Hanno Ucciso L’Uomo Ragno: i brani leggendari degli 883 che hanno segnato la serie

Vi raccontiamo la storia degli 883 tramite le canzoni più popolari, e in un certo senso sintomatiche della serie Sky firmata da Sydney Sibilia.

Max Pezzali e Mauro Repetto

In una delle prime scene di Hanno Ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883, la serie Sky Original di Sydney Sibilia, un giovane Max Pezzali si trova in un furgone che il papà ha comprato, usato, da un certo Lello. Schiaccia un tasto sull'autoradio ed esce una "cassettina". Non c'è scritto niente. Max la rimette nel lettore, e parte What A Wonderful World di Joe Ramone. È la folgorazione per il punk. Poco dopo, una bellissima ragazza, Silvia, gli chiede di scrivere una canzone per lei.

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Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli nella serie

A tratti Hanno Ucciso L'Uomo Ragno sembra il sequel, o lo spin-off, di Mixed By Erry, perché vive nello stesso universo dell'ultimo film di Sibilia: stereo, mixer, apparecchi per registrare, e poi per campionare, negozi di elettrodomestici e strumenti musicali. E, soprattutto, vive degli stessi personaggi: improbabili eroi che ce la fanno contro ogni pronostico e ogni logica, che se trovano la strada sbarrata se ne aprono un'altra, a modo loro. Abbiamo deciso di raccontarvi la storia delle canzoni degli 883 così come la racconta la serie. Svelandovi anche un trucco di scrittura di Sibilia e il suo team. Di solito, nei biopic musicali (e questo, in fondo, non lo è) si parte dalla vita per trovare lo spunto delle canzoni. Qui si è fatto il contrario: spesso si è partiti dalle canzoni per immaginare la storia. "La risposta è sempre dentro le canzoni" ha spiegato Sibilia.

1. Nord Sud Ovest Est

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Hanno ucciso l'Uomo Ragno: Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, alias Max e Mauro, stanno per salire sul palco del Festivalbar

Sì, le canzoni degli 883 non arrivano subito nella serie. In fondo è un'origin story di due supereroi, e per alcuni episodi vediamo Max e Mauro prima che diventino il "dinamico duo". La prima canzone che ascoltiamo è Nord Sud Ovest Est, un pezzo del loro secondo album, la title-track. Sydney Sibilia sceglie di chiudere così il secondo episodio, con una grande ellissi narrativa. Il momento in cui Mauro consegna quella cassettina a un famoso deejay è quello della svolta. E così vediamo gli 883 proiettati nel futuro, sull'iconico palco del Festivalbar, che vincono con l'album in questione. Inquadrati dietro le quinte, prima di salire, con quella che sembra una citazione della salita sul palco dei Queen al Live Aid in Bohemian Rhapsody. Il palco, i loro abiti, i movimenti: tutto è perfetto. Le canzoni degli 883 sono dei piccoli film: Nord Sud Ovest Est è un film western, con sonorità che evocano il Messico, e racconta la storia di un uomo alla ricerca del suo amore perduto. O forse di se stesso. Che è anche uno dei temi della serie.

Hanno ucciso l'uomo ragno - La vera storia degli 883 e una serie "Sul potere dei sogni"

2. Non me la menare

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Elia Nuzzolo e Ludovica Barbarito sono Max Pezzali e Silvia, la ragazza (immaginaria ma con un fondo di realtà) a cui piacciono le birre scure

"Non me la menare non capisco cosa vuoi, tanto lo sapevi che non ero come voi. A me piacciono le birre scure e le moto da James Dean, non quelle stronzate che si dicono nei film". Non me la menare è il primo singolo degli 883, la canzone che apre il loro primo album, Hanno Ucciso l'Uomo Ragno. Sydney Sibilia fa pronunciare quelle parole a Silvia, figura immaginaria creata per la serie, di ritorno da una vacanza con il ragazzo. È un inno contro tutti quelli che ti dicono cosa fare, che non ti vogliono come sei ma come vorrebbero loro. Normale che appena uscita diventasse un inno in cui in tanti si potessero riconoscere. È di fatto la prima canzone degli 883, che nascono quando decidono di cantare in italiano. Don't Break My Balls non avrebbe funzionato come Non me la menare. Nella terza strofa e nel terzo ritornello è campionata la batteria di Shout dei Tears For Fears (come è evidente nello Shout Remix della canzone).

3. S'inkazza

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Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli: i giri in motorino e in furgone di Max e Mauro sono uno dei momenti ricorrenti della serie

S'inkazza, la canzone che nel primo album degli 883 segue Non me la menare, nella serie di Sydney Sibilia non la ascoltiamo. Ma quella canzone è comunque nell'aria. A un certo punto, nell'andirivieni tra Pavia e Milano, all'ennesimo rientro quando ormai è mattina, la mamma di Max esclama "questa casa non è un albergo!"; che è il ritornello, e anche il sottotitolo, di quella canzone. Anche questo è un pezzo di vita vissuta in cui migliaia di ragazzi si sono immediatamente identificati (e in migliaia continueranno a farlo). S'inkazza è la canzone più rock dell'album, forte com'è della chitarra suonata da Nikki, rocker del gruppo di Radio Deejay (e oggi conduttore con Federico Russo della spassosa trasmissione Summer Camp).

4. Jolly Blue

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Max Pezzali e Mauro Repetto a scuola: insieme alla sala giochi Jolly Blue è un luogo chiave della storia

"I tempi cambiano. Ma noi no". Lo dice Max nel momento in cui, insieme a Cisco, passa davanti alla Jolly Blue, la sala giochi di Pavia, quella dove hanno passato anni spensierati. Negli anni Ottanta e Novanta si andava "in sala" anche se non si sapeva giocare ai videogame, perché era un luogo di ritrovo. Quando Max e Cisco passano davanti alla Jolly Blue la trovano chiusa, perché i vari Nintendo da casa hanno soppiantato i giochi Arcade. Ma a Cisco viene una pazza idea: rilevare la Jolly Blue. Max e Mauro ci scrivono una canzone. "Jolly Blue, la sala giochi, Jolly Blue, piena di giochi". Sarà Sandy Marton, incontrato nel leggendario appartamento di Milano dove Claudio Cecchetto ospitava i talenti di Radio Deejay, a convincerli definitivamente. Lui, che cantava People From Ibiza senza essere mai stato alle Baleari, dice loro di cantare delle cose che conoscono, delle cose che vivono. Jolly Blue negli anni Novanta diventò un film. Per il ruolo della protagonista si presentò al provino una giovanissima Angelina Jolie. Ma fu scelta Alessia Merz...

5. Con un deca

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Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, alias Max Pezzali e Mauro Repetto, sulle rive del Ticino: Pavia ha un ruolo importante nel racconto

Il primo album degli 883 sarebbe pronto. Ma secondo Claudio Cecchetto manca ancora qualcosa, un pezzo mitico, che dia il titolo all'album. Dopo averli amati per la schiettezza di Non me la menare, ora dice che a lui, e alla gente, non glie ne frega niente di Pavia. E Max e Mauro che fanno? Parlano ancora della loro città. Con un deca è il loro inno alla noia. "Ne parlavamo tanto tanti anni fa di quanto è paranoica questa città, della sua gente delle sue manie, 2 discoteche 106 farmacie". Nasce così Con un deca, insieme alla title-track la canzone più bella del primo album, la canzone che più di tutte parla delle radici degli 883. Non a caso, oltre che in un momento topico del film, la ascoltiamo come sigla di ogni episodio.

6. Hanno ucciso l'Uomo Ragno

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Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, alias Max Pezzali e Mauro Repetto, nella tavernetta di casa Pezzali

"Sti cazzi di Pavia! Serve un pezzo che poi dia il titolo all'album!", sbotta Pierpaolo, che è Pierpaolo Peroni, produttore dei primi album degli 883 e diventato un noto produttore e manager grazie al loro successo. Oltre a Cecchetto lo sa anche lui. E allora va a Pavia e si chiude nella tavernetta di casa Pezzali, dove Max e Mauro creano le loro canzoni. Guardano la tivù in cerca di ispirazione, anche le pubblicità di "qualche industria di caffè". Poi, in una pausa al bar, l'incontro con un ragazzo che gli parla di come sono finiti i suoi sogni. Ha un tatuaggio con una ragnatela... Hanno ucciso l'Uomo Ragno è questo, una canzone sulla fine dei sogni, sulla fine della gioventù. Per chi non ce l'ha fatta e per chi continua a sognare. "È come se noi fossimo supereroi. E i superpoteri sono i nostri sogni". Su questa metafora Max Pezzali e Mauro Repetto costruiscono una canzone che, dai suoni al testo, è come un film: è piena di suggestioni, già dai primi versi "Solita notte da lupi nel Bronx, nel locale stan suonando un blues degli Stones, loschi individui al bancone del bar pieni di whisky e margaritas". C'è chi l'ha letta cantando e chi mente. Hanno ucciso l'Uomo Ragno è la canzone che fa andare tutto a dama, la quadratura del cerchio. È un successo clamoroso.

7. 6/1/sfigato

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Nuzzolo e Giuggioli: Max e Mauro, gli 883, sono arrivati a fare il concerto di chiusura all'Aquafan di Riccione

Scritta proprio così, con i numeri, come vergavamo le nostre dediche sul diario al liceo, 6/1/sfigato è la terza traccia di Hanno ucciso l'Uomo Ragno, che arriva dopo Non me la menare e S'inkazza, formando un trittico cult. La sentiamo solo accennare, dagli 883, durante il soundcheck di un concerto all'Aquafan di Riccione, quello che sancisce definitivamente il loro successo. Come per le altre canzoni del primo album, anche 6/1/sfigato sapeva di verità. A noi ragazzi, in quei primi anni Novanta, piaceva tanto quel verso "Hai comprato pure il cellulare, da tua madre tu ti fai chiamare, per far finta di essere uno importante, chiamo dopo sono in mezzo alla gente". Erano gli anni dei primi cellulari, e la situazione era proprio questa.

8. Come mai

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Ludovica Barbarito è Silvia, un misto delle figure femminili della vita di Max: alla Silvia originale è dedicata Come mai

"Le notti non finiscono all'alba nella via. Le porto a casa insieme a me, ne faccio melodia. E poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere, sperando di vederti ancora qui". Anche qui c'è chi l'ha letta cantando e chi mente. C'è anche Come mai, tratta dal secondo album Nord Sud Ovest Est, nella serie, ma non vogliamo raccontarvi troppo. Vi lasciamo solo con le parole di Max Pezzali, che abbiamo ascoltato ieri a Radio Deejay. "La Silvia della serie è un misto delle figure femminili della mia vita" ha spiegato. "Questa Silvia era la più bella della scuola, con origini greche. Come mai è dedicata a lei, alla Silvia originale". Sulla canzone, però, c'è un aneddoto gustoso. Come mai (ma anche Finalmente tu e Una canzone d'amore erano state scritte per Massimo Ranieri. "Non so neanche se lui le abbia ascoltate" ha raccontato sempre a Radio Deejay Repetto. "Un burocrate di una casa discografica disse "Fa c...re, non c'è un'idea". Ci siamo ispirati al nostro sogno americano per fare una cosa di Sanremo che avesse a che fare con Never Say Goodbye dei Bon Jovi, cantata da Massimo Ranieri".

Bonus Track. Live In The Music

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Mauro (Giuggioli) e Max (Nuzzolo) stanno per salire sul palco di 1 2 3 Jovanotti: si chiamano i Pop e hanno un look improbabile

Questa non è una canzone degli 883, ma è una vera chicca. Max e Mauro, infatti, prima di essere gli 883 e di cantare in italiano facevano rap e si chiamavano i Pop (idea di Claudio Cecchetto: "fate hip-hop, e noi vi chiamiamo così, ma in italiano..."). Grazie alla proverbiale sfrontatezza di Mauro Repetto, ancora una volta, una cassettina era arrivata al posto giusto, a Radio Deejay, a Claudio Cecchetto. Che decise di invitare Max e Mauro al suo show del sabato pomeriggio, 1 2 3 Jovanotti, in onda in diretta dal Rolling Stone di Milano. L'episodio dei due a Milano - con un look improbabile ma che allora andava di moda - è un vero e proprio film nel film. Chi scrive quel sabato era davanti alla tivù e i Pop li ricorda benissimo, come quella canzone, un rap in inglese, una canzone che non voleva dire niente (come le prime canzoni rap di Jovanotti), ma che aveva un gran tiro. Quel pomeriggio i Pop avevano spaccato. "Live in the mu- Live in the music, hip-hop hip-hop you got to do it. One-two one-two, go!". Ascoltatela una volta e vi resterà in testa. Non erano ancora gli 883, ma le canzoni le sapevano già scrivere.