Halo, la recensione dei primi episodi: Una nuova vita per un’icona dei videogiochi

La recensione dei primi episodi di Halo, la serie che adatta la popolare saga videoludica per Xbox, disponibile in Italia dal 24 Marzo su Sky e NOW.

Halo First Look
Halo: una scena della serie

Nello scrivere la recensione dei primi episodi di Halo ci troviamo di fronte al dilemma tipico di questo tipo di adattamenti, che è relativo al legame con la fonte d'ispirazione: si rivolge a chi già conosce la popolare serie di videogame per Xbox o vuole raggiungere un pubblico nuovo? E, soprattutto, a quel pubblico nuovo può interessare? Proveremo a rispondere andando avanti, ma in prima battuta va riconosciuto che si è trattato di un adattamento non semplice nella gestazione, accostato anche a registi di primo piano quando ancora si parlava di un film e ora approdato su Paramaount+ (da noi in contemporanea su Sky e NOW, on demand e streaming il giovedì e in prima serata su Sky Atlantic il lunedì) dal 24 marzo.

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Halo: una scena di combattimento

Un adattamento non facile perché è necessario rendere giustizia alla portata della saga videoludica in quanto a popolarità (si parla di 80 milioni di copie vendute solo dei giochi) e l'estensione della sua componente narrativa per svariati giochi, romanzi e fumetti nel corso di vent'anni dal 2002. Per questo il lavoro degli sviluppatori di Halo, Kyle Killen e Steven Kane, andrà valutato anche sulla lunga distanza, senza limitarci alle sensazioni avuto dai primi due episodi visti in anteprima, ma la prima impressione è di una serie che intende seguire una via propria, mantenendo sì quei riferimenti e quelle strizzate d'occhio al mondo dei giochi che sono indispensabili e inevitabili, ma senza considerarle vincolanti da ogni punto di vista.

Incontriamo Master Chief

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Halo: una foto di scena

All'inizio della serie Paramount+ siamo nel 2552, su Madrigal, un pianeta di estrazione sotto il controllo dell'UNSC (United Nations Space Command), sull'orlo della rivolta quando subisce l'attacco delle forze di un'alleanza aliena nota come Covenant. A salvare gli abitanti di Madrigal da una fine certa, o almeno una parte di loro, arriva un corpo speciale di combattenti dell'UNSC, supersoldati chiamati Spartans, in grado di tener testa alla minaccia aliena e limitare i danni. La squadra che interviene sul pianeta è comandata dal Master Chief Petty Officer John-117, noto anche come Master Chief, e viene incaricato di condurre la giovane superstite Kwan in salvo nella roccaforte dell'UNSC, a bordo di un cargo che trasporta anche una misteriosa reliquia, che una volta toccata provoca al protagonista dei flashback sul suo passato, a tempi precedenti la sua (tras)formazione come supersoldato e lo porta a fare qualcosa di imprevisto per quelli come lui: mettere in discussione gli ordini ricevuti.

Prima dei giochi

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Halo: un'immagine della serie

La serie che adatta Halo si pone, quindi, in un tempo precedente a quello del filone narrativo dei videogiochi, pur non essendo un vero e proprio prequel di quel che già conosciamo. Lo si capisce dalle dichiarazioni della produttrice Kiki Wolfkill, che parla di una timeline propria della serie, che possa permettere a giochi e adattamento di seguire strade autonome e consone a sfruttare il media in cui si muovono. Una scelta che, ripetiamo, potremo valutare sulla lunga distanza ma che per ora appare sensata, perché i primi episodi della serie propongono da una parte le informazioni necessarie a introdurci al mondo in cui ci muoveremo, dall'altra i giusti riferimenti all'Halo videoludico a uso e consumo degli estimatori. Si va oltre il gioco, quindi, per costruire qualcosa che provi a essere rispettosa dell'originale, ma nel tentativo di accogliere anche un pubblico nuovo e di natura diversa.

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Sul campo di battaglia

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Halo: una scena della serie

Pensiamo per esempio alle primissime battute della serie e una sequenza action in cui l'oggettistica e lo sfruttamento della soggettiva ammiccano al gioco, nel tentativo di riprodurne l'estetica e le sensazioni generali, al netto di una CGI che non ci è parsa sempre allo stesso livello e all'altezza della situazione, che potrà però essere anche migliorata nel prosieguo della serie. Gli scontri visti fin qui appaiono in ogni caso soddisfacenti, seppur non perfetti, capaci di evocare battaglie di stampo futuristico, coerenti con il contesto in cui si svolgono e condite con la giusta dose di violenza e crudezza. Un aspetto essenziale per una serie come Halo, che attinge all'immaginario di giochi in cui la componente action è preponderante.

L'uomo sotto l'elmetto

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Halo: una foto di scena della serie

La medesima attenzione è riservata al cosiddetto World Building, alla definizione di un contesto della storia che introduce elementi e temi che potranno essere sviluppati successivamente e sono necessari per definire un'ambientazione fantascientifica credibile. Lo sforzo visivo è evidente, ma va anche detto che il livello produttivo appare diversi gradini sotto altri show recenti, in primis Fondazione di Apple TV+, che presentava una marcia in più da questo punto di vista. Vale per il mondo della serie lo stesso discorso fatto in precedenza, ovvero quello di una differente declinazione di quello del gioco, per venire incontro alle esigenze di un pubblico di natura diversa e la difficoltà di canalizzare venti anni di sviluppo narrativo in un media diverso.

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Halo: Pablo Schreiber nel ruolo di Master Chief

La stessa diversa declinazione del materiale preesistente e consolidato vale per Master Chief e nell'approccio al personaggio interpretato da Pablo Schreiber, con la scelta di umanizzarlo maggiormente, suggerendo da una parte un misterioso passato e dall'altra un conflitto interiore che si sviluppa tra l'esigenza di seguire gli ordini, da soldato qual è, e i dubbi che si vengono a creare nel suo animo. Meno incisivi, almeno in prima battuta, i personaggi secondari, che saranno presumibilmente tratteggiato di più col prosieguo della stagione. Halo è dunque una serie che si muove in quello spazio difficile tra la fedeltà e la necessità di trovare una nuova via (e un nuovo pubblico) e va guardata con la voglia di cogliere riferimenti, ma senza la smania di ritrovare una attinenza assoluta al materiale originale. In quello spazio ci si può divertire e permettere alla serie di crescere, nei prossimi episodio così come in una seconda stagione già annunciata, che sarà curata da un nuovo showrunner, David Wiener.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione dei primi episodi di Halo considerando promettente l'avvio della serie disponibile su Sky e NOW, che si muove tenendosi in equilibrio tra riferimenti al materiale di partenza e la ricerca di una propria identità che possa essere autonoma. L'ambientazione è tratteggiata con cura, ma va anche detto che in tempi recenti abbiamo visto esempi più sorprendenti dal punto di vista visivo, ed è interessante l'approccio al protagonista Master Chief al quale si cerca di dare fin da subito una maggior umanità.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Il protagonista, il Master Chief interpretato da Pablo Schreiber, con i suoi conflitti interiori.
  • L'azione, con la giusta dose di violenza, è soddisfacente e ammicca al materiale di partenza.
  • L'equilibrio tra fedeltà e identità propria, difficile da mantenere ma inizialmente riuscito.
  • La componente di world building, così importante in una serie di questa natura...

Cosa non va

  • ... che però appare un passo indietro dal punto di vista visivo rispetto ad altri esempi recenti.
  • I personaggi secondari, almeno nei primi episodi, appaiono poco approfonditi.