"Avada Kedavra"
Lo sappiamo, iniziare un articolo su Harry Potter con una maledizione senza perdono può sembrare drastico, ma sinceramente chi scrive non vede altra reaction possibile alla conferma di qualche giorno fa, in una serie di maxi-annunci arrivati da HBO Max (prossimamente solo Max) di una serie di franchise che torneranno in formato seriale sulla piattaforma. Tra questi il maghetto più famoso del cinema e della tv, nato dalla penna di J.K. Rowling, che ora ritroveremo in sette stagioni per sette libri della saga, con un cast totalmente nuovo e dieci anni previsti di produzione per la serie tv ordinata. Altro che "First Reaction Shock". Allo stesso tempo, dopo avervi spiegato perché la serie potrebbe essere un'opportunità e un'occasione per migliorare alcuni aspetti dei lungometraggi, proviamo a guardare l'altro lato dell'Horcrux, e provare a spiegarvi tutti i motivi per i quali la serie HBO Max non è ciò che ci meritiamo né ciò di cui abbiamo bisogno. Per utilizzare l'abusata frase tratta dal Cavaliere Oscuro totalmente in negativo, per una volta.
Questione di tempo
Le tempistiche sono tutto, soprattutto oggi che il tempo sta giocando parecchi brutti scherzi nell'audiovisivo, e i maxi-annunci di (HBO) Max ne sono solamente l'ennesima dimostrazione. Un eterno sguardo nostalgico al passato, puntando nuovamente su franchise sicuri e già rodati piuttosto che scommettere su qualcosa di completamente nuovo e diverso. Quindi, oltre a The Big Bang Theory e The Conjuring, oltre a quella già in essere di It, ecco arrivare la prima serie dedicata al Wizarding World, ma è tutta una questione di "momento giusto, posto giusto" come dicevamo. Un rebranding quello di Max che sembra guardare davvero troppo al passato e troppo poco al futuro, rischiando di inficiare anche la controparte storicamente di qualità di HBO. È troppo presto per un reboot della saga cinematografica, conclusasi solamente nel 2011 con Harry Potter e i doni della morte - parte 2, e di cui abbiamo visto la prima reunion del cast l'anno scorso con Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts. Capite bene che non ci sono gli estremi per poter accettare un nuovo inizio per un franchise ancora così fresco nelle mente degli spettatori e dei fan. Per quanto sicuramente alcuni film siano più riusciti di altri, per quanto giocoforza non sempre siano stati fedeli ai romanzi originari, per quanto un approccio seriale permette sicuramente più episodi (e quindi più tempo) per trasporre situazioni e personaggi tradendoli meno, si tratta comunque di un medium diverso che non potrà accontentare tutti. La riprova di ciò sapete dove la vediamo? Nell'utilizzo da parte di Max e Warner Bros. dell'iconica colonna sonora dei film per il primissimo teaser che ha confermato la serie.
Questione di cast
La maggiore scommessa per la nuova produzione in arrivo, oltre alla trasposizione più fedele, sarà il casting. Già sui social è partito il toto-casting (spesso senza senso) dei fan su chi vorrebbero ad interpretare i loro beniamini, che magari non hanno potuto avere la prima volta. Ma è inutile dire che il lavoro di casting fatto dalla saga cinematografica è ottimo, ha già fatto lavorare praticamente il 90% degli attori e attrici del Regno Unito, e nella mentalità condivisa ognuno dei personaggi è associato, volente o nolente, a quell'interprete. La maggior parte del cast, del resto, è cresciuto insieme ai corrispettivi personaggi davanti la macchina da presa e, spesso, insieme agli spettatori oltre lo schermo. Un legame così indissolubile che sarà difficile spezzarlo, ancor più che il patto di sangue tra Silente e Grindelwald. Non solo il magico trio - Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint - che tanto è debitore alla saga, ma anche molti altri. Chi altri potrebbe sorprenderci più di Matthew Lewis come Neville Paciock, farci innamorare più di Evanna Lynch come Luna Lovegood, farsi amare/odiare più di Tom Felton come Draco Malfoy e risultare più insopportabile di Imelda Staunton come Dolores Umbridge? Alcuni tra l'altro ci hanno lasciato più o meno di recente come Alan Rickman (l'unico e solo Piton), Robbie Coltrane (Hagrid, visto proprio nella Reunion in cui ha ricordato in una frase come il suo personaggio sopravvivrà all'interprete) o ancora Helen McCrory (Narcissa Malfoy). Interpreti doppiamente legati post mortem ai loro ruoli. La produzione della serie parte già malissimo, insomma, svantaggiata.
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Questione di (multi)verso
Il Wizarding World è potenzialmente infinito e lo ha dimostrato la saga spin-off di Animali Fantastici, ambientata molti anni prima quella originaria e nata nientemeno che da un libro di testo della biblioteca di Hogwarts. L'idea geniale di J.K. Rowling, che ha voluto poi curare in prima persona il nuovo progetto dimostrando le proprie incapacità a livello di sceneggiatrice, era iniziata "col botto" per poi scendere drasticamente coi due capitoli seguenti, complici anche i cambi di cast e i ritardi nella produzione dovuti a molteplici fattori, tanto che l'iniziale pentalogia potrebbe ora essere solamente una trilogia, e questo nuovo annuncio parrebbe confermarlo. Eppure, nonostante i passi falsi degli spin-off, il mondo di Harry Potter poteva essere esplorato sotto mille altri punti di vista e sotto-universi, che non fossero il reboottare la saga principale. Certo, voleva dire sicuramente rischiare di più, soprattutto dopo l'esperimento Animali fantastici e dove trovarli non andato esattamente a buon fine, ma non ci sarebbe stata sicuramente più magia in quel tipo di scelta? Anche perché di periodi della storia del Wizarding World da esplorare ce ne sono a centinaia, compreso un ulteriore "spin-off dello spin-off" con protagonisti magari solamente Silente e Grindelwald. La serie tv di Harry Potter è anche di una mossa per non far scadere i diritti dei libri in possesso a Warner Bros. ma sicuramente esplorando altri angoli di quel mondo fantastico si sarebbe potuto trovare un altro stratagemma narrativo per ovviare al "problema".
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Questione di transfobia
Last but not least, lo sanno anche i muri: J.K. Rowling ha fatto molto parlare di sé (in senso negativo) in seguito alle sue molteplici dichiarazioni transfobiche, per niente gradite dalla comunità LGBTQIA+. Incredibile a pensarci, visto quanto lei stessa abbia creato un mondo che parla della diversità per antonomasia. Dichiarazioni che hanno portato Warner Bros. ad allontanarsi nei limiti del possibile da lei nell'ultimo capitolo di Animali Fantastici - I segreti di Silente, affiancandole alla sceneggiatura Steve Kloves e non dandole l'intera responsabilità della riuscita (o meno) della pellicola. Ora la donna è stata coinvolta come produttrice esecutiva nel serial in sviluppo, "per permettere ai libri di essere trasposti il più fedelmente possibile".
Un problema, quello di farla ulteriormente guadagnare reboottando la saga, che si era già presentato di recente con Hogwarts: Legacy, il videogioco che ha riportato i fan di tutto il mondo nella Scuola di Magia più famosa di sempre, dividendoli tra chi per principio non aveva intenzione di acquistare il gioco per evitare all'autrice ulteriori introiti e chi invece ha preferito lasciarsi catturare (ancora una volta) dalla nostalgia, scindendo il proprio attaccamento per il franchise dal disaccordo con le ideologie della Rowling. Eppure lo stesso presidente e CEO di HBO e Max Content Casey Bloys, ha dichiarato che l'intento è portare più inclusività rispetto al passato attraverso la nuova serie ordinata. Che ci siano recasting in vista proprio a monte, a livello di etnia e colore della pelle per alcuni personaggi, includendo in qualche modo anche la comunità trans magari? Solo il tempo ce lo dirà, ma in questo momento non possiamo che augurargli di non essere clemente.