Great pretender 2, la recensione: la giusta conclusione dell’ottimo anime Netflix

La recensione di Great Pretender 2, i nuovi episodi del celebre anime di Netflix, disponibili dal 25 novembre 2020, che concludono le rocambolesche vicende del gruppo di truffatori dall'animo buono più strambo mai approdato sul piccolo schermo.

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Great Pretender: Laurent in una scena

In questa recensione di Great Pretender 2 non possiamo non tenere conto del fatto che i nuovi episodi disponibili su Netflix dal 25 novembre 2020 altro non sono che quelli conclusivi della storia. La serie, infatti, non è stata pensata in origine per essere divisa in due stagioni: i 23 episodi sono, infatti, divisibili in base a quattro casi differenti, ciascuno con un soggetto e una diversa location, presentando come unico filo conduttore la storie personali dei diversi personaggi nonché la maturazione emotiva del protagonista. Great Pretender 2, scritta da Ryōta Kosawa e diretta da Hiro Kaburagi, è stata prodotta da Wit Studio, celebre studio di animazione nipponico già noto agli appassionati per aver lavorato su L'attacco dei giganti, The Ancient Magus Bride e Vinland Saga, anime di successo che hanno riscosso il plauso di una larga fetta di pubblico, eletti a pieno titolo come pietre miliari dell'animazione giapponese. Proprio come le illustri serie che l'hanno preceduta, Great Pretender presenta diverse particolarità ed attenzioni che la rendono un prodotto di ottima qualità, fresco e appassionante come pochi, un gioiellino da scoprire consigliato agli appassionati così come agli amanti della cultura pop.

Una trama più intricata del previsto

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Great Pretender: una scena dell'anime

Makoto Edamura è in cerca di un lavoro onesto per pagare le cure mediche di sua madre ma, a causa dei precedenti penali per truffa di suo padre, non riesce a farsi assumere da nessuno. Dopo l'ennesima esperienza andata male, anche il ragazzo si dà alla truffa definendosi il più grande truffatore del Giappone. Un giorno tenta di raggirare quello che a lui sembra un innocuo turista e che invece si rivela essere Laurent Thierry, a sua volta un imbroglione esperto e carismatico che, con l'inganno, costringerà Edamura a lavorare per lui a un'intricata truffa ai danni di un potente e losco produttore di Hollywood. Inizieranno così una serie di fantasiosi raggiri ai danni di individui, tanto potenti quanto spregevoli, sparsi in diverse parti del globo. Ad agire non sono solo Laurent ed Edamura, ma un'intera squadra di strambi personaggi, anch'essi astuti truffatori, che sembrano, però, nascondere qualcosa del loro passato.

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Great Pretender: un'immagine della serie

Riassunta così la trama potrebbe sembrare piuttosto semplice, ma a rendere speciale questa serie sono proprio i singoli casi di cui è composta: ogni truffa ha degli intrecci che sorprendono e spiazzano lo spettatore e anche in questa seconda stagione, in cui vediamo Makoto maggiormente tormentato e alle prese col suo passato. Le sorprendenti macchinazioni di questo improbabile gruppo di imbroglioni la fanno da padrone assoluto, incollando lo spettatore fino agli ultimi minuti, oltre i titoli di coda dell'ultimo episodio che vi consigliamo di non saltare per non perdere la scena post credit presente al termine.

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Great Pretender e la cultura pop

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Great Pretender: una scena della serie anime

Se non possiamo rivelarvi di più sulla trama per non rovinarvi la visione, possiamo, invece, parlarvi delle tante influenze pop che permeano la seconda stagione così come l'intera serie. Durante la visione di Great Prender si rimane più volte stupiti nel sentir nominare o alludere a diversi prodotti e nomi celebri al mondo di oggi. Da Breaking Bad ai Dream Theather, fino ad arrivare al successo e alla diffusione sempre maggiore delle saghe cinematografiche, la serie ha sempre avuto un occhio di riguardo per il presente, affermandosi come storia contemporanea e tentando di radicarsi il più possibile nella cultura pop. In questa stagione 2, che presenta un singolo e conclusivo caso, questo aspetto viene percepito forse un po' meno, ma rimane comunque elemento presente ed efficace, utile ad ancorare la storia ai giorni nostri.

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Great Pretender: un'immagine promozionale

Se entrambe le stagioni affondano le mani nell'iconografia pop, non si può dire lo stesso per la musica più particolare e ricercata: il jazz funge da elemento cardine di una colonna sonora che spazia dallo strumentale alle ballad con disinvoltura e coerenza, contribuendo all'aria di forte internazionalità che contraddistingue questo prodotto. Parlando delle musiche non possiamo non citare ed apprezzare enormemente gli splendidi e ironici titoli di coda che, anche in questa seconda stagione, concludono ogni puntata con la splendida voce di Freddie Mercury che intona The Great Pretender, una delle sue canzoni più celebri e amate.

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Un design moderno e accattivante

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Great Pretender: i protagonisti dell'anime

Un altro pregio di questa serie è di sicuro il design colorato e moderno che la rappresenta. Se nella prima stagione avevamo potuto apprezzare le meravigliose location e gli incredibili fondali presenti nelle varie puntate (ottimo e ben misurato connubio tra CGI e animazione tradizionale), in questa seconda parte di episodi continuiamo a rimanere piacevolmente colpiti dallo stile moderno e riconoscibile, un esplosione di colori, saturi fino all'estremo, che ben esprimono la follia e vivacità dei protagonisti. Anche se la qualità delle animazioni non risulta sempre costante, Great Pretender è, e rimane, un'esperienza visiva unica e molto interessante. Inutile negarlo, ad Edamura, Laurent e gli altri folli truffatori della banda ci siamo affezionati più del previsto e, anche se queste ultime puntate hanno lo scopo di fornire le tessere del puzzle mancanti, non possiamo non sentire quella sensazione di vuoto e di smarrimento una volta giunti al termine di questa storia. Nonostante la scena post credit si rivolga ad un possibile futuro, questa sembra destinata ad essere in tutto e per tutto la giusta conclusione di una serie che ha stupito e appassionato noi come tanti altri appassionati del genere, un prodotto che probabilmente rimarrà uno dei migliori anime disponibili su Netflix, da vedere e rivedere e apprezzare più e più volte.

Conclusioni

In questa recensione di Great Pretender 2 abbiamo deciso di presentare un bilancio dell’intera serie, concentrandoci in particolare sugli ultimi e conclusivi episodi. La seconda stagione, come la precedente, ha un design estremamente accattivante e moderno che rivela l’incredibile anima pop di questo anime che grazie a musica, immagini e citazioni cerca di rappresentare qualcosa di moderno e di qualità. Anche se le animazioni non hanno una qualità costante la seconda stagione di Great Pretender risulta un’ottima e degna conclusione di una serie che è tra le migliori disponibili su Netflix.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Il design accattivante, colorato ed estremamente moderno.
  • Le citazioni presenti nella serie la ancorano al presente a alla cultura pop.
  • La storia che offre un degno epilogo alla serie.

Cosa non va

  • Le animazioni non sono sempre costanti nella qualità.