GLOW, la serie Netflix, ritorna con una terza stagione caratterizzata da alti e bassi, stilistici e narrativi, come cercheremo di spiegare nella nostra recensione di Glow 3.
La serie creata da Liz Flahive e Carly Mensch ritorna nel mondo delle Gorgeous Ladies of Wrestling, questa volta impegnate in una serie di performance a Las Vegas.
Doversi allontanare da casa e ritrovarsi in un contesto diverso e limitante e stimolante in egual misura porta tutte le protagoniste a riflettere sulla propria situazione personale e professionale, in alcuni casi compiendo delle scelte inaspettate e che anticipano dei cambiamenti importanti.
A rimanere quasi del tutto immutata è invece la qualità del progetto che propone una serie in grado di valorizzare le proprie interpreti femminili senza scivolare negli stereotipi e tratteggiando un ritratto della società degli anni Ottanta con molti punti in comune con il presente.
Le Gorgeous Ladies vanno a Las Vegas!
La trama di GLOW 3 ricomincia con il trasferimento a Las Vegas e una disastrosa partecipazione televisiva di Liberty Belle e Zoya la Destroya (Betty Gilpin e Alison Brie) che hanno il compito di commentare in modo ironico il lancio dello Space Shuttle Challenger, dovendo però fare i conti con una tragedia nazionale che segna entrambe in modo diverso. La situazione delle wrestler al Fan-Tan, l'albergo in cui alloggiano, è all'insegna di un bivio che le obbliga a decidere in che direzione orientare la propria vita. Debbie, nella nuova veste di produttrice, cerca di tenere alta la testa sul lavoro, gestendo eventuali cambiamenti e possibili aumenti di stipendio, pur convivendo costantemente con il senso di colpa causato dall'essere una madre che non può totalmente dedicarsi a suo figlio, situazione che spesso le suscita dei dubbi e uno sconforto emotivo che l'attrice Betty Gilpin gestisce molto bene, come dimostra una scena ambientata in aereo che la mostra mentre confessa tutta la sua frustrazione a un'assistente di volo comprensiva e il momento in cui perde di vista suo figlio e lascia trasparire tutta la sua ansia. L'interprete di Debbie/Liberty Belle è poi particolarmente convincente nel dare spazio ai vari lati del suo personaggio che comprendono delle insicurezze profonde e al tempo stesso la sua determinazione nel cercare di ottenere un futuro migliore, potere sul lavoro e, perché no, anche l'amore grazie all'incontro con un comprensivo uomo d'affari (Toby Huss). Al suo fianco c'è poi Ruth che, in questa terza stagione di GLOW, sembra non avere le idee su chiare per quanto riguarda i propri sentimenti, essendo impegnata in una relazione a distanza con Russell (Victor Quinaz) e non comprendendo fino in fondo il suo legame con Sam (Marc Maron), mentre il tempo trascorso sul ring la conducono a pensare e sperare di poter ottenere l'occasione di intraprendere una carriera diversa, anche se i provini non sembrano mai andare nel modo giusto.
La situazione del team GLOW
Sheila, la donna lupo (Gayle Rankin), va oltre la propria maschera grazie alla recitazione, campo in cui dimostra di avere un grande talento, e la sua amicizia con Bobby (Kevin Cahoon), una drag queen che prima spera di entrare nel mondo di GLOW e poi aiuta la ragazza in più occasioni, in particolare durante una serata che obbliga le protagoniste a scontrarsi con l'omofobia degli anni Ottanta, nonostante si trovino in una città all'insegna della libertà come Las Vegas.
Rhonda (Kate Nash), dopo il suo matrimonio con il produttore Bash (Chris Lowell), incontra la suocera Birdie (Elizabeth Perkins) e cerca di fugare ogni dubbio riguardante i suoi sentimenti nei confronti del marito, ricevendo in cambio un consiglio e dovendo poi gestire un rapporto in cui non mancano segreti non detti.
Tammé (Kia Stevens) è in difficoltà a causa di alcuni problemi di salute, Arthie (Sunita Mani) e Yolanda (Shakira Barrera) affrontano delle incomprensioni nel loro rapporto, Justine (Britt Baron) cerca di trovare un produttore interessato al suo film, Cherry (Sydelle Noel) può contare sul sostegno di Carmen (Britney Young) e vive una piccola crisi con Keith, Melanie (Jackie Tohn) condivide dei ricordi dolorosi, mentre purtroppo Reggie (Marianna Palka), Stacey (Kimmy Gatewood) e Dawn (Rebekka Johnson) rimangono in secondo piano.
Tra le new entry della stagione ci sono poi Geena Davis nella parte di Sandy Devereaux, responsabile degli spettacoli dell'hotel, e l'attrice Breeda Wool in quella di Denise, una showgirl che ha dovuto allontanarsi dal mondo dello spettacolo dopo essere rimasta incinta.
Netflix: 25 serie TV da vedere
Una serie in grado di cambiare ed evolversi
GLOW riesce a rinnovarsi e a proporre situazioni inedite nella storia dello show modificando l'ambientazione e posizionando nuovi ostacoli sul percorso di ognuna delle protagoniste, nonostante alcuni dei personaggi rimangano sempre in ombra e possano contare solo su alcuni brevi momenti in cui emergere. La serie trova però un buon equilibrio nel continuare a ritrarre con attenzione le dinamiche esistenti nel dietro le quinte di uno show come quello delle Gorgeous Ladies of Wrestling, e in più generale del mondo dello spettacolo, e la vita privata delle wrestler, trovando la giusta dose di momenti drammatici e di passaggi divertenti. Le tematiche portate in scena, dalle difficoltà nel gestire lavoro e figli all'omofobia esistente nella società, appaiono particolarmente rilevanti all'interno del contesto della società contemporanea nonostante l'ambientazione degli eventi alla fine degli anni Ottanta. Purtroppo non tutti i problemi affrontati dalle protagoniste vengono approfonditi senza scivolare in frasi fatte e stereotipi, rendendo più di un tassello della storia non del tutto convincente. La presenza di Geena Davis, ad esempio, è stata inserita nel contesto in modo discontinuo e solo nelle ultime puntate la sua partecipazione alla stagione appare giustificata, pur avendo a disposizione un personaggio che dovrebbe quasi rappresentare un ponte tra il passato e il presente del mondo di Las Vegas e un'interprete brillante. La vera rivelazione tra i debutti nel mondo di GLOW è invece Kevin Cahoon con il suo Bobby, una figura quasi tragica nella profondità con cui si porta in scena un personaggio che convive ogni giorno con la sofferenza, i pregiudizi e la cattiveria altrui. Risulta davvero impossibile non apprezzare il legame che si forma tra l'artista e Sheila, ruolo che Gayle Rankin riesce in ogni momento a rendere emozionante nella sua fragilità e nel suo desiderio di reagire alle difficoltà, prendendo il controllo sulla propria identità e trovando un coraggio che pensava di non avere.
Nuovi inizi per Debbie e Ruth
Al centro della trama di Glow 3, come accaduto nelle precedenti stagioni, restano Debbie e Ruth, dal carattere e dalle reazioni quasi in opposizione. La forza che Betty Gilpin infonde al suo personaggio si manifesta nei piccoli gesti, nelle reazioni misurate e nel modo in cui pennella il ritratto di una donna che lotta per la propria indipendenza contro i limiti imposti della società e soffre perché non si sente una brava madre. Gli sceneggiatori sono stati particolarmente attenti nel costruire l'evoluzione della storia di Debbie e conducendola in modo naturale al decimo episodio, un'originale rivisitazione del Canto di Natale di Dickens, in cui prende in mano le redini della sua vita e getta le basi per il proprio futuro. Alison Brie è altrettanto convincente nel suo approccio ai problemi di Ruth di cui enfatizza i dubbi e le speranze con un'interpretazione sfumata e mai sopra le righe, calibrata sulla personalità della giovane che è in netto contrasto con la sua immagine da "Distruttrice". I minuti finali della terza stagione sembrano poi spingere Ruth in una nuova direzione, facendo quindi sperare in un quasi scontato rinnovo della serie.
Una storia ben costruita
Il team di autori guidati da Liz Flahive e Carly Mensch compie un buon lavoro nel mantenere alta l'attenzione degli spettatori proponendo un intrecciarsi di storie che proseguono i racconti dei singoli personaggi e quella del team di wrestlers, offrendo anche un quadro generale della società in fase di cambiamento degli anni Ottanta. A suscitare un po' di dispiacere è però il modo in cui dei passaggi potenzialmente interessanti come le conseguenze della seconda Guerra Mondiale sulla famiglia di un membro delle Gorgeous Ladies of Wrestling o la riflessione sulla volontà di diventare madre non siano stati sviluppati a dovere. Per fortuna la qualità del progetto, davvero ricco di spunti, fa passare in secondo piano i punti deboli permettendo di concentrare l'attenzione su degli innegabili pregi della narrazione. Il rapporto tra Justine e Sam è una delle sorprese in positivo di questa stagione e risolleva le sorti di un personaggio maschile che rischiava in questi dieci episodi di restare impigliato in un potenziale triangolo sentimentale non particolarmente ispirato. L'evolversi del tentativo della giovane di realizzare il suo film permette invece di apprezzare come padre e figlia siano in grado di smussare gli angoli del loro rapporto per dare spazio, a modo proprio, a un affetto sincero e incondizionato.
I personaggi che conquistano però realmente il cuore degli spettatori in queste dieci puntate sono Sheila e Bobby, due elementi davvero preziosi in un contesto così affollato, con le loro personalità intense e la capacità di comprendersi e darsi forza a vicenda; al termine della stagione diventa davvero difficile non aver apprezzato la loro sensibilità e delicatezza nel gestire problemi e ferite interiori.
Una serie in grado di sorprendere
L'originalità di GLOW 3 si conferma poi in particolare in due episodi che permettono all'intero cast di divertire e divertirsi, ricordando il motivo per cui la serie rappresenta quasi un caso atipico nel panorama televisivo contemporaneo grazie al suo cast quasi totalmente al femminile e delle opportunità rare di dimostrare il proprio talento come attrici uscendo dagli schemi di quanto già proposto in tv. Impossibile non lasciarsi conquistare dal trascinante Freaky Tuesday, il quinto episodio della terza stagione della serie Netflix, in cui le star del wrestling cambiano tutte le carte in tavola per aiutare Tammé e si scambiano ruoli, fanno debuttare personaggi inediti sul ring, sorprendono e mandano totalmente in tilt chi sperava in uno spettacolo senza alcun tipo di sorpresa. Dall'imitazione di Liza Minnelli all'entrata in scena di Ruth in versione eroina americana, lo scontro sul ring e le interazioni in sala sono un susseguirsi di situazioni divertenti che donano molta libertà alle attrici protagoniste della serie. Il secondo episodio davvero riuscito è il season finale in cui l'epilogo, quasi una resa dei conti per tutte le protagoniste che devono decidere quale direzione prendere nella vita, è preceduto da una rappresentazione natalizia irriverente e in cui nel dietro le quinte si prendono decisioni davvero importanti per il destino dello spettacolo e dei singoli personaggi.
A livello tecnico è poi davvero lodevole la scena in cui Ruth si strucca mentre intorno a lei il tempo scorre veloce: un espediente davvero unico per sottolineare come la protagonista si senta un po' prigioniera di una situazione che le sta iniziando a diventare stretta, soffrendone la ripetitività e la mancanza di cambiamenti, e dall'altro permette agli autori di compiere un notevole salto temporale per proseguire la storia dopo alcuni mesi. Mostrare i festeggiamenti dopo la cinquantesima serata trascorsa a Las Vegas e l'indifferenza imperante molti giorni dopo rende chiaro come quella che sembrava un'opportunità unica si sia trasformata in una routine poco stimolante che in certi casi è diventata quasi una gabbia da cui sembra impossibile uscire.
Conclusioni
Come spiegato nella nostra recensione di GLOW 3, la serie Netflix non sembra aver subito battute di arresto e continua a rappresentare una visione ben sviluppata per regalare ai suoi spettatori un divertimento impegnato che non cerca mai vie facili per suscitare le risate e non si tira indietro nel dare spazio a situazioni più drammatiche e complesse. La serie non risparmia sicuramente nell'inserire nella trama buoni sentimenti, ma nulla appare stucchevole ed edulcorato grazie alla sincerità delle interpretazioni e situazioni realistiche in cui è facile immedesimarsi. Gli sceneggiatori continuano inoltre a non porre filtri sulla rappresentazione dell'amore e sul diverso comportamento riservato alle donne in carriera, rendendo l'insieme davvero attuale e rilevante.
Non tutti gli episodi soddisfano pienamente, tuttavia al termine della visione è davvero quasi impossibile non sperare in una continuazione della storia e non sentirsi vicini a queste splendide Signore del Wrestling che formano una famiglia, a tratti molto disfunzionale, all'insegna dell'affetto e del rispetto.
Perché ci piace
- La capacità di rappresentare il mondo femminile evitando il più possibile gli stereotipi è rimasta intatta.
- Le interpretazioni delle attrici, in particolare in questi episodi di Gayle Rankin, è di alto livello.
- La serie è riuscita a rinnovarsi proponendo un'evoluzione della storia non forzata e convincente.
- Le tematiche affrontate risultano ancora attuali e rilevanti.
Cosa non va
- Non tutti i personaggi hanno uno spazio adeguato.
- Le puntate non sono tutte allo stesso livello per quanto riguarda la narrazione e la regia.
- La storia si è interrotta con un cliffhanger che, in caso di non rinnovo, lascerà i fan insoddisfatti.