Gli ultimi non saranno i primi
Sarà anche impresso nella mente di molti, complici le lezioni di catechismo, ma stavolta il motto biblico "gli ultimi saranno i primi" si è trovato di fronte un ostacolo troppo grande: il film di Luca Biglione. Ovvero un prodotto facilmente inseribile nella fortunata collana di commedie giovanili dedicate al mondo della scuola, che nel grazioso Notte prima degli esami di Fausto Brizzi ha trovato una sorta di film capo genere. Se già nel sequel, Notte prima degli esami - oggi, il logorio di questo improvvisato filone si faceva pesantemente notare, con l'operina esile esile di Biglione possiamo dire di essere già arrivati alla frutta. Gli adolescenti che il regista mette in scena non brillano certo nello studio, ma almeno in una materia possono tranquillamente dire di essere preparati. Ed è una materia d'esame sempre più gettonata, stando agli attuali programmi del cinema commerciale italiano: la discografia di Antonello Venditti.
Sì, per quanto riguarda l'esame di Venditti anche questi Ultimi della classe finiscono per essere promossi a pieni voti. Dopo Notte prima degli esami, dopo Questa notte è ancora nostra, ci si limita infatti a cambiare canzone e protagonista. Da un lato quel tocco furbetto, che da una produzione di tal fatta ci si aspetta comunque, si manifesta qui con l'inserimento nella colonna sonora di un evergreen dell'Antonello nazionale, Sotto il segno dei pesci. Vi è però da registrare, a livello casting, una sorta di staffetta che non dispiace del tutto. Il protagonista gettato in pasto, come accade frequentemente in tali pellicole, alla boria di professori dal piglio ottocentesco e agli atteggiamenti superficiali delle coetanee, ha stavolta il volto (quasi) umano di Andrea De Rosa. Non più Nicolas Vaporidis, quindi, presenza ormai inflazionata della commedia giovanile italiana, ma un altro ragazzo di belle speranze uscito fuori dalla nidiata di Notte prima degli esami, apparentemente inesauribile. Un cambio vantaggioso, considerando che Andrea De Rosa conferma, rispetto al collega, di possedere una verve più genuina e un'espressione non altrettanto monolitica. Il personaggio da lui interpretato è Michele, studente delle superiori ossessionato dall'idea di sembrare più "figo" di quanto non sia in realtà, attorniato da compagni che condividono nella maggior parte dei casi rapporti precari con famiglie scombinate e storielline sentimentali sull'orlo del precipizio.
Ecco, al di là dello stile televisivo da fiction di seconda serata, al di là della recitazione puramente fisica di molte delle interpreti femminili, è il taglio superficiale conferito alla sceneggiatura che toglie mordente sin dall'inizio ad un film patinato, che per lunghi tratti non risulta nemmeno così divertente. Lo script, in certi momenti, sembra fare addirittura da ponte tra le commedie pecorecce degli anni '70 (con la stellina della televisione Sara Tommasi, qui nei panni di supplente molto sexy, che si esibisce attingendo a un repertorio di calendari e striptease) e le evoluzioni più triviali del teen movie americano. Quest'ultima impressione è suffragata dall'ottica piuttosto squallida con cui sono inquadrati gli adolescenti, sempre pronti a far uso di telefonini e siti internet nel modo più idiota. Significativo, a tal proposito, che la volontà di riscatto di Michele ruoti intorno alla gestione di un blog, dove tener celata (ma fino a che punto?) la propria condizione di sfigato. Di fronte alla povertà delle situazioni, intorno alle quali giostra questa pellicola nata sotto il segno dei pesci, viene naturale guardare con un po' di nostalgia a certi prodotti televisivi di una volta, non ultimo (della classe) un telefilm ormai cult come I ragazzi della terza C.