L'horror negli ultimi anni, sia al cinema (vedi il recente fenomeno di Longlegs) che soprattutto in tv, si sta mescolando sempre più frequentemente al crime per ricordarci che fin troppo spesso l'orrore esistente in natura è più umano che soprannaturale.
Ryan Murphy ha sicuramente imparato la lezione, e lo ha dimostrato in alcuni suoi prodotti seriali più recenti, come l'antologica Monster, The Watcher e l'undicesima stagione di American Horror Story. Ora prova a rifarlo con Grotesquerie, che fin dal titolo ha stuzzicato la curiosità dei suoi fan, approdando in streaming tra Halloween e Natale, con appuntamento settimanale su Disney+.
Grotesquerie: indagine horror
Protagonista della serie Disney+ è Niecy Nash-Betts (che già aveva lavorato con Murphy in Monster) nei panni della detective della omicidi Lois Tyron. Una poliziotta consumata e ossessionata dal proprio lavoro, tanto da vedere delle strane "presenze" anche quando è fuori servizio. Alcolizzata, ha una situazione familiare tutt'altro che solida: la figlia Merritt (Raven Goodwin) è in sovrappeso e sembra quasi continuare a mangiare per fare un dispetto ai genitori e per un qualche dolore interiore.
Nemmeno con il marito Marshall, brillante luminare, il rapporto va a gonfie vele, finché l'uomo non è finito in coma indotto e non ne è più uscito. Ad interpretarlo Courtney B. Vance, anche produttore insieme alla stessa Nash. La donna va a trovare il consorte ma si scontra continuamente con la responsabile del reparto ospedaliero, l'infermiera Redd (una stratosferica ed inquietante Lesley Manville, per la prima volta alle prese col genere), una possibile predatrice sessuale. Il caso su cui deve indagare nel frattempo? L'uccisione in modo atroce, quasi come fosse una punizione divina, di un'intera famiglia apparentemente amatissima nel proprio quartiere.
Religione oppure fanatismo?
La religione è ben presente in Grotesquerie attraverso tantissime sfumature: la stessa protagonista è credente, ma ha forse perso la propria fede nel genere umano più che in Dio. Sembra essere invece una fervente praticante l'infermiera sibillina che redarguisce costantemente la detective per non essere abbastanza "moglie amorevole" al capezzale del marito. Non solo: accanto a Lois si fanno largo due co-protagonisti chiaramente fondamentali: Sorella Megan (Micaela Diamond, new entry nella scuderia Murphy), una suora giornalista appassionata di crime che si offre di aiutare Lois nelle indagini per carpirne una storia sensazionale.
Padre Charlie (Nicholas Chavez, che raddoppia dopo Monsters), un prete ex personal trainer molto amato dalla comunità, dedito all'auto-fustigazione e che emana fascino soprattutto su Suor Megan. Insieme vorrebbero rivoluzionare il proprio "gregge" di fedeli. Fin dalle immagini promozionali, scarne ed enigmatiche, il serial si è chiaramente presentato come un incontro tra sacro e profano per raccontare l'orrore umano: lo stesso misterioso serial killer sembra avere a che fare con la religione, ricordando un incrocio tra Seven e Il silenzio degli innocenti.
Una società post pandemia nella serie Disney+
Le due donne al centro della storia hanno una visione del mondo quasi diametralmente opposta e per questo complementare. Forse entrambe per deformazione professionale. Suor Megan crede ancora nella capacità dell'umanità di fare del Bene, mentre Lois è convinta, dopo tutti gli efferati delitti a cui ha assistito, che il mondo stia soccombendo al Male. La serie è chiaramente ambientata ai giorni nostri eppure, dai costumi e trucco e dal poco utilizzo degli smartphone nonostante vengano continuamente nominati, sembra di essere nel passato o in un luogo senza tempo, creando un cortocircuito visivo simile a quello di Bates Motel.
Una regia che presta attenzione ai dettagli e al creare suggestioni piuttosto che impressionare lo spettatore, fa il resto, almeno nei primi episodi visti, così come la fotografia che parte dai toni del viola, in linea con la stagione delle streghe. Ci troviamo quindi nella società post pandemia, e quegli anni vengono ricordati come quelli in cui l'umanità avrebbe dovuto mostrare empatia e rispetto verso il prossimo, ma che così non è stato. Una riflessione, quella di Murphy insieme a Jon Robin Baitz e Joe Baken, che ci portiamo dietro tutt'oggi, nel nostro quotidiano.
Conclusioni
I primi episodi di Grotesquerie mostrano un riuscito incrocio tra horror e crime in questa nuova creazione di Ryan Murphy, in questo caso insieme a Jon Robin Baitz e Joe Baken, che hanno scritto tutte le dieci puntate, anche se molti elementi potrebbero dare una sensazione di déjà vu. La regia, soprattutto di Murphy e del fedele Max Winkler, predilige dettagli e suggestioni per creare la giusta atmosfera nei confronti dello spettatore, e portarlo a riflettere sulla direzione che sta prendendo il mondo, sempre più alla deriva, orientato al Male piuttosto che al Bene, pieno di incertezze, lacune e precarietà. Valido il cast, variegato rispetto alle precedenti serie di Murphy, mentre affronta svariate tematiche come il fat shaming e la religione (forse troppe?). Su tutti spicca Lesley Manville e la sua infermiera affamata di piacere.
Perché ci piace
- La scelta dell'horror attraverso il thriller.
- La detective di Niecy Nash-Betts e l’infermiera di Lesley Manville.
- La riflessione sulla società post pandemia.
- Le atmosfere e i colori della serie.
Cosa non va
- Potrebbe sembrare già vista per molti aspetti.
- I primi episodi mettono molta carne al fuoco e speriamo riescano a mantenere la tensione e le aspettative.