È all'insegna della meta-televisione che scriviamo questa recensione del finale di stagione di Grey's Anatomy 18, disponibile dal 22 giugno su Star di Disney+, che è anche il 400° episodio della serie. Questo perché le storie dietro le quinte e dietro la produzione del medical drama più longevo della storia della tv si sono incredibilmente intrecciate con quanto accadeva davanti la macchina da presa in questa stagione, in particolare negli ultimi episodi.
Meta-medical drama
Potremmo definirlo l'epilogo delle non-decisioni questo finale di stagione di Grey's Anatomy 18. La serie è diventata maggiorenne ma, a dispetto di quanto sembrasse a inizio stagione con il ritorno di Addison e le possibili basi per una chiusura in grande stile, così non è stato. La protagonista Ellen Pompeo da tempo vorrebbe lasciare la serie ma, vuoi per l'attaccamento emotivo ed economico al ruolo che l'ha lanciata, vuoi per tutti i posti di lavoro che di conseguenza lascerebbe vacanti, sono sempre riusciti a convincerla a rimanere un anno in più.
Mai come quest'anno però la sua storia e quella del suo alter ego sullo schermo, Meredith Grey, si sono incredibilmente intrecciate e sovrapposte: complici le new entry Peter Gallagher e E.R. Fightmaster e il ritorno di Scott Speedman nei panni del Dr. Marsh, ad inizio stagione la dottoressa era stata coinvolta in uno studio per guarire il Parkinson nel Minnesota, in una clinica che alla fine si è rivelata pronta ad assumerla.
In vari dialoghi meta-televisivi, finale compreso, Meredith/Ellen si è lamentata di come non sembra poter lasciare quel luogo che l'ha fatta "nascere" a livello professionale, come se si trattasse di un debito che non potrà ripagare mai. Già nell'ottava stagione i creatori avevano provato a pensare un Grey's Anatomy senza la Grey del titolo, che potesse diventare magari la sorellastra Lexi, facendola però morire nell'incidente aereo. Dieci anni dopo è oramai chiaro che la serie senza Ellen/Meredith non potrebbe sopravvivere, dato che rimane la più seguita del network ABC. Con lei lo spin-off Station 19, che tornerà anch'esso con una sesta stagione ma non potrebbe sopravvivere senza la serie madre perché manca di identità propria.
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Peolple always leave
Nello spirito del plot-twist - in questo caso forse non totalmente riuscito - che ha caratterizzato la scrittura di Krista Vernoff che qualche anno fa ha preso le redini di entrambe le serie da Shonda Rhimes - in questo finale di stagione è proprio Meredith l'unica a rimanere al Grey Sloan Memorial Hospital, ricevendo addirittura le "chiavi del regno" dall'oramai ex capo Bailey (Chandra Wilson) con la minaccia/promessa di dover ricostruire quel posto che l'ha appunto formata e cresciuta, e che ora sta cadendo in pezzi insieme al suo programma di specializzazione, che è stato interrotto.
Si torna così alle origini in quello che è anche il 400° episodio dell'intero serial, riproponendo alcuni brani storici della colonna sonora e un montaggio frenetico di alcuni momenti vissuti dai protagonisti nel corso di 18 anni di storie. Appare però tutto fin troppo confezionato e non motivato, eccezion fatta per le riflessioni di Ellen/Meredith sul prosieguo della propria carriera e sull'accettare o meno l'offerta del Minnesota proprio ora che Seattle ha più che mai bisogno di lei. Ed è un interessante contraltare vedere i nuovi specializzandi lasciare l'edificio con i propri oggetti e camici, mentre passano sullo schermo le sequenze in cui gli specializzandi originari - di cui è rimasta solo Meredith - facevano il loro primo ingresso all'allora Seattle Grace Hospital.
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Japril
L'ultimo aspetto eclatante di questo finale di stagione è la presenza - già annunciata - di Jesse Williams e Sarah Drew, che tornano a rivestire i panni di Jackson Avery e April Kepner, una delle coppie più amate dello show che qui riesce a dare ai fan il proprio commiato felice dopo quanto la Vernoff aveva disfatto nelle stagioni precedenti. Già si vocifera di uno spin-off con loro due protagonisti, per vedere la loro vita a Boston con la Fondazione Avery, soprattutto dopo quanto si è visto del loro rapporto in questo finale, ma sembra difficile che un serial del genere possa avere i natali in questo momento, dato che entrambi sembrano aver chiuso con quei ruoli.
Non è comunque l'unica coppia a risolvere le proprie questioni in sospeso, perché anche Maggie e Wilson sembrano riappacificarsi dopo i problemi col fratello di lui, ripromettendosi di voler conoscersi meglio. Amelia e Kai si riabbracciano con trasporto. Sono invece Owen e Teddy a "fuggire nella notte" dopo che lui rischia di essere denunciato per il suicidio assistito dato ad alcuni veterani di guerra. In mezzo a tanta indecisione, Meredith una conquista però l'ha ottenuta: quella amorosa, la prima convincente dopo Derek a parte il "nostro" Andrew DeLuca, ovvero il Dr Marsh pronto a trovare una soluzione che li faccia felici entrambi.
Conclusioni
Arriviamo a conclusione della recensione del finale di stagione di Grey’s Anatomy 18 da un lato commossi da come la serie sia riuscita ad arrivare all’importante traguardo del 400° episodio avendo ancora qualche freccia al proprio arco, ma allo stesso tempo quanto accadeva dietro le quinte ha influenzato irrimediabilmente quanto visto davanti la macchina da presa, creando un cortocircuito meta-televisivo sulla protagonista Ellen/Meredith non sempre riuscito a che paradossalmente sembra ribaltare tutto arrivati alla fine.
Perché ci piace
- L’aspetto meta-televisivo della vicenda che riguarda la protagonista Ellen Pompeo e il suo personaggio Meredith Grey
- L’happy ending che coinvolge molte delle coppie protagoniste e il ritorno dei Japril
- Il ribaltare le storie del corso di specializzazione, di Miranda e della stessa Meredith a dispetto di quanto ci si potesse aspettare
- I brevi flashback degli episodi precedenti insieme ad alcuni brani musicali storici della colonna sonora…
Cosa non va
- …riproposti però con un montaggio serrato e fin troppo confezionato ad hoc senza una vera motivazione