Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo uno come Sacha Baron Cohen. Attore, ma forse artista, o meglio ancora performer è la definizione più calzante, sin dai tempi dei suoi primi successi con The Ali G Show, e poi con il folgorante mockumentary Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan. Interprete che fa della comicità estrema, fisica e umorale, in tutti i sensi, il suo cavallo di battaglia, unita a un'intelligenza critica rara e un'analisi spietata della moderna società, Cohen sa essere anche un attore raffinato, come ha dimostrato per Tim Burton in Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street, per fare un esempio nobile. Dopo il fashionista austriaco Brüno e il geniale Il dittatore, il suddito di Sua Maestà Britannica ha voluto confrontarsi con un mito della Union Jack: 007.
Non direttamente, ovviamente, ma immaginando come sarebbe potuto essere il fratello di James Bond. Un'operazione che se da una parte a noi italiani può far venire in mente il James Tont di Lando Buzzanca (quando in Italia produrre opere di genere significava fare industria), nel panorama internazionale ha un impatto dirompente, prima di tutto per il cast, a partire dall'inedito compagno di avventure comiche Mark Strong, fino al nutrito cast femminile, di cui ci ha parlato lo stesso Sacha quando lo abbiamo incontrato a Londra, colto in uno dei rari momenti in cui è se stesso in pubblico, e non uno dei suoi mirabolanti personaggi. L'occasione è ovviamente l'anteprima europea di Grimsby.
Il fratello proletario di James Bond
Mr. Baron Cohen, prima di tutto, com'è nata l'idea di Grimsby - Attenti a quell'altro?
Avevo chiesto a Phil Johnston, lo sceneggiatore di Ralph Spaccatutto, che mi era piaciuto molto, di trovare un'idea che potesse andare bene per me. A un certo punto durante una delle nostre riunioni è venuta fuori un'ipotesi: come sarebbe il fratello di 007? Abbiamo iniziato così a lavorare per opposizione. Bond è un freddo, solitario, di gran classe, creare un suo alter ego passionale, con una famiglia e un cuore grande come una casa, naturalmente del ceto sociale più basso che si può trovare nel Regno Unito, ci è sembrata una straordinaria idea.
Immagino che Nobby nasca da una ricerca antropologica ben precisa.
Prima di tutto il film doveva essere divertente, quindi sono andato a cercare il posto peggiore possibile in Inghilterra e non è stato difficile. Grimsby è una città proletaria, le famiglie hanno tutte dai nove ai dodici figli ed è il posto che meglio fa capire lo squilibrio economico e sociale che c'è in Inghilterra e nel mondo, perché mi sembrava una posizione interessante. Le maggiori industrie della città sono state chiuse anni fa, siamo ormai alla seconda generazione di disoccupati, bisognerebbe poterlo vedere con i propri occhi per capire che le leggende che vogliono questa gente pigra e senza voglia di lavorare sono solo leggende. Nobby è un'amplificazione del peggiore prototipo generato da questa situazione.
Per quanto possa sembrare assurdo, è anche un film molto al femminile.
Sì, abbiamo Penelope Cruz, che ha accettato ovviamente per soldi. Scherzo, abbiamo avuto la fortuna di averla, così come avevamo avuto Ben Kingsley ne Il Dittatore, perché cerchiamo sempre di avere degli ottimi attori. Ma non c'è solo lei, ci sono anche Rebel Wilson, Gabourey Sidibe, Isla Fisher ovviamente (la moglie di Sacha, ndR), e Annabelle Wallis è fantastica, lei potrebbe essere davvero una Bond Girl e qui ha dimostrato di avere un'autoironia veramente straordinaria.
Dopo Penelope ci possiamo aspettare Javier Bardem in coppia con lei nel prossimo film?
Sarebbe davvero fantastico, Javier è un grande attore, l'ho amato moltissimo in Non è un paese per vecchi, così come da villain in Skyfall. Durante le riprese in Sudafrica ho avuto modo di conoscerlo bene, perché contemporaneamente stava girando il nuovo film di Sean Penn, insieme a Charlize Theron.
Abbiamo passato alcuni pomeriggi bevendo caffè in questo piccolo albergo di Città del Capo, mettendo un po' in imbarazzo gli altri ospiti.
Senta, io la considero la Marina Abramovic degli attori comici. Ma come le vengono in mente le situazioni estreme in cui mette i suoi personaggi?
Parto prima di tutto dal genere di storia che ho per le mani. Borat, per esempio, era un road movie mockumentary, ma soprattutto un buddy movie, e nella struttura del genere buddy movie a un certo punto della narrazione c'è quasi sempre una crisi che sfocia in uno scontro fisico, ovviamente nel mio caso assurdo e divertente, per quanto possa essere divertente per me avere un uomo molto grasso e completamente nudo seduto con il suo sedere sulla mia faccia.