiamo però comunque confermare il risultato di stare sempre attenti allo schermo su quanto pensiamo stia per succedere e su quanto invece alla fine accade, complice l'uso di alcuni MacGuffin lungo il percorso. Funziona anche l'aver scelto di raccontare parallelamente anche cosa accade a terra, dove familiari e personale degli aeroporti cercano di capire se l'aereo sia stato davvero dirottato e come poter salvare passeggeri ed equipaggio.
Carisma
L'assoluto savoir-faire e magnetismo di Idris Elba e del suo personaggio, Sam Nelson, un abile negoziatore nelle situazioni di crisi, si confermano tali anche in Hijack. Ed è questo l'altro strumento principale utilizzato dagli autori, ovvero Elba/Nelson e il suo rapporto con gli altri personaggi, sull'aereo e sulla terraferma, per arrivare a una concatenazione di eventi e rivelazioni che porteranno alla svolta e stretta finale, facendoci credere fino all'ultimo di non essere per davvero totalmente al sicuro. La sua strategia è far sentire sicuri più i dirottatori che i passeggeri, questo perché è l'unico modo per provare a guadagnarsi la loro fiducia apparentemente contro gli altri viaggiatori, mentre invece prova a fermare dall'interno qualunque cosa stia accadendo e qualunque siano le motivazioni. Proprio come una spy story applicata ad un thriller in alta quota. Bastavano queste poche mosse ben architettate per dirottare la potenziale storia di un episodio in una (mini)serie intera come Hijack.