Gli avevamo voluto dare il beneficio del dubbio, com'è giusto che sia, dopo aver visto metà serie in anteprima, ma con la seconda metà ha purtroppo confermato le nostre perplessità. Stiamo parlando di Shelter, la serie con cui Harlan Coben, apprezzato scrittore statunitense di thriller e gialli, si è spostato da Netflix a Prime Video e da storie più mature al genere young adult, scrivendo insieme alla figlia Charlotte Coben. Quella che era iniziato come un racconto che riprendeva i suoi stilemi - un ritorno nel paesino d'origine che porta a galla segreti nascosti e passato familiare - era presto diventato qualcosa a metà strada tra thriller e soprannaturale, e che metteva al centro l'improbabile Scooby Gang composta dai tre ragazzini protagonisti, soprattutto Mickey Bolitar eroe dei romanzi di Coben, qui con un fortissimo (e fastidioso) complesso dell'eroe ed interpretato da Jaden Michael. I colpi di scena che si sono susseguiti hanno portato a luce un traffico di minori che l'associazione segreta al centro del racconto tenta di sventare da anni, ricollegando passato e presente ancora una volta come spesso capita nei romanzi di Coben. Giudizi a parte, il finale disponibile su Prime Video ci dà l'occasione per fare il punto con una nostra spiegazione, soprattutto alla luce del fatto che si tratta della prima serie dello scrittore a non concludersi con una sola stagione. Neanche a dirlo, occhio agli spoiler.
Guardarsi indietro
Due i colpi di scena principali che hanno preceduto il finale di Shelter: innanzitutto, la rivelazione che il piccolo Billy Shakes non è stato rapito o ucciso ma si è rifugiato a casa di Bat Lady perché il padre alcolizzato lo picchiava e, nel giorno che persero la partita di baseball, arrivò a spegnergli una sigaretta nell'occhio. Da grande è rimasto con l'anziana signora nella casa con la nomea di essere infestata come sua guardia del corpo, indossando gli occhiali da sole per coprire la cicatrice che lo segnò a vita. Quando il giovane Brad (il padre di Mickey) è stato sfidato dalla sorella Shira (la zia di Mickey che l'ha preso con sé dopo la morte del padre) ad entrare in casa di Bat Lady, ha scoperto la verità sul migliore amico e ha giurato di mantenere il segreto ma da quel momento è cambiato per sempre. Ha anche scoperto l'esistenza di Abeona, la rete sotterranea per il salvataggio dei minori caratterizzata dal tatuaggio con la farfalla, che ci porta alla seconda importante rivelazione.
L'associazione segreta di cui faceva parte anche il padre Brad porta ad Ashley, la ragazza scomparsa tanti anni dopo il piccolo Billy (ma come sappiamo ora, per motivi ben diversi), della cui ricerca Mickey si è auto-incaricato e che ha scoperchiato il proverbiale vaso di Pandora sulla cittadina di Kasselton, New Jersey. Il trio composto da Mickey (Jaden Michael), la goth queer Ema (Abby Corrigan) e il nerd Spoon (Adrian Greensmith), insieme alla cheerlader Rachel Caldwell (Sage Linder) è riuscito attraverso una serie di improbabili imprese (per un gruppo di ragazzini con zero esperienza di crimini e indagini) a trovare e salvare Ashley nel club segreto della cittadina. I quattro sono riusciti anche a fermare un'esigua parte del traffico di bambini e ragazze, vendute e costrette a prostituirsi: è proprio Ashley che ha costretto i genitori di Mickey a trasferirsi, perché era il "caso" a cui Brad stava lavorando quando erano al campeggio e Mickey sentì un rumore e lo vide parlare con qualcuno. C'è però chi non sopravvive alla "retata" come Candy, una delle ragazze che prova ad aiutarli dall'interno e muore tra le braccia di Spoon lasciandogli un trauma indelebile. Nonostante la tematica molto importante ed attuale, la serie si perde nelle storie personali dei personaggi.
Shelter, la recensione: il giallo young adult di Harlan Coben
Guardare avanti
Storie personali che rimangono insolute. L'amore tra Shira (Constance Zimmer) e Hannah (Missi Pyle) esce allo scoperto con lo sgomento della famiglia di quest'ultima: Hannah chiede il divorzio al marito, vuole aprire il proprio ristorante e chiede a Shira di restare questa volta, non come ha fatto 25 anni prima sparendo nel nulla pur di non affrontare i propri sentimenti. Intanto Whitney fa pubblicamente ammenda sui social svelando di aver "tradito" Ema con il migliore amico del fratello, ovvero Troy (Brian Altemus), quando si era appena lasciato con Rachel, e di aver comprato i propri follower per diventare famosa su UdoU, il social artistico dei ragazzi. La Scooby Gang è ancora più affiatata alla fine e si profilano nuove possibili interazioni e relazioni, come quella tra Ema e Rachel.
La nostra spiegazione del finale non può che coincidere con l'altra grande rivelazione di questo epilogo di Shelter che va a braccetto col dirci che si tratta di una prima stagione e non di una miniserie, come finora ci aveva sempre abituato Harlan Coben in tv. Dopo essere stato messo nell'aria come indizio fin dal primo episodio proprio da Bat Lady che Brad Bolitar (Kristoffer Polaha) in realtà fosse vivo e vegeto, arriva la rivelazione e la spiegazione che è anche il cliffhanger con cui si conclude il serial per il momento. Molti anni prima Brad da adolescente aveva provato a salvare un gruppo di bambini chiudendoli nella camera insonorizzata sotto i tunnel della casa. Purtroppo il fratellino di Luther (che si è rivelato essere il Macellaio nonché il paramedico che ha soccorso Brad dopo l'incidente) era asmatico, non l'aveva detto a nessuno e si era dimenticato fuori l'inalatore. Il tempo di riaprire la camera, il piccolo era deceduto e Brad si è sempre sentito in colpa per questo ma Luther gliel'ha voluta far pagare tutti questi anni dopo rinchiudendolo proprio in quella stessa stanza, lottando con l'ossigeno per la sopravvivenza. Ecco perché Bat Lady era convinta di sentirlo attraverso le condutture della casa. Mentre i ragazzi ritrovano Brad, parallelamente Shira fa riesumare la tomba del fratello per scoprire... che dentro non c'è nessun cadavere. Moltissime questioni irrisolte per gli episodi a venire quindi, se mai ci saranno, dato che la serie non è stata ancora ufficialmente rinnovata per un secondo ciclo.