Hierarchy, la recensione: segreti e bugie tra i banchi di scuola

Serie sud-coreana in sette episodi, Hierarchy ci accompagna tra i corridoi di una scuola prestigiosa dove intrighi di vario tipo minano la tranquillità degli studenti. Disponibile su Netflix.

Il cast in una scena di Hierarchy

Il giovane Kang Ha ha ottenuto una borsa di studio per poter frequentare la Jooshin High School, considerato l'istituto più prestigioso di tutta la Corea del Sud. La scuola è infatti frequentata dai rampolli delle più ricche famiglie della nazione, figli di uomini d'affari o di eminenti politici che per coprire anche le loro attività hanno interesse che tra le aule non avvenga nulla di potenzialmente compromettente.

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Una parte del cast di Hierarchy

In Hierarchy i borsisti vengono però considerati di rango inferiore da chi è lì iscritto grazie al semplice denaro e vengono maltrattati dai leader delle varie classi. Tra questi vi è Kim Jae-won, futuro erede dell'impero Jooshin, che non esita a bullizzare chi ritiene non alla sua altezza, gestendo di fatto un clima di terrore e una vera e propria gerarchia. Kim ha una relazione con la bellissima Jung Jae-i, la reginetta della scuola, che dopo un breve soggiorno negli Stati Uniti gli ha comunicato di voler interrompere il loro rapporto. Kang Ha da nuovo arrivato finirà per risultare una mina vagante nelle dinamiche tra i suoi compagni e sembra nascondere un segreto che l'ha spinto a ottenere l'ammissione proprio su quei banchi...

Hierarchy: modelli e ispirazioni

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Qual'è lo scopo di Kang Ha, protagonista della serie Netflix?

Sulla carta avrebbe dovuto essere una sorta di erede spirituale di Élite, serie spagnola cult che proprio su Netflix ha fatto la sua fortuna in ben sette stagioni. E proprio sulla piattaforma di streaming ha recentemente debuttato questa produzione coreana - al momento una stagione da sette episodi di circa un'ora ciascuno - che ci accompagna in tormentate dinamiche adolescenziali, in un luogo ben specifico laddove la ricchezza domina o quasi tutte le regole. Difficile, se non impossibile, che Hierarchy raggiunga il successo dell'omologa citata, anche per via di una certa reiterazione di situazioni e dinamiche che risulta più inerte del previsto, incapace di offrire effettivamente nuove soluzioni ad un pubblico ormai smaliziato e pronto a districarsi nelle girandole di colpi di scena che non a casa caratterizzano le varie puntate.

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Scoperte prive di guizzi

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Passioni e tradimenti nelle puntate di Hierarchy

Il problema principale è che qui la premessa si esaurisce in fretta e la prima rivelazione chiave, relativa all'identità di Kang Ha, arrivi già al termine del pilot, innescando da lì in poi quella verve vendicativa tipica della narrazione indigena. E appare poi eccessivamente meccanica e poco naturale la gestione delle varie figure che formano questo complicato intreccio, destinato ad un finale che non soddisfa pienamente - mancando della necessaria catarsi - e con un epilogo, dopo i titoli di coda dell'ultimo episodio, che spalanca le porte ad una continuazione della serie. Foto e video compromettenti con relativi ricatti d'ordinanza, gelosie e nuove passioni in procinto di esplodere, tradimenti e segreti drammatici nascosti in un passato più o meno recente: vi è tutto e di più nelle circa sette ore di Hierarchy, ma l'amalgamo è imperfetto e privo di mordente, anche per via di un casting altalenante che soprattutto in un paio di ruoli chiave non convince del tutto.

La scuola degli orrori

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Hierarchy: una scena

La tematica del bullismo è sfruttata in maniera grossolana - se volete vedere un gran bel film sull'argomento, sempre proveniente dal Far East, recuperate Better Days (2019) - e i diversi flashback che ci svelano le vere motivazioni del protagonista sono parzialmente ingannatori, innescando false piste in serie fino a quando la verità non viene finalmente alla luce. Reminiscenze di Gossip Girl spuntano qua e là, con messaggi misteriosi e voci che circolano, in questa fiera degli eccessi dove le colpe dei padri ricadono sui figli, trasformando agnelli in rabbiosi leoni, pronti a sbranare il primo malcapitato che attraversa la loro strada. Macchine e ristoranti di lusso vanno di pari passo con la disumanizzazione di questi ragazzi e ragazze che diventano pedine in giochi orditi dai grandi, a volte diventando colpevoli a loro volta; l'entrata in scena di un elemento estraneo, pronto a tutto pur di cambiare le cose, accende quella miccia che era destinata a deflagrare da tempo. Peccato che in Hierarchy gli spunti come visto potenzialmente insiti in sceneggiatura restino solamente in superficie, senza mai riuscire ad emozionare nel profondo o a generare quel minimo di tensione - anche sessuale - che la storia avrebbe richiesto.

Conclusioni

Vincitore di una borsa di studio, Kang Ha comincia a frequentare una scuola prestigiosa dove i rampolli delle ricche famiglie cittadine fanno il buono e il cattivo tempo. Il nuovo arrivato ha un motivo ben preciso e la sua vendetta non si fermerà davanti a niente e nessuno. Un thriller adolescenziale ambientato tra i banchi di scuola, con finte verità e bugie che si inseguono e si alternano tra suggestioni e false piste: Hierarchy ci accompagna nelle aule della più prestigiosa, fittizia, scuola sud-coreana, ma le dinamiche tra gli studenti sono troppo deboli e forzate per risultare anche interessanti, castrando sul nascere spunti potenzialmente intriganti.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Un paio di personaggi e di sottotrame sono accattivanti.
  • Un pizzico di curiosità la mette...

Cosa non va

  • ...ma non è correttamente ripagata dalla gestione dei colpi di scena.
  • Un cast a corrente alternata.
  • Tematiche complesse affrontate con superficialità.