Ognuno hai i suoi gusti e i suoi punti deboli: questo vale per il cibo, per l'amore, per gli hobby e ovviamente anche per il cinema. Ci sono però alcune cose, e nella nostra fattispecie film, che finiscono con il mettere d'accordo veramente tutti: sono pochi e rari esempi, soprattutto nel cinema di oggigiorno, ma per fortuna ci sono. È questo il caso di Harry, ti presento Sally, commedia romantica del 1989 che in pochissimo tempo ha conseguito l'ambito status di cult - - e, non a caso, nel parliamo anche nel nostro libro Cult. I film che ti hanno cambiato la vita - grazie alle sue sue battute e frasi celebri, ad un finale romanticissimo, ma anche a personaggi cinici e divertenti come non mai.
Un capolavoro di sceneggiatura e di regia da parte di Nora Ephron e Rob Reiner che, nel pur affollatissimo e sempre di moda genere delle commedie romantiche USA, non ha avuto più eguali. Anche perché, a rivederlo oggi, Harry, ti presento Sally non dimostra certo di avere 30 anni, visto che le tematiche che affronta e soprattutto il modo in cui ci parla delle difficoltà da parte di uomini e donne nel trovare il "partner perfetto" sono assolutamente attuali. Certo, sono cambiate le tecnologie e i metodi di approccio, ma se vogliamo andare oltre al semplice rapporto di tipo sessuale, se vogliamo parlare e riflettere su quel bisogno di intimità che in fondo abbiamo tutti noi, la storia dei due amici Harry e Sally può venirci in aiuto anche oggi e insegnarci ancora tanto.
Il mito dell'amicizia tra uomo e donna
Intanto, è bene ricordarlo, Harry Burns è uno dei pochi ad avercela fatta. L'eroe che meritiamo, direbbero alcuni. Perché è forse l'unico a memoria d'uomo ad essere uscito dalla famigerata friendzone ed essere arrivato, dodici anni dopo, a sposare la sua Sally. Quello che ha aiutato il buon Harry è stato forse il fatto che lui fosse il primo a non crederci: non tanto all'amore, ma alla possibilità di un'amicizia vera e propria:
Uomini e donne non possono essere amici, perché il sesso ci si mette sempre di mezzo.
E infatti era davvero così, il primo ed unico pensiero per l'Harry giovane e scapestrato che vediamo all'inizio è sempre e comunque il sesso. Anni dopo, relazioni dopo, le cose cambiano ed entrambi si rendono conto di avere bisogno innanzitutto di una persona con cui condividere un tipo di esperienze diverse, la possibilità di mettersi a nudo e raccontarsi come non era mai successo loro prima con persone di un altro sesso. Quell'amicizia tra uomo e donna che sembrava impossibile diventa così il cuore pulsante del film, ma anche una novità assoluta per un genere che, come Woody Allen insegna, ha sempre fatto tesoro proprio della (quasi) impossibilità di comunicare e capirsi tra uomo e donna. E invece è proprio questo il grande segreto di Harry, ti presento Sally, il suo essere sì una delle più riuscite commedie romantiche di sempre, ma anche tra i migliori film sull'amicizia in senso assoluto.
Una sequela di battute memorabili e irresistibili
Col senno di poi è veramente incredibile notare quanto lo script della Ephron sia perfetto anche solo a raccontarci queste due personaggi principali, con tutte le loro idiosincrasie e le loro esperienze, sia dentro che fuori la relazione (prima d'amicizia e poi sentimentale) al centro del film. Vediamo sia Harry che Sally alle prese con i loro migliori amici, li vediamo prendere parte ad appuntamenti romantici, li vediamo anche seduti a casa, solitari e depressi; e prima ancora che si raccontino le proprie vicende l'uno all'altro ci sembra già di conoscerli perfettamente entrambi. Questo perché nonostante i dialoghi divertentissimi e a tratti surreali ("Che c'è di peggio di vedere lui che dopo cena mi strappa un capello e lo usa come filo interdentale, a tavola?" o "Ce ne stavamo seduti a chiacchierare in un ristorante etiope scelto da lei. E io facevo qualche battuta tipo: "Ehi! Non sapevo che si mangiasse in Etiopia, sarà una cosa rapida: ordino due piatti vuoti e via!"), i due protagonisti sono personaggi realistici in cui tutti noi spettatori possiamo rivedere noi stessi o persone che ci sono vicine: perché ognuno nella propria vita ha un Harry o un Sally, con i suoi pregi e i suoi difetti, ed è proprio questo che la rende degna di essere vissuta. E questo film di essere guardato e riguardato fino alla noia.
Poi, sia chiaro, non stiamo dicendo che i nostri amici e compagni debbano essere necessariamente uguali a Meg Ryan e Billy Crystal, che debbano far impazzire i camerieri con le loro ordinazioni o debbano avere un "lato oscuro" e spoilerarsi i finali del libro per il timore di morire prima di concluderlo; ma i due attori sono talmente bravi nelle loro interpretazioni, talmente perfetti nel far progredire e crescere il loro rapporto, da farceli sentire vicini come raramente succede al cinema. Al massimo potremmo paragonarli a personaggi di serie TV (un esempio a caso Friends, che a questo film deve tantissimo) dove però le ore a disposizione per l'approfondimento dei personaggi è infinitamente superiore: Harry Burns e Sally Albright sono stati invece su schermo con noi soltanto per 90 minuti, praticamente la durata di 4 episodi di una sitcom o di due episodi di una qualsiasi serie di oggigiorno! Pazzesco vero?
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La commedia romantica perfetta è anche la più cinica
Prima ancora di Harry, ti presento Sally c'era Woody Allen, e da Io e Annie, ma sopratutto Manhattan, la Ephron e Reiner hanno preso tantissimo. Ma la differenza fondamentale è che nei film di Allen tutto era sempre e comunque mostrato dal punto di vista del protagonista e anche i suoi interessi amorosi erano comunque filtrati dalle sue nevrosi o dai suoi sentimenti. In questo caso invece nulla ci viene mai risparmiato né di Harry né di Sally, due personaggi complessi e difficili che vivono la loro vita Da un punto di vista metacinematografico potremmo dire che in questo caso i due protagonisti non solo non sono consapevoli di essere al centro di una commedia romantica (esattamente l'opposto del brillante e recentissimo Non è romantico? di Netflix), ma sono semmai convinti di vivere un loro personalissimo (melo)dramma, destinati a rimpiangere per sempre amori passati ed essere soli e infelici per sempre. È proprio la mancanza di un qualsiasi romanticismo tra i due (fino alla parte finale del film, ovviamente) a rendere così interessante, ma anche cinico, il tutto. Pensate a questa battuta di Marie, la migliore amica di Sally interpretata dalla compianta Carrie Fisher:
Sto dicendo che l'uomo giusto per te forse è lì che ti aspetta: e se non lo acchiappi tu lo farà qualcun'altra, e passerai il resto della tua vita sapendo che un'altra donna ha sposato tuo marito!
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Ma vi sembra una cosa da dire ad un'amica? Ma soprattutto vi sembra una battuta da commedia romantica tradizionale? Perché non è questione di ironia, ma di un atteggiamento verso la vita e le relazioni di coppia che non può che provenire da esperienze personali. La Ephron, che ci ha lasciato nel 2012 e aveva alle spalle ben tre matrimoni, aveva scritto questo script nel 1986 dopo un incontro proprio con Rob Reiner in cui entrambi avevano manifestato il desiderio di fare un film che raccontasse la vita dopo il divorzio, quella vita da single fatta di incontri fugaci e spesso disastrosi in cui costantemente si è alla ricerca di qualcosa che non esiste: un sostituto dell'ex, un rimedio ad una ferita da amore che non potrà mai essere rimarginata. Un'altra battuta celebre, ma molto amara, recita così:
Un matrimonio non finisce mai solo per un'infedeltà: quello è un sintomo che qualcos'altro non va.
Ah, sì? Be', quel sintomo si scopa mia moglie!
Se effettivamente Harry, ti presento Sally ha contribuito a cambiare per sempre il panorama delle commedie romantiche USA è proprio grazie a questo cinismo, a questa visione tutt'altro che romantica della vita di coppia. Il film di Reiner è diventato la romcom per antonomasia degli ultimi 30 anni, ma lo ha fatto "uccidendo" tutto ciò che c'era stato prima, a partire dai grandi classici hollywoodiani. Tanto da esaltare la frase finale sull'amicizia di Casablanca, ma sminuendone tutta la storia d'amore in un attimo:
Io non vorrei mai passare il resto della mia vita a Casablanca, sposata a uno che gestisce un bar.
Un film (e un ristorante) da orgasmo
Facciamo però un passo indietro e torniamo alla parte più genuinamente divertenti del film. Ricordate quando dicevamo che Harry e Sally hanno ancora tanto da insegnare anche ai giovani spettatori di oggi? Per quanto possano essere smaliziati, per quante stagioni di Sex Education possano arrivare su Netflix in futuro, tutti avranno comunque da imparare dalla celebre scena del ristorante con l'orgasmo simulato da Meg Ryan. Così come generazioni intere di neo-sceneggiatori potranno solo sognare di riuscire mai a scrivere una battuta tanto efficace e geniale quanto:
Quello che ha preso la signorina
Che poi quella scena è stata in gran parte improvvisata da tutti i protagonisti, a dimostrazione della perfetta sintonia che ormai c'era tra cast, regista e sceneggiatrice. È quindi il rarissimo caso di una scena cinematografica davvero perfetta, che ha giustamente contribuito a rendere il film un vero fenomeno, resa ancora migliore dai tanti retroscena raccontati dai protagonisti. Sapete vero che la signora anziana che recita la celebre battuta è la madre del regista? Quanti di noi avrebbero avuto un tale coraggio?
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Una scena finale che è diventata l'emblema del romanticismo cinematografico
Ma non sarebbero bastati orgasmi simulati, battute cult e interpreti perfetti a far entrare di prepotenza questo Harry, ti presento Sally nella storia del cinema. La scena finale, quella che premia l'attesa durata tutto il film dei più romantici degli spettatori, è un altro esempio di assoluta perfezione cinematografica. Un momento in cui le splendide musiche del film (in questa scena la canzone simbolo del film It Had To Be You è cantata addirittura da Frank Sinatra), la cultura cinefila (l'ennesima, palese, citazione al Manhattan alleniano), un montaggio esemplare e due meravigliosi attori si uniscono per celebrare, con il seguente monologo, l'ineguagliabile sceneggiatura di Nora Ephron:
Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. Ti amo quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich. Amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo. Mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf, e sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perché mi sento solo, e non è perché è la notte di capodanno. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile.
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Fa sorridere leggere oggi, a distanza di 30 anni, l'aneddoto che racconta di come il finale inizialmente previsto e voluto da regista fosse completamente diverso. Perché fa capire come l'amore possa veramente condizionare tutto, anche la buona riuscita un film. Anche quella di un film che, a sua volta, ha condizionato la vita di tante persone, di tanti amici, e tante coppie.