Domandare ai fan di Harry Potter quale sia il migliore o, al contrario, il peggiore film della saga, non riceverà mai una risposta univoca. C'è chi con i libri ci è cresciuto o chi li ha scoperti molto più tardi, dopo aver visto la saga cinematografica. C'è chi gli si è approcciato da adulto, c'è chi li ha vissuti attraverso la gioia dei propri figli (e poi li ha letti tutti). Il mondo magico creato da J.K.Rowling sulla carta e poi la sua versione cinematografica, a cui prendono parte attori del calibro di Alan Rickman e Maggie Smith, ci ha influenzato in tanti modi diversi, ed è difficile, in modo obiettivo, redigere una classifica dei sette romanzi come una degli otto film.
Detto questo, però, da fan del giovane mago che si sono approcciati alle pellicole passando prima per la carta stampata, ce n'è una che, tra tutte, ci ha piuttosto deluso, il cui confronto con il libro da cui è tratta è, in alcuni momenti, assolutamente impietoso. Stiamo parlando di Harry Potter e i doni della morte - Parte 2, il film che aveva il compito di mettere in scena l'epico finale della storia creata dalla Rowling. Il libro (la cui trama per il cinema è stata divisa in due parti) ci aveva stregati, affascinati e catturati senza via di scampo nel suo incessante susseguirsi di colpi di scena, di momenti esaltanti ma anche dolorosi. Il settimo libro della saga è indimenticabile, la sua controparte cinematografica, invece, e qui ci riferiamo alla sua seconda parte in particolare, decisamente di meno. Sì, lo ammettiamo, lo abbiamo comunque apprezzato, ci ha fatto emozionare e commuovere (ed in certi momenti di lacrime ne abbiamo versate parecchie), ma ponendolo a confronto con il romanzo che lo ha ispirato per noi c'è sempre qualcosa che non torna e non riusciamo ad esserne pienamente soddisfatti. In questo articolo, dopo l'ennesimo rewatch seguito dall'ennesima rilettura, proviamo a capirne il perché.
I personaggi non sembrano veramente loro stessi
Nella trasposizione cinematografica dell'ultimo romanzo sono stati creati momenti e situazioni che nel libro non erano presenti, questo ovviamente con la finalità di adattare il ritmo dei romanzi a quello cinematografico. Un momento inedito è quello dell'"addio" tra Ron, Hermione ed Harry (che sta per consegnarsi a Voldemort nella Foresta Proibita). Nel romanzo, infatti, Harry non diceva nulla a nessuno e si allontanava da solo, nel film lo vediamo accomiatarsi dai suoi migliori amici: Hermione reagisce come ci aspetteremmo che faccia, il suo amico le dice che sta andando a morire e lei giustamente si dispera, piange e lo abbraccia; Ron, invece, lo guarda a disagio. Sì, sa che quello forse è l'unico modo per provare a sconfiggere il più grande mago oscuro di tutti i tempi, ma come è possibile che non dica nemmeno addio a qualcuno a cui è così legato da ben sette anni?
Se questo momento ci ha lasciato leggermente straniti, niente in confronto a quello che accade poco dopo: il corpo di Harry, tra le braccia di Hagrid e in un innaturale silenzio, viene riportato a Hogwarts dalla Foresta Proibita. Ginny è distrutta, visto il legame sentimentale che la lega ad Harry, e l'attenzione viene spostata su di lei, ma gli altri, in particolare Ron ed Hermione, non ci sembrano cosi sconvolti e addolorati nel vedere il cadavere del loro migliore amico tra le fila nemiche, tutti si limitano a osservare la situazione ammutoliti. L'impatto emotivo di questa scena, nel romanzo, era ben diverso: assistevamo alla disperazione di tutti i personaggi più amati, alle loro grida, addirittura la McGranitt urlava in preda al dolore, quella di Ginny era invece una voce che si perdeva tra le tante. Il tutto risultava ancor più terribile per noi lettori, perché seguendo la scena dalla prospettiva di Harry eravamo partecipi della sua angoscia nel non poter rivelare ai suoi amici di essere ancora vivo.
Harry non desiderava altro che gridare, rispondere, ma si costrinse a restare in silenzio, e le loro urla furono come un segnale: la folla di sopravvissuti si scatenò, urlando ingiurie contro i Mangiamorte, finché...
Neville era il primo a scagliarsi contro i Mangiamorte, ma il primo a parlare, quello a sfidare verbalmente Voldemort era Ron. Se nel film restava in silenzio ad assistere alla scena, nel libro Ron Weasley lo interrompeva e gli si opponeva.
'Ti ha sconfitto' urlò Ron, e l'incantesimo si ruppe: i difensori di Hogwarts urlarono e urlarono di nuovo...
La partecipazione emotiva di coloro che erano presenti a Hogwarts era molto più intensa nel libro rispetto che nel film, leggere di come tutti reagivano con furore alla morte di Harry rendeva questo passaggio della storia estremamente più potente e d'impatto. Questa scena, che nel film si concludeva con il rapido "risveglio" del nostro eroe (e Voldemort che partiva all'inseguimento), nel libro era decisamente più spettacolare: Grop ed i centauri arrivavano alla carica scatenandosi sui Mangiamorte (mentre Neville uccideva Nagini con la spada di Godric Grifondoro) e ad Hogwarts scoppiava il caos.
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Storyline messe da parte e interessi romantici forzati
Prima di tornare alla battaglia finale, proseguendo con lo scontro diretto tra Harry e il Signore Oscuro (che è il momento che più ci ha deluso dell'intero film), parliamo di un altro elemento che non ci ha soddisfatto appieno nella trasposizione cinematografica. Come dicevamo, Ginny è l'unica a urlare alla vista del corpo di Harry morto, questo perché nel film si cerca di dare una maggiore importanza agli interessi romantici dei personaggi. Non che nel libro non lo si faccia, questo sia chiaro, ma essendoci minor tempo per svilupparli, nel film risultano maggiormente forzati. Due sono gli esempi principali di questo: il primo bacio tra Ron ed Hermione, ben diverso da come accade nel libro (in cui è decisamente più coerente con le personalità dei due personaggi) e la sottotrama Luna/Neville. Ron ed Hermione cinematografici finiscono l'una nelle braccia dell'altro dopo aver distrutto uno degli Horcrux (ed essere sopravvissuti); nel romanzo, invece, lei lo baciava dopo che lui le dimostrava di essere sinceramente preoccupato per il destino degli elfi domestici del castello, cosa che per lei è estremamente importante. In questo momento capiamo anche quanto Ron sia cresciuto nel corso del tempo, da ragazzino immaturo a eroe premuroso. Luna e Neville, poi, non avevano mostrato alcun interesse reciproco prima di questo film, ed il loro avvicinamento ci è parso irrealistico e forzato.
Passiamo poi a quelle storyline che avremmo voluto veder sviluppare di più. Cominciamo con la morte di Tonks e Lupin, due personaggi estremamente amati, che in Harry Potter e i doni della morte - Parte 2 viene lasciata quasi sullo sfondo. Dei loro corpi ci viene mostrata solo un'inquadratura veloce (senza nemmeno inserire nella trama il fatto che i due avessero avuto un figlio, Teddy), rendendo l'impatto di questa tragedia molto meno forte. Un altro elemento che non viene inserito nel film è il ritorno di Percy, che riusciva a mostrarci, con poche parole e pochi gesti in un momento estremamente emozionante, quanto i Weasley siano legati tra loro, quanto siano sempre disposti al perdono. Lo sappiamo, in una trasposizione cinematografica non si può inserire tutto ciò che è presente nel materiale originale (anche se, avendo realizzato due film forse qui di tempo e di spazio per "raccontare" qualcosa in più ce n'era...), ma nel caso de I doni della morte - Parte 2 ci sembra che siano stati messi da parte momenti che avrebbero reso il film molto più emozionante, molto più intenso.
La battaglia finale e la morte di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
Passiamo ora la momento culmine della storia, tanto nel libro come nel film: lo scontro finale tra Voldemort ed Harry, che è anche ciò che della trasposizione cinematografica ci crea il maggiore disappunto. Innanzitutto, nel romanzo lo scontro tra i due si svolge all'interno del castello, nella Sala Grande semi-distrutta, cosa che rende il momento ancora più emozionante: tutti i personaggi si sono spostati dentro ad Hogwarts e lo scontro è feroce, addirittura vi prendono parte gli elfi domestici, brandendo coltelli e mannaie contro i Mangiamorte che vengono sopraffatti dalla furia degli avversari. Harry è rimasto nascosto per tutto il tempo, celato alla vista degli altri, che ancora lo credono morto, sotto il mantello dell'invisibilità, ma cerca di salvare più persone possibili, lanciando incantesimi scudo verso i suoi compagni in difficoltà. Il momento per lui di venire allo scoperto è subito dopo la morte di Bellatrix, uccisa da una Molly inferocita, che lascia Voldemort furioso ma al tempo stesso smarrito. Lo scontro tra i due, accolto prima dal giubilo dei compagni che scoprono finalmente che Harry è vivo, avviene nel centro della folla riunita in Sala Grande. I due si trovano l'uno di fronte all'altro, e pian piano Harry rivela a Voldemort che non potrà mai vincere, che grazie a Silente e Piton verrà definitivamente sconfitto, perché la Bacchetta di Sambuco non gli è mai appartenuta e il vero proprietario è proprio Harry. Dopo aver scagliato entrambi un'incantesimo, l'Avada Kedavra di Voldemort gli si ritorcerà contro e lui, in un momento solenne e perfetto, cadrà a terra morto.
Come ben saprete nel film questa scena è trattata in maniera completamente diversa. Voldemort ed Harry si ritrovano a combattere soli, al di fuori del castello, mentre nessuno assiste. Dopo che Harry rivela al Signore oscuro perché non potrà mai vincere i due cominciano a volteggiare attorno al castello (in una scena che ci è sembrata un po' ridicola, non ce ne vogliate). È proprio nel momento in cui i due si ritrovano poi l'uno di fronte all'altro con le bacchette sguainate che Neville uccide finalmente Nagini, rendendo così Voldemort mortale. L'ultimo colpo tra i due è quello che per Voldemort risulta fatale. Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è finalmente sconfitto e pian piano si tramuta in polvere, scomparendo davanti agli occhi dell'unico testimone della sua morte. Capirete anche voi perché questa scena non può, se realizzata in questo modo, avere lo stesso impatto che aveva nel romanzo? Nessuno assiste alla sconfitta di Voldemort, nessuno può esultare con Harry per l'enormità di quello che - con l'aiuto di tantissimi altri e con il loro sacrificio - è riuscito a realizzare. Far scomparire il suo corpo poi, renderlo cenere che si disperde al vento, per quanto dal punto di vista visivo possa essere decisamente di grande impatto, rende meno forte la sconfitta di Voldemort. Nel libro lo vediamo morire e accasciarsi a terra come tutti gli altri che sono caduti prima di lui, il fatto che il suo corpo non scompaia lo rende più umano, più insignificante. Il suo cadavere, così "umano", è prova tangibile per tutti che sia stato finalmente sconfitto.
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Ed Hogwarts ruggisce di gioia
Un vibrante secondo di silenzio, lo stupore sospeso, poi il tumulto esplose attorno ad Harry, le urla, l'esultanza e i ruggiti dei presenti lacerarono l'aria.
Harry non riusciva a capire una parola di quello che stavano urlando, né quali mani lo afferravano, lo tiravano, cercavano di abbracciarlo: erano in centinaia a premere contro di lui, tutti decisi a toccare il Ragazzo Che È Sopravvissuto, la ragione per cui era davvero finita...
La reazione di chi assiste allo scontro tra Harry e Voldemort, e alla morte di quest'ultimo, ha un enorme impatto su chi legge, tutti sono partecipi della gioia di aver finalmente vinto. Tutti accolgono Harry come l'eroe che è. In sette libri, noi lettori siamo cresciuti con Harry, abbiamo combattuto con lui ad ogni passo. Ora possiamo finalmente assistere alla sua meritata vittoria, ed esultiamo con lui insieme a tutti gli altri. Nel film veniamo privati di tutto questo, veniamo privati della possibilità di esultare con lui. Quello che ci viene dato è una scena in cui Harry cammina per il castello, alcuni lo guardano da lontano, gli rivolgono mezzi sorrisi, sembra quasi un outsider tra i suoi compagni. Non abbiamo il momento di giubilo ed inarrestabile entusiasmo che ci aspettavamo: nel libro, ad un certo punto, uno stanchissimo Harry doveva addirittura nascondersi sotto il mantello dell'invisibilità per non essere continuamente fermato dagli abbracci e dalle dimostrazioni d'affetto dei suoi amici. Tutta la parte finale del film, per come viene realizzata, non suscita su chi guarda lo stesso effetto che invece J.K. Rowling aveva ottenuto nel passaggio corrispondente del suo romanzo.
Un finale che avremmo voluto diverso...
È vero, i cambiamenti di cui abbiamo parlato non hanno modificato lo sviluppo narrativo, la storia segue gli stessi passi che nel romanzo, si conclude nello stesso modo. Ma, secondo noi, tutte quelle variazioni che forse a qualcuno possono sembrare piccole ed insignificanti, hanno influenzato enormemente la nostra esperienza di visione. Il film che abbiamo visto in sala (e poi visto e rivisto a casa) non ci ha emozionato, non ci ha rapito, quanto speravamo anche per colpa di quei "piccoli" cambiamenti. La nostra impressione è che non si sia riusciti a rendere giustizia all'epico finale del romanzo. Non c'è dubbio che certi passaggi sia difficile portarli sul grande schermo, come dicevamo non tutto quello che è presente nel materiale originale può trovare spazio nella sua trasposizione cinematografica ma, nel caso di Harry Potter e i doni della morte - parte 2, sarebbero bastate piccole scelte di sceneggiatura ad ottenere un risultato completamente diverso. A rendere il finale di questa saga che ci ha accompagnato per ben dieci anni decisamente migliore.