Goyo, la recensione del film Netflix: essere o non essere

Disponibile su Netflix come original, Goyo vede l'omonimo protagonista, affetto dalla sindrome di Asperger, innamorarsi di una donna più grande in un tardivo percorso di formazione sentimentale.

I protagonisti in un'immagine del film Goyo

Gregorio Villanueva, per tutti semplicemente Goyo, è un uomo affetto dalla sindrome di Asperger, una forma lieve di spettro autistico che porta a comportamenti inusuali e a difficoltà di socializzazione. Esperto in storia dell'arte e con un incredibile talento per la pittura, lavora come guida al Museo Nazionale delle Belle Arti di Buenos Aires. Goyo ha due fratelli apparentemente agli antipodi: Matute è un cuoco che lo spinge a vivere il più possibile come una persona normale, mentre la sorella Saula - affermata pianista concertista - è più rigida nel garantirgli libertà potenzialmente pericolose per lui e per gli altri.

Goyo Nicolas Furtado
Nicolás Furtado è Goyo

Il mondo di Goyo viene sconvolto da un giorno all'altro quando nella sua vita entra Eva Montero, nuova dipendente del museo come dove lui presta servizio. Eva è una donna di diversi anni più grande, con una complessa situazione familiare alle spalle che la vede madre di due ragazzi - uno adolescente, l'altro ancora bambino - nonché separata da un marito violento. L'incontro/scontro tra Goyo ed Eva darà il via a dinamiche inaspettate.

Il mio nome è Goyo

Goyo Nancy  Duplaa
Nancy Dupláa veste i panni dell'interesse romantico del protagonista

Un'operazione ammirevole nella sua ricerca di tratteggiare in maniera verosimile la vita di una persona che soffre di Asperger, ma allo stesso tempo pagante il dazio di una retorica non sempre credibile, con diversi risvolti narrativi che appaiono più forzati del previsto proprio nella loro anima melodrammatica. Goyo è un film che avrebbe beneficiato di una maggior leggerezza, con la commedia invece qui troppo sacrificata agli altari del condivisibile messaggio. Il titolo non è casuale in quanto il protagonista ha un nome che richiama la storia dell'arte ed è un pittore amatoriale dalle doti straordinarie, capace di replicare opere famose o creare dipinti ex-novo con un'inaspettata semplicità, ennesimo tratto distintivo di una personalità complessa e ricca di sfumature. Basti pensare che all'inizio il colpo di fulmine vede il protagonista immaginare Eva come uscita da un quadro di Van Gogh.

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Lacrime e risate

Goyo Nancy Duplaa Nicolas Furtado
Goyo: Nancy Dupláa, Nicolás Furtado in una foto

Come in ogni commedia drammatica che si rispetti, la sceneggiatura offre un buon numero di situazioni equivoche e potenzialmente compromettenti. Ma la verve romantica soffre di un'eccessiva schematizzazione, scadendo in alcuni luoghi comuni che negano la completa verosimiglianza a un impianto narrativo più premuroso di apparire che di sentire. L'inclusione delle differenze e l'esaltazione delle diversità sono una costante nel cinema del regista Marcos Carnevale, incapace però in quest'occasione di variare eccessivamente le coordinate base di un racconto tutto basato sulla propria premessa, senza effettivi colpi di scena o situazioni realisticamente scomodi a sconvolgere quel legame in divenire, che vede unirsi due diverse solitudini in un abbraccio catartico ma non privo di complicazioni.

Volti e cuore

Goyo Soledad Villamil
Goyo: Soledad Villamil in una scena

In un cast che vede un'attrice del calibro di Cecilia Roth nelle vesti della distante madre ritrovata, Nicolás Furtado offre un'interpretazione a tratti convincente e altrove meno: cerca di catturare la sensibilità di Goyo ma risulta più lucido e centrato nei passaggi maggiormente "incasinati" e altrove appare invece schiavo di un personaggio certamente non facile da gestire. Più in palla Nancy Dupláa, che interpreta Eva con una combinazione di vulnerabilità e forza, portando lo spettatore a identificarsi con la sua situazione, per quanto anch'essa foriera di stereotipi. Prossimo ai quarant'anni, il protagonista d'altronde si ritrova a vivere una sorta di tardiva adolescenza, con tanto di mito della MILF incarnato da quella presenza che comincia a scombussolare la sua monotona quotidianità. Il percorso di formazione si tinge così di note inedite, ma allo stesso tempo avrebbe giovato di una maggior verve comica per evitare di restare imbrigliato nelle maglie della ridondanza.

Conclusioni

Chi è Goyo? Un ragazzo poco più che trentenne con un grande talento per la pittura, con elevate conoscenze culturali ma con molti problemi nell'interagire con gli altri, in particolare con le donne: Goyo infatti è affetto dalla sindrome di Asperger, una condizione lo porta a vivere in un mondo tutto suo. L'incontro con una nuova collega, di diversi anni più grande di lui, al museo dove lavora, cambierà la sua esistenza con esiti inaspettati. Una commedia drammatica ricca di spunti e potenzialità, purtroppo non pienamente espressi per via di una sceneggiatura che avrebbe necessitato di una maggior snellezza. La retorica invece prende spesso il sopravvento e la verve leggera va in secondo piano rispetto alla centralità del messaggio, sacrificandone di fatto anche la verosimiglianza.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Una tematica difficile affrontata con una certa sensibilità.
  • Cecilia Roth in un gustoso ruolo secondario.

Cosa non va

  • L'operazione si fa a tratti eccessivamente retorica.
  • Le dinamiche chiave del racconto soffrono di una certa inverosimiglianza.