Arduo compito realizzare una recensione per Gundam Seed Freedom, film d'animazione che riprende e chiude (?) una delle molteplici serie dedicate al mitico Mobile Suit Bianco creato nel 1979 dallo studio Sunrise e da Yoshiyuki Tomino.
Ardua perché questo film è strettamente legato alle due serie animate precedenti, Gundam Seed e Gundam Seed Destiny, trasmesse in Giappone a partire dal 2002, nonché a una nutrita quantità di prodotti correlati, tra anime, serie spin-off, videogiochi, eccetera eccetera.
Tutto materiale rigorosamente inedito in Italia.
La prima legittima domanda, a questo punto, è quindi: "Ma che senso ha portare in Italia un film in massima parte incomprensibile per chi non conosce la serie originale (cioè praticamente chiunque non sia uno sfegatato fan di Gundam e anime), e non ha avuto modo di recuperare, in qualche modo (non chiedete..), almeno un centinaio di episodi, tra Seed e Seed Destiny?".
La seconda, altrettanto legittima, è: "Ok, ma quindi di che parla, questo Gundam Seed Freedom?".
Partiamo da qui.
La storia (più o meno) di Gundam Seed
Riassumere in poche parole la trama e la complessità dell'universo narrativo di Mobile Suit Gundam SEED FREEDOM per preparare lo spettatore alla visione del film è praticamente impossibile, e infatti il film non si preoccupa minimamente di farlo, catapultando da subito lo spettatore nel pieno degli eventi.
Proviamo a dare un minimo di contesto: la serie è ambientata in un ipotetico futuro del nostro mondo, nell'anno 70 della cosiddetta Cosmic Era. Dopo un olocausto nucleare, la ricostruzione, l'espansione verso lo spazio, il mondo è di nuovo nel mezzo di una sanguinosa guerra che vede contrapposte diverse nazioni della Terra, riunite in una Federazione, e le colonie spaziali PLANT. La causa scatenante è stata la scoperta dell'esistenza di umani geneticamente modificati, detti Coordinator, progettati allo scopo di migliorare la razza umana e, presumibilmente, guidarla verso un futuro migliore.
Ovviamente questa disparità genetica viene malvista da diversi esponenti della società e della politica, guidati dal gruppo estremista Blue Cosmos. Astio che sfocerà, infine, in un conflitto non solo ideologico, ma bellico.
Nelle fasi più concitate dei combattimenti un ragazzo, Kira Yamato, viene coinvolto suo malgrado negli scontri e si ritrova a pilotare il prototipo di un Mobile Suit particolarmente potente, un GUNDAM, nelle file della Federazione Terrestre. All'insaputa dei suoi amici e compagni Kira è egli stesso un Coordinator ma, prima di tutto, è un ragazzo gentile e sensibile, che soffre le atrocità commesse da entrambe le fazioni, soprattutto considerando che il suo migliore amico, Athrun Zala, è invece un valente pilota che milita nelle forze armate della ZAFT, l'alleanza delle colonie spaziali.
La guerra infuria e Kira è costretto a subire perdite e traumi, fino a che non fa la conoscenza della bella e carismatica Lacus Kline, acclamata idol e figlia del Capo del Consiglio di ZAFT.
Sarà proprio l'affetto per Lacus, dopo la fine (almeno apparente) della guerra, a dare a Kira la forza di raccogliere attorno a sé un gruppo di amici e combattenti, tra cui lo stesso Athrun, la giovane ribelle e poi Presidentessa della nazione indipendente Orb, Cagalli Yula Athha, e l'impulsivo e tormentato Shinn Asuka, ex pilota ZAFT, per creare la milizia autonoma Compass, un'organizzazione capace di intervenire e riportare la pace nel momento in cui le scintille dell'odio ancora non sopito tra umani e Coordinator dovessero riaccendersi.
Il ritorno di Kira Yamato
Il film inizia nell'anno 75 della Cosmic Era. Sebbene sia stato siglato un nuovo trattato, l'umanità è ancora ben lontana dalla vera pace. I Blue Cosmos, guidati dal fantomatico comandante Michael, continuano a colpire indiscriminatamente civili innocenti.
Anche sulle colonie PLANT serpeggia il malcontento, e alcuni Coordinator non riescono a perdonare i crimini commessi nel passato dalla Federazione terrestre, rimanendo ancora legati all'ideale distorto del defunto comandante di ZAFT, Gilbert Durandal, convinto sostenitore del piano Destiny.
Questo piano, sventato in passato proprio da Kira Yamato, prevedeva un sistema sociale fondato sulla predeterminazione genetica degli individui, in cui la libertà di scelta dei singoli veniva sacrificata a favore di un controllo assoluto da parte dei Coordinator.
Kira è ora un alto ufficiale della Compass e si batte strenuamente assieme ai suoi compagni per sedare gli attacchi dei Blue Cosmos e, al tempo stesso, per impedire all'odio delle varie fazioni di prendere il sopravvento.
Si tratta di un compito immane, che infatti inizia a pesare gravemente sul ragazzo, convinto di essere il solo, grazie alle sue straordinarie abilità, in grado di fermare gli scontri, ma sempre più consapevole dei limiti della sua visione utopistica.
Purtroppo questo peso sta iniziando a schiacciarlo, e neanche l'affetto, ricambiato, per l'amata Lacus sembra dargli sollievo.
A offrire supporto alla Compass appare una nuova fazione: si tratta della Foundation, rappresentanti di una piccola ma tecnologicamente avanzata nazione del blocco euro-asiatico. A guidarli c'è un affascinante primo ministro, Orphee Lam Tao, al fianco della giovane regina Aura.
Quando il team della Compass raggiunge Faundation per siglare un'alleanza, però, i nostri eroi si rendono conto che non tutto è così idilliaco come sembra: la guardia reale della Regina è composta da giovani aggressivi e apertamente ostili, mentre Orphee sembra fin troppo interessato a Lacus Kline.
Durante un'operazione congiunta tra Foundation e Compass contro un avamposto dei Blue Cosmos, un piano diabolico viene messo in atto. Un piano mirato non solo a separare definitivamente Lacus e Kira, ma anche a riportare l'orrore della guerra sull'umanità.
Tutto bello, ma...
Gundam Seed Freedom è uscito nelle sale giapponesi a Febbraio del 2024, anticipato da una massiccia campagna pubblicitaria che ha puntato sul ritorno in pompa magna, dopo decenni di assenza, di una delle saghe gundamiche che ha avuto più successo, non solo in Giappone ma anche nel resto del mondo.
O almeno: in quella parte di mondo in cui la serie è stata ufficialmente distribuita.
Il risultato per la casa Sunrise è stato più che roseo, con un invidiabile incasso finale al botteghino giapponese. Forti di questo successo, e nell'ambito di un progetto più ampio di rilancio del brand Gundam su scala internazionale, è stato quindi deciso di lanciare il lungometraggio anche nelle sale di altri paesi, prima del passaggio sui circuiti streaming e home-video.
Scelta, bisogna dirlo, più che discutibile, almeno da noi: il film viene presentato solo in lingua originale con sottotitoli, elemento che già rappresenta un problema (anche se non più così critico come in passato), con qualche censura assente nella versione originale e, più di ogni altra cosa, senza nessun supporto per chi non ha avuto modo (legale, quanto meno...) di conoscere e apprezzare la serie.
Nessun materiale aggiuntivo, nessuno speciale per introdurre storia e protagonisti: si parte dal presupposto che, come è accaduto in Giappone (e, in misura minore, negli Stati Uniti), chi si prenderà la briga di raggiungere le pochissime sale del circuito The Space che proietteranno (spesso in un unico spettacolo) il lungometraggio sappia già tutto ciò che c'è da sapere.
E tutti gli altri, ovvero anche quelli che magari potrebbero anche essere potenzialmente interessati a un nuovo anime sul grande schermo... si arrangino.
Un grosso, enorme limite per un film che, dobbiamo comunque dirlo, alla fin dei conti non è affatto male.
Nonostante alcuni evidenti difetti, tra cui i villain solo abbozzati, alcune evidenti ingenuità di sceneggiatura e del fan service a tratti fastidioso e superfluo, Gundam Seed Freedom è comunque ben realizzato, o almeno perfettamente coerente con lo stile delle serie precedenti.
La regia di Mitsuo Fukuda, figura centrale nella realizzazione di Gundam Seed Destiny, svolge il suo compito, limitandosi ad accompagnare le scene nel collaudato stile patinato e in costante bilico tra coolness e trash del regista. Anche la realizzazione tecnica è più che discreta, anche se alcune scelte di design, come le labbra dei personaggi femminili, lasciano alquanto perplessi.
La storia comunque procede con un buon crescendo e mantiene, anche se con un po' di fatica, l'equilibrio tra l'azione, le convolute trame politiche e i momenti più smaccatamente adolescenzial-romantici, fino ad arrivare a uno spettacolare scontro finale, in cui i nuovi e scintillanti (è il caso di dirlo) Gundam protagonisti danno sfoggio delle loro impressionati capacità.
(E Lacus Kline di una impressionante, e francamente kitch, tuta da combattimento... ma lasciamo perdere)
Il limite maggiore di questo lungometraggio è il fatto che si tratta, alla fine, di un ricalco praticamente pedissequo di quanto si era già visto in Seed e Seed Destiny.
Un "more of the same" che ha sicuramente fatto la felicità dei fan di Kira Yamato & co. (tra cui, va detto, il sottoscritto), ma che purtroppo risulta praticamente incomprensibile, per non dir di peggio, per chiunque altro.
Conclusioni
Recensione complessa, questa di Gundam Seed Freedom, perché rivolta, come lo stesso film, unicamente a chi già conosce la saga. Per questi ultimi basta dire che ci si ritrova di fronte alla naturale continuazione delle precedenti serie televisive, con lo stesso gusto per lo spettacolo enfatico, il design patinato e un mix tra battaglie pirotecniche tra robot, intrighi politici e afflati da feuilleton romantico. In altre parole: se Seed e, soprattutto, Destiny vi erano piaciuti (e non vi chiederemo come possiate averli visti...), vi piacerà anche Seed Freedom. Per tutti gli altri... sarà per la prossima volta.
Perché ci piace
- Lo scontro finale.
- Lo stile che ha reso Gundam Seed una delle serie più amate dai fan rimane immutato.
- Il momento in cui alcuni personaggi (no spoiler) tornano a bordo dei loro Gundam preferiti.
Cosa non va
- Fan service superfluo e fastidioso.
- I villain sono abbozzati a colpi d'ascia.
- Praticamente incomprensibile per chi non conosce la serie.