Il demone Anung Un Rama, meglio conosciuto come Hellboy, o anche semplicemente Red, è tornato sul grande schermo: a evocarlo questa volta non è stato Rasputin, ma un nuovo regista, Neil Marshall, che raccoglie il testimone del premio Oscar Guillermo Del Toro. Il film dell'autore inglese è un reboot, che non tiene conto di quanto visto nelle pellicole di Del Toro, Hellboy (2004) e Hellboy: The Golden Army (2008), ma comincia un nuovo corso, più fedele ai fumetti originali di Mike Mignola, con David Harbour, il detective Hopper della serie Stranger Things, nel ruolo del protagonista al posto di Ron Perlman.
Più sboccato, violento e pieno di sangue (il divieto ai minori di 17 anni è comprensibile, vista la moltitudine di amputazioni, decapitazioni e budella versate a tempo di heavy metal), questo nuovo film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Hellboy - è più un incubo che una fiaba come quella di Del Toro. Il diavolo rosso, detective del Bureau of Paranormal Research and Defense, deve vedersela con Nimue (Milla Jovovich), anche detta Regina di Sangue, potente strega che vuole portare l'Inferno sulla Terra e fare di lui il suo più stretto alleato. Tra una scazzottata infernale e mostri di ogni tipo, Hellboy deve anche capire chi è veramente, grazie soprattutto al confronto con suo padre, il professor Broom (Ian McShane), che lo ha cresciuto come se fosse il suo figlio.
Metafora potente, i mostri possono rivelare gli aspetti più oscuri e nascosti dell'animo umano: ma nella vita reale è difficile riconoscerli. Quindi chi sono i veri mostri? Lo abbiamo chiesto a David Harbour e Sophie Okonedo, che interpreta Lady Hatton, a Londra, al junket europeo del film. Per l'attore: "Ti dico una cosa: credo che tutti abbiamo dei mostri dentro di noi. Nella nostra mente ci sono delle cose: la psiche mi affascina, ego e superego. I nostri istinti credo siano mostruosi: vogliono consumarci, distruggerci e ucciderci. Dentro di noi ci sono tutte queste cose. Ciò che separa tutti noi dai mostri sono le decisioni consapevoli. Il lobo frontale del cervello mi permette di farlo. Anche se sono per strada e voglio ammazzare qualcuno che mi ha tagliato la strada, posso respirare e dire: non lo farò. Alcuni li alimentano di più, ma credo che i mostri siano dentro tutti noi." D'accordo Sophie Okonedo: "Tutti abbiamo queste pulsioni dentro di noi: da attori le tiriamo fuori ogni volta che recitiamo. Possiamo tirare fuori la rabbia ogni volta che vogliamo o tenerla a bada."
La video intervista a David Harbour e Sophie Okonedo su Hellboy
Non ci sono mostri e brave persone: ci sono solo persone
Harbour si è appassionato all'argomento, proseguendo: "Una cosa che odio è quando qualcuno fa una cosa orribile e le persone la etichettano come mostro: la polizia, o quello che è, parla di mostro, di male... Ma non ci credo completamente: credo che le persone siano esseri umani e compiano azioni mostruose, ma quando etichetti una persona come diversa da te, crei una distanza tra te e l'idea che tutti abbiamo queste cose dentro di noi, e abbiamo quindi la responsabilità di comportarci bene. Non ci sono mostri e brave persone: ci sono solo persone. Siamo tutti umani. Puoi comportarti come Gandhi o Hitler, ma sono sempre esseri umani, non ci sono veri mostri. Odio quando la società fa così: quando tende a prendere le distanze da qualcuno. Siamo tutti umani."
Hellboy: l'irresistibile antieroe infernale, dal fumetto al cinema
Il Demogorgone è una barzelletta
In Hellboy ci sono creature di ogni tipo: nella sua breve visita all'Inferno David Harbour ha per caso incontrato anche il Demogorgone di Stranger Things? Come sta? "Mio Dio, è un ragazzino rispetto ai mostri con cui ha a che fare Hellboy!" ci ha detto esplodendo in una risata, per poi continuare: "Il Demogorgone sarebbe una barzelletta! Sarebbe il tipo con cui prendere un drink al bar. Qui ci sono giganti, streghe... È pieno di creature molto più mostruose." Chissà se la pagherà per queste parole nella terza stagione.