I super robot creati dal geniale Gô Nagai hanno appassionato intere generazioni in tutto il mondo, dando vita a un prolifico genere televisivo e cinematografico. In occasione dell'evento speciale con l'arrivo sul grande schermo delle versioni originali degli speciali dedicati ai giganti d'acciaio (Le Notti dei Super Robot - Parte I e Le Notti dei Super Robot - Parte II), riscopriamo i protagonisti delle serie che hanno dato vita al mito.
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DA UN INGORGO
Immaginate la scena: bloccati nel traffico, inscatolati nella vostra auto. Lo stress è alle stelle, l'aria deformata dai motori surriscaldati e, all'improvviso, un'idea! Un'immagine magari un po' infantile, ma terribilmente catartica: non sarebbe grandioso se alla vostra auto spuntassero gigantesche gambe metalliche e voi poteste letteralmente calpestare le auto che vi intralciano il cammino, e correre via a bordo di questo potentissimo mezzo? La nascita dei super-robot di Gô Nagai è avvenuta grosso modo così. Il geniale fumettista giapponese, grande estimatore del Tetsujin 28 (Super Robot 28), ha un'intuizione tanto semplice quanto brillante: spostare il pilota del gigantesco automa antropomorfo all'interno, in una cabina di pilotaggio da cui controllare direttamente le mosse del robot.
Nel 1972 vengono così alla luce, quasi contemporaneamente, il fumetto originale di Mazinger Z e la serie animata, che durerà per ben 95 episodi per poi essere sostituita dalle avventure del "fratello maggiore" dello Z: il Great Mazinger. La serie fu un successo strepitoso già al momento della sua prima trasmissione. I fan subissarono Go Nagai e la produzione di apprezzamenti, elogi e richieste, tra cui quella, pressante, di far finalmente volare il Mazinger Z, contro il parere dello stesso Nagai che considerava poco plausibile che un gigante d'acciaio (anzi: di Superlega Z) dal peso di 20 tonnellate potesse librarsi nell'aria come un aereo. Ma alla fine prevalse il fandom, e Nagai dotò il Mazinger di un bel paio di ali. La vicenda è abbastanza emblematica dell'approccio degli autori e dei produttori al "fenomeno" Mazinger: sacrificare realismo e verosimiglianza in favore dello spettacolo per gli spettatori, a fronte di un ritmo di produzione degli episodi elevatissimo. Per cui capitava spesso che il robot avesse accesso a armi o poteri particolari "ad hoc" per la durata di una singola puntata, o che ci fossero discrepanze anche notevoli tra il modo in cui mezzi e personaggi erano disegnati tra un episodio e l'altro, o tra le versioni cartacee e quelle delle serie animate. Ma il pubblico di quaranta anni fa era più ingenuo, e la novità rappresentata dal Mazinger Z decisamente eccitante. Grazie a Go Nagai furono fissati i canoni narrativi di un nuovo genere: storie dove la fusione tra uomo e macchina da combattimento (gigante antropomorfo) diventa perfetta. Il mondo è pronto a dare il benvenuto ai super robot.
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I MAZINGER
La saga di Mazinger inizia nel 1972. Al manga originale, disegnato e scritto da Go Nagai con il consistente supporto di Gosaku Ota, si accompagna una serie televisiva che accompagnerà i giovani spettatori giapponesi dal dicembre del 1972 al 1974 e, con il Great Mazinger, fino all'anno successivo, per un totale di 148 episodi. Protagonista iniziale è il giovane e impetuoso Koji Kabuto, pilota del Mazinger Z, a cui succederà Tetsuya Tsurugi ai comandi del Great Mazinger. Al fianco dei robot protagonisti trova spazio un nutrito gruppo di comprimari, pronti a supportare l'eroe nella sua lotta contro i malvagi invasori. In prima linea c'è la partner femminile del pilota, Sayaka Yumi per Koji e Jun Hono per Tetsuya, alla guida dei robot femminili Aphrodite A, Diana A e Venus A. Presenza continuativa in tutti gli episodi sono anche il teppista Boss, che si farà costruire un robot con la sola funzione di "spalla comica", il Boss Borot; il fratellino di Koji, Shiro Kabuto; gli scienziati che svolgono la doppia funzione di coordinatore scientifico e mentore/guida del protagonista, il professor Gennosuke Yumi, padre di Sayaka, e Kenzo Kabuto, redivivo padre di Koji e Shiro, che nasconde un tremendo segreto dietro il suo volto segnato dalle cicatrici. A minacciare la pace del genere umano (e dei giapponesi in particolare) ci saranno prima lo scienziato pazzo Dottor Hell, coadivuato dall'inquietante Barone Ashura e dal criminale nazista Conte Brocken, e poi -una volta debellato il Dottor Hell- sarà la volta dell'impero sotterraneo di Mycenae, al comando del terrificante Ankoku Daishogun (Gran Generale delle Tenebre).
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I GETTER ROBO
Dopo anni di ricerche, il dottor Saotome scopre come utilizzare una nuova fonte di energia, una sorta di radiazione cosmica da lui definita Raggi Getter. Questi raggi permeano tutto l'universo e sembra che abbiano anche un ruolo rilevante persino nei processi evolutivi di varie forme di vita. Dopo aver costruito un reattore capace di sfruttare quest'energia, Saotome inizia a progettare, nel Centro Ricerche dei Raggi Getter, alle pendici del monte Asama, un robot multifunzione per l'esplorazione spaziale, capace di adattarsi a diversi ambienti e situazioni. Proprio quando il primo prototipo di questo robot è pronto al test finale, l'umanità si trova ad affrontare l'Impero dei Dinosauri: costretti a rifugiarsi nelle profondità della crosta terrestre per sfuggire a un letale bombardamento di Raggi Getter, infatti, i dinosauri sono proliferati nel sottosuolo, evolvendo e trasformandosi in mostri intelligenti e desiderosi di tornare a rivendicare la superficie del pianeta. Rendendosi conto della minaccia rappresentata dai nuovi invasori, Saotome decide di accantonare il progetto di esplorazione spaziale e di convertire il robot per esplorazioni in una macchina da combattimento, alla cui guida verranno selezionati tre straordinari giovani, tutti dotati di eccezionali capacità fisiche e mentali. I tre prescelti sono il giovane karateka Ryoma Nagare, il carismatico e letale Hayato Jin e lo judoka Musashi Tomoe. Saranno questi tre giovani, assieme alla bella e coraggiosa Michiro Saotome, a ergersi contro l'Impero dei Dinosauri grazie all'incredibile potenza del Getter Robo. Creato nel 1974, Getter Robo deve in realtà molto più allo scomparso Ken Ishikawa che a Go Nagai, che pure ha partecipato attivamente alla creazione del concept del nuovo robot e al design del protagonista Ryoma. Tuttavia (in maniera non dissimile da quanto accaduto con Carl Barks e la "stirpe dei paperi") il nome di Ishikawa, nonostante il suo indiscutibile genio creativo e il suo caratteristico stile, è comunque meno noto di quello del più celebre Go Nagai. La particolarità del Getter Robo è nella sua "versatilità": il robot è infatti composto da tre diverse astronavi, e cambia forma (e caratteristiche) a seconda dell'ordine con cui i tre mezzi si agganciano tra loro. Anche in questo caso l'effetto scenico è molto più importante del realismo e la "trasformazione" del robot, per quanto spettacolare, è universalmente nota per la sua assoluta implausibilità. Ciò nonostante, anche in questo caso il successo è straordinario: la serie animata Getter Robo durerà per ben 51 episodi e, come per la staffetta Mazinger Z-Great Mazinger, l'ultimo episodio di Getter Robo vedrà l'esordio della versione più potente del robot, il Getter Robo G. Durante l'ultimo scontro con i dinosauri, infatti, Musashi Tomoe sarà costretto a sacrificarsi pur di distruggere una volta per tutte i nemici. Dopo la sua morte un nuovo nemico sorgerà contro gli umani: il semi-nazista Clan dei 100 Oni (demoni), contro cui Ryoma, Hayato e la new entry Benkei Kuruma combatteranno a bordo del nuovo Getter: il Getter Robo G. La nuova serie, pur non raggiungendo i fasti della precedente, durerà comunque per 39 episodi e contribuirà, ancora, a consolidare ancora di più il successo del genere. Inoltre, Ken Ishikawa proseguirà a arricchire sempre di più l'universo Getter, trasformando la storia in una intricatissima, meravigliosa, e purtroppo incompiuta, space opera di grande fascino.
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GRENDIZER, GATTIGER E... DEVILMAN!
In maniera piuttosto paradossale, il primo super robot a apparire sugli schermi italiani è l'ultimo della "prima generazione" dei Mazinger nagaiani: si tratta del celebre Ufo Robot Grendizer o, se preferite il nome "nostalgico", del Goldrake. Creato da Go Nagai nel 1975, si distacca leggermente dall'epopea dei Mazinger pur conservando la stessa struttura narrativa (il concept di "mostro della settimana") e variando solo di poco il design del robot principale. In questo caso il pilota è l'alieno Duke Fleed trova rifugio sulla Terra dopo che il suo pianeta natio è stato distrutto dalle forze del Re Vega, un tiranno spaziale intenzionato a sottomettere tutti i mondi della galassia. Sotto le mentite spoglie di un garzone di stalla, Duke Fleed (conosciuto con il nome terrestre di Daisuke Umon) vive in pace, tentando di cancellare dalla memoria la tragedia che l'ha colpito. Purtroppo il suo è un desiderio vano: le forze di Vega infatti arrivano sulla Terra e, per impedire che il suo mondo adottivo faccia la stessa fine del pianeta Fleed, Daisuke decide di combattere con il robot usato per la sua fuga: il Grendizer. Per fortuna non sarà solo: a combattere al suo fianco arriverà infatti proprio Koji Kabuto, reduce dalla guerra contro i Mycenei. Grazie al coraggio dell'amico, e all'arrivo di nuovi alleati (tra cui la ritrovata sorella Maria Grace Fleed) e nuovi mezzi da affiancare al Grendizer, Duke Fleed riuscirà a sconfiggere Vega e a fare finalmente ritorno sul suo pianeta per iniziare a ricostruirlo. Poco prima della messa in onda di Ufo Robot Grendizer, Nagai e la casa di produzione Toei avevano creato una sorta di "prototipo" di quello che sarebbe poi diventato Goldrake: Uchuu Enban Daisenso (La grande battaglia dei dischi volanti), un cortometraggio realizzato nel 1975 in cui fa la sua apparizione il robot-disco volante Gattiger, impegnato nella lotta contro l'Impero Yaban. Moltissimi elementi presenti in Uchuu Enban Daisenso furono poi riutilizzati, ampliati, riveduti e corretti, nella serie TV Grendizer, a partire dal nome del protagonista fino all'idea della conformazione del robot, inserito all'interno di un gigantesco disco volante che gli consente di volare nello spazio a velocità superiori a quella della luce. Come outsider della categoria, va assolutamente citato l'uomo-diavolo Devilman. Primigenia creazione di Go Nagai, e ancora oggi considerato una delle sue migliori opere, Devilman nasce nel 1972. Nel fumetto, il giovane Akira Fudo viene messo a parte di uno sconvolgente segreto dal suo migliore amico, Ryo Asuka: la razza umana non è la sola specie dominante del pianeta Terra. Nell'antichità esisteva una stirpe di esseri potentissimi e violenti: i demoni! Ora, dopo millenni in cui avevano fatto perdere le proprie tracce, i demoni stanno per tornare e l'unica speranza di sopravvivenza dell'umanità è che Akira sacrifichi la propria umanità e si fonda con uno di questi mostri assassini, acquisendo così il potere per combatterli. La fusione con il demone guerriero Amon riesce e Akira, da timido e impacciato studente, si trasforma in un implacabile combattente... ma la vera natura dei demoni (e degli umani) sta per essere svelata. Se il fumetto originale prende una piega assolutamente originale e apocalittica, alimentata dal profondo disagio che all'epoca il suo autore nutriva nei confronti della grettezza e della malvagità degli uomini, la serie televisiva si ispira solo piuttosto liberamente al fumetto. Durata 39 episodi e in onda tra il luglio del 1972 e l'aprile del 1973, Devilman si inserisce nel filone dei tokusatsu, ovvero gli show (cinematografici o televisivi che siano) con effetti speciali, modificando radicalmente l'impianto narrativo del fumetto: le origini del personaggio sono completamente diverse, lo sviluppo (effettivamente catastrofico e nichilista) della storia viene accantonato a favore dello scontro settimanale con i vari demoni e così via. Inoltre, se nel manga il protagonista ha un aspetto minaccioso e effettivamente demoniaco, nell'animazione Devilman diventa una sorta di "super-eroe gigante" dall'improbabile color menta piperita e calzoncini con fibbia a tema, sulla falsariga del famosissimo Ultraman, personaggio ancora oggi molto amatato in Giappone. La serie animata raggiunge comunque un discreto successo, offuscato però dall'apparizione sugli schermi televisivi di Mazinger Z.
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