La giovane Darla lavora come infermiera presso una coppia di anziani coniugi, i soli ad aver mai creduto in lei. Una sera mentre si trova in servizio da loro suonano alla porta tre balordi, già ricercati dalla polizia per una sanguinosa rapina, i quali dopo essersi fatti aprire fanno irruzione in casa con la forza. I criminali sono Wayne, Terry e Stacy e non hanno nessuno scrupolo nei confronti delle loro inermi vittime: i padroni di casa vengono brutalmente uccisi a sangue freddo senza pietà e la medesima sorta toccherebbe poi anche a Darla, la quale però prima viene anche violentata dai due uomini della banda.
Come vi raccontiamo nella recensione di Hell Nurse, la ragazza è erroneamente data per morta ma in realtà sopravvive e durante un momento di distrazione dei suoi aguzzini riesce a fuggire, salvo essere rimasta fortemente traumatizzata da quanto subito. Darla ora infatti si trova in una casa di cura, nel quale ha soggiornato per più di un anno nel tentativo di superare l'orrore che ha vissuto sulla propria pelle. Ora la protagonista sembra prossima a uscire e le viene data l'opportunità di lavorare nuovamente come infermiera presso un ricovero, ma il suo passato tornerà a perseguitarla, spingendola a stringere un patto con il demonio per ottenere la sua vendetta.
Un orrore dichiarato
Diciamolo sin da subito, Hell Nurse è un film per una ristretta nicchia di cultori, coloro che vivono a pane e horror di serie b / z e per i quali il basso budget e la violenza gore non sono un problema. Recentemente sbarcato nel catalogo di Prime Video, segue la scia di quelle produzioni alla Terrifier, ma vuoi per una minor ispirazione nonché per la mancanza di un villain degno di nota, le sue ambizioni sono molto più limitate e la ricerca dell'estremo a tutti i costi risulta parzialmente pacchiana e involontariamente ridicola. L'operazione è scritta e diretta da Bobby Blood, nome d'arte del musicista Bobby Ponte, già bassista in carriera di gruppi come NYHC e Merauder e ora attualmente attivo con la band rap-metal Downset. Non nuovo alla regia, tanto che ha già firmato diversi corti horror e operazioni tematiche nel corso della sua carriera dietro la macchina da presa.
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Questione di aspettative
Certo gli evidenti limiti produttivi concedono delle parziali attenuanti, ma a mancare è proprio un'idea di storia, con la sceneggiatura che non fa altro che forzare gli eventi per condurre all'attesa resa dei conti, dove la protagonista avrà modo di scendere a patti con i poteri oscuri pur di farla pagare a coloro che le hanno fatto del male, dando poi inizio a una carneficina senza esclusioni di colpi che prende di mira anche le parti intime dei malcapitati assassini, a loro volta caratterizzati su relativi stereotipi. Non è un caso, a sottolineare ulteriormente l'essenza exploitation dell'operazione, la scelta nel ruolo della protagonista della procace Mircalla Karnstein, la quale mette in mostra le proprie grazie in diverse occasioni, con tanto di tatuaggio pentacolare e demoniaco sul petto a manifestare la sua trasformazione in angelo della vendetta sovrumano.
Un contorno folkloristico
Da preti che manifestano comportamenti "non consoni" al loro ruolo a infermiere gelose che mettono il bastone tra le ruote fino a dottori compiacenti e compagne di ricovero legate ad antiche e misteriose sette, il background e il relativo parterre di personaggi secondari vive su ricalcati stereotipi, risultando puramente accessorio alla mattanza in divenire. E con buona parte delle dinamiche narrative affidate ai notiziari radiofonici che annunciano la presenza del trio di criminali in loco, lo script denota molteplici forzature nella gestione degli eventi, con una commistione più o meno forzata tra rape & revenge e horror demoniaco.
Conclusioni
Un budget limitato e una violenza estrema più nella concezione che nell'effettiva messa in scena, anche per via di effetti speciali e make-up doventi fare i conti con i limiti produttivi. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Hell Nurse, ci troviamo davanti ad un horror di serie z che è una sorta di mix tra rape & revenge e horror a tema demoniaco, con la giovane infermiera del titolo che dopo essere stata violentata dai suoi aguzzini e aver passato oltre un anno in una casa di cura per superare il trauma subito, ha finalmente modo di vendicarsi. Un'operazione grindhouse limitata al relativo target, priva di effettivi spunti degni di nota e ben lontana dal poter ambire a uno status di cult come quanto recentemente fatto da operazioni coeve, almeno sulla carta, quali il dittico di Terrifier.
Perché ci piace
- Violenza grindhouse che guarda agli anni Settanta, per tutti gli appassionati...
Cosa non va
- ...ma che difficilmente troverà interesse da parte chi non è fan del genere.
- Sceneggiatura irrisoria.
- Messa in scena che deve fare i conti con un budget misero.