Squadra che vince non si cambia, ma diventa grande. Heartstopper si è sempre distinta, prima nei graphic novel originari di Alice Oseman e poi nell'adattamento televisivo che lei stessa ha curato per Netflix. Si è distinta per la delicatezza quasi surreale con cui ha trattato la scoperta dell'identità di genere di un gruppo di ragazzi inglesi: l'autrice ha scritto la storia su come avrebbe voluto che fosse la propria adolescenza, quindi non necessariamente iper-sessualizzata come spesso quella rappresentata oggi, nella realtà e soprattutto nell'audiovisivo, da Euphoria alle colleghe streaming Élite e Sex Education. Non si smentisce nemmeno in questi nuovi otto episodi, ma allo stesso tempo allunga leggermente il minutaggio per parlare di questioni ancora più "serie".
Diventare (giovani) adulti nella serie Netflix
Già accennato nella stagione precedente, il disordine alimentare di Charlie (Joe Locke, che in queste settimane stiamo apprezzando anche in Agatha All Along) diviene centrale per la nuova narrazione: non si tratta solo di cibo, ma di stress, di ansia perenne, di stanchezza fisica dovuta al mangiare poco, di un turbinio di emozioni rappresentate ancora una volta perfettamente con gli effetti visivi fumettosi che rendono il serial un unicum nel panorama attuale, soprattutto tra i teen drama. Lui e Nick (Kit Connor) sono sempre dolcissimi, come tutti i protagonisti del resto che si ritrovano tutti accoppiati dopo gli sviluppi del secondo ciclo.
Tao (Wlliam Gao) e Elle (Yasmin Finney) sono nella fase "luna di miele" in cui devono stare sempre insieme soprattutto ora che lei deve ricominciare alla scuola d'arte; Tara (Corinna Brown) e Darcy (Kizzy Edgell) convivono dopo che quest'ultima se ne è andata di casa, ma devono trovare un'altra soluzione dalla nonna della prima (new entry fantastica). D'altronde, sono pur sempre adolescenti per affrontare problemi tanto più grandi di loro, come lo stesso Nick. Dalla sua avrà la zia psicologa Diane (Hayley Atwell), insieme ad un terapista specializzato (Eddie Marsan) e forse anche un professore seguito sui social media (Jonathan Bailey).
Isaac, alter ego di Alice Oseman
Nelle nuove puntate, che affrontano anche tematiche come la transfobia, centrali diventano gli "outsider" del gruppo, ovvero quelli rimasti non accoppiati, ampliando quindi il discorso sull'identità di genere. Imogen (Rhea Norwood) potrebbe comprendere meglio i propri gusti mentre l'avido lettore Isaac (Tobie Donovan), personaggio inventato appositamente per la serie tv, poiché autobiografico per l'autrice, deve affrontare la propria asessualità e aromaticità**, cercando di capirci qualcosa e di farla comprendere anche al suo gruppo di amici.
L'amicizia è importante tanto quanto l'amore: questo sembra essere il mantra cardine di tutta la terza stagione, che potrebbe essere la penultima per lo show, visto il materiale originario. La caratterizzazione dei personaggi continua ad essere uno dei punti di forza di Heartstopper, tanto da premiare sia gli interpreti che stanno crescendo insieme ai loro personaggi, regalandoci non solo un comfort show che ci fa tornare adolescenti ma anche qualche lacrimuccia per i temi più maturi inseriti nel racconto, sia la scrittura e rappresentazione della Oseman: puntuale, completa e mai forzata.
Heartstopper 3: la nostra copertina di Linus
L'altro elemento strutturale fondamentale è, come accennavamo, la resa visiva delle onomatopee e delle animazioni su carta per comunicare, prima agli spettatori che agli stessi personaggi, cosa sentono dentro di sé. Prima di riuscire a dare un nome a quell'emozione e a comprenderla fino in fondo. Iniziano anche le pulsioni sessuali per i protagonisti eppure non si esagera mai su quel fronte. Del resto, non c'è mai stato quell'intento dello show. D'altronde ci sono altri titoli se si cerca quel tipo di visione.
Conclusioni
La terza stagione di Heartstopper conferma le qualità che l’avevano caratterizzata fin dal suo esordio, provando ad alzare l’asticella con argomenti ancora più maturi come il disturbo alimentare e la transfobia. Alcune dinamiche si ripetono, ma i personaggi evolvono e mostrano nuovi lati di loro stessi, mentre le coppie si sfaldano e si riformano, e nuove consapevolezze di genere vengono alla luce, a partire dal bellissimo personaggio di Isaac. New entry succose ed effetti visivi fumettosi oramai peculiari dello show fanno il resto.
Perché ci piace
- Nick e Charlie e le altre coppie, insieme alle loro maturazioni.
- I temi più adulti come il disordine alimentare e la transfobia.
- L’evoluzione del personaggio di Isaac, alter ego di Alice Oseman.
- La resa visiva dei sentimenti dei personaggi.
- Le new entry adulte preziose ma non ingombranti.
Cosa non va
- La dolcezza quasi disarmante di alcune sequenze potrebbe infastidire qualcuno (però come fate a non sciogliervi di fronte a questi adolescenti?)
- Oramai si ripete un certo tipo di schema narrativo.