Guardiani della Galassia è una di quelle saghe cinematografiche, facenti parte del Marvel Cinematic Universe, che rimarrà per sempre intatta nella memoria dei fan de La Casa delle Idee, un'avventura cosmica che James Gunn ha costruito con ironia e tanto cuore. Con l'arrivo nelle sale di Guardiani della Galassia Vol. 3 (distribuito nei cinema italiani dal 3 maggio 2023), è arrivato purtroppo il momento di salutare quel gruppo così tanto disfunzionale, ma affiatato che per anni ci ha accompagnato, tra mille sorrisi e qualche lacrima. Ora che abbiamo tra le mani la trilogia completa, è interessante riscoprire le 5 scene più emozionanti del franchise (che inseriamo in ordine puramente cronologico), per mettere in evidenza che, in mezzo a tanto divertimento, il lato emotivo è sempre corso di pari passo. Chiaramente faremo parecchi spoiler su Guardiani della Galassia Vol. 3 e sull'intera saga, quindi, se non avete ancora visto i tre film, vi consigliamo di recuperare l'articolo successivamente.
1. La morte di Meredith Quill (Guardiani della Galassia)
Guardiani della Galassia si apre in modo straziante: siamo nel 1988, sul Pianeta Terra e un giovane Peter Quill sta ascoltando, sconfitto e giù di corde, I'm Not In Love dei 10cc. Suo nonno interrompe bruscamente la sua evasione musicale, riportandolo alla realtà: sua madre Meredith (Laura Haddock) vuole parlare, per un'ultima volta, con lui, prima di morire per un tumore celebrale. Nella commovente e strappalacrime conversazione tra i due, tra la delicatezza di Meredith, l'incoscienza e il dolore del bambino e, soprattutto, quell'incontro tra mani che rimane sospeso nel tempo, vi è una dolcezza e malinconia inaspettata che mai ci saremmo aspettati in un film del Marvel Cinematic Universe. Il tutto assume un contorno ancora più importante se si pensa all'intelligente stacco tematico e contenutistico con la sequenza successiva dove Star-Lord (Chris Pratt) danza sulle note di Come and Get Your Love, un piccolo quadro sentimentale di rara bellezza che vive nella sua piccola e intima cornice introduttiva.
2. Drax che accarezza Rocket (Guardiani della Galassia)
Nei lungometraggi epici, dove le battaglie infuriano senza sosta e la gloria sembra essere l'unico sentimento auspicabile, il dolore della perdita non è sempre centrale e in primo piano. Dopo la sconfitta di Ronan L'Accusatore (Lee Pace), in Guardiani della Galassia, e il salvataggio del pianeta Xandar, è ancora una volta una piccola sequenza ad attrarre l'attenzione e rivelare l'animo dolce e fragile dei protagonisti. In mezzo alle macerie, Rocket (doppiato da Bradley Cooper) ha tra le dita un ramoscello, quello che resta del suo amico Groot (con la voce di Vin Diesel) e piange la sua scomparsa. Drax (Dave Bautista) che, fino a quel momento, aveva principalmente rivelato le sue doti da cabarettista e la sua follia guerriera, si avvicina al suo nuovo compagno, lo guarda con dolcezza e lo accarezza sulla testa. Il procione rimane colpito e quasi spaventato dal gesto, ma accoglie la mano robusta di Drax in religioso silenzio. Un abbraccio fraterno che, più di tutti, segna il vincolo tra i vari membri dei Guardiani della Galassia.
Guardiani della Galassia Vol. 3, le opinioni della redazione
3. Il funerale di Yondu (Guardiani della Galassia Vol. 2)
In Guardiani della Galassia Vol. 2, Quill scopre di essere figlio di Ego (Kurt Russell), il Pianeta Vivente, un vanesio e borioso essere che si definisce un Celestiale (ma questo è ancora tutto da vedere) che per millenni ha perseguito un solo scopo nel corso della sua esistenza: trovare la razza perfetta con la quale accoppiarsi e generare un figlio con i suoi stessi poteri per espandere poi il suo dominio in tutto l'universo. Alla fine del film, Peter capisce finalmente che solo Yondu (Michael Rooker), che lo ha cresciuto e addestrato (tenendolo lontano da Ego), è l'unico padre che vuole. In un ultimo gesto d'amore, Yondu sacrifica la sua vita per Star-Lord, cedendogli la propria tuta. Un momento doloroso che raggiunge il culmine con la sequenza del funerale del Ravager, con in sottofondo la toccante Father and Son di Cat Stevens. Il corpo di Yondu viene incenerito e i suoi resti dispersi nello spazio, mentre tutti i suoi ex compagni, accorsi per l'occasione, tributano la sua memoria. Un evento struggente che rimane, a conti fatti, una delle scene più emozionanti dell'intero MCU.
4. Rocket nel Limbo (Guardiani della Galassia Vol. 3)
Con Guardiani della Galassia Vol. 3, James Gunn ha finalmente deciso di esplorare le origini di Rocket, raccontandoci per filo e per segno le atrocità e le violenze (sia fisiche che psicologiche) che ha subito da parte dell'Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji). Il ricordo più doloroso del procione, però, rimane la scomparsa dei suoi amici animali Lylla, Teefs e Floor, morti sotto i colpi del loro folle creatore e dei suoi sgherri. Rocket è assalito, per tutta la sua vita, dal senso di colpa per non averli salvati, per non essere riuscito a fuggire con loro, volando "insieme nell'infinito". Prima di svegliarsi dal coma, la piccola creatura ha modo di rivedere i suoi amici per l'ultima volta, in un luogo ultraterreno che sembra segnare il confine tra la vita e la morte. Nell'incontro ravvicinato tra il procione e Lylla, quest'ultima rivela all'amico che non è arrivata la sua ora, ma al tempo stesso, con la sua presenza, lo libera dal suo terribile senso di colpa. Una scena potentissima che chiude in modo agrodolce il passato di Rocket.
Guardiani della Galassia Vol. 3 è un film che difende gli Ultimi (animali compresi)
5. Gioia e commozione nella scena finale (Guardiani della Galassia Vol. 3)
Guardiani della Galassia Vol. 3 è la fine di un ciclo iniziato 9 anni fa, una chiusura triste, ma necessaria che segna anche l'ultimo saluto di James Gunn ai Marvel Studios. La scena finale del lungometraggio, per quanto getti le fondamenta (insieme alle post-credits) di un possibile futuro per i nuovi Avengers Galattici, contemporaneamente chiude il cerchio inaugurato dal balletto di Star-Lord. Dopo l'emozionante incontro tra Peter Quill e suo nonno Jason sulla Terra, guardiamo per un'ultima volta Rocket, Groot, Cosmo, Kraglin (Sean Gunn), Drax e Nebula (Karen Gillan) su Knowhere, mentre danzano accompagnati da Dog Days Are Over dei Florence and the Machine, un ballo liberatorio e gioioso (che ha portato alle lacrime la stessa Florence Welch) che rappresenta il nostro sguardo conclusivo ai Guardiani di Gunn. Impossibile non emozionarsi pensando che questa istantanea, di pura estasi danzante, è l'ultima immagine che abbiamo di questi personaggi, sorridenti e in pace con loro sé stessi, con ognuno che ha intrapreso la propria personale strada di vita.