La corsa ai premi cinematografici attoriali è sempre particolarmente glamourous e avvincente: gli interpreti sono, per forza di cose, l'elemento di maggiore attrattiva per il pubblico, ed è difficile anche per chi resta scettico sull'effettivo interesse della awards race non palpitare per i propri eroi. E questa è senz'altro una stagione di palpitazioni per i fan della splendida Kate Winslet, che proviene da una stagione straordinaria - ma dovremmo dire da una carriera straordinaria, e questo a soli trentatre anni - in cui ha centrato due ruoli diversi ma egualmente memorabili in Revolutionary Road di Sam Mendes (il padre dei suoi figli) e in The Reader di Stephen Daldry.
Delle due pellicole e delle due performance parleremo a tempo debito: quello che c'è da notare è che i due film non hanno ricevuto particolari attenzioni durante la stagione attualmente in corso, almeno in termini di allori. Ma non per questo a Kate è toccata altrettanta oscurità, e questo nonostante la confusione indotta dalla Weinstein Company che ha deciso di promuoverla come non protagonista per The Reader nonostante il suo ruolo sia centrale per non creare interferenze con Revolutionary Road, per poi cercare più volte di cambiare le carte in tavola per avere migliori possibilità per il premio (al momento Kate appare leggermente più forte nella gara per l'Oscar da protagonista, ma c'è da dire che dopo questi Globes è forte in entrambe le categorie). La HFPA, che per altro ha un debole per Stephen Daldry, non ha esitato a tributarle il doppio premio, una cosa non certo frequente (due Globi erano toccati a Helen Mirren due anni fa, ma uno era televisivo), e facendo della talentuosa Kate una delle protagoniste assolute della serata. Una doppia vittoria agli Oscar? Un sogno troppo bello per essere concepibile, con il rischio che lo split vote, se arriva, come sembra probabile, la doppia nomination, la danneggi in entrambe le categorie.
Una standing ovation toccherà, crediamo, a un altro attore dai trascorsi drammatici. Ma Mickey Rourke - sebbene trasfigurato, sebbene segnato, sebbene diverso - sarà al Kodak Theatre per riceverla. A dire la verità la gara per l'Oscar come migliore attore protagonista appare ancora aperta - saranno le Guild, e in particolare il SAG, a fare ulteriore chiarezza - ma in qualche modo è difficile pensare che Sean Penn, che un Oscar l'ha già vinto, o Frank Langella, protagonista di un buon film ma nei panni di un personaggio pubblico non esattamente amabile, Richard Nixon,
possano strappare a Rourke il premio per l'interpretazione di The Wrestler, in un ruolo che gli assomiglia e che ha commosso tutti. Un trionfo per Mickey sembra la cosa giusta, e a volte le cose giuste accadono, anche in awards season.Ci resta da accennare ai Globes per gli interpreti di "musical o commedie", per lo più, vista la prevalenza dei film drammatici, accessori nell'ottica della corsa agli Academy Awards: se Sally Hawkins può considerare le sue chance per una nomination all'Oscar consolidate dalla vittoria del Golden Globe, probabilmente è di quest'ultima che dovrà accontentarsi Colin Farrell, autore pure di una performance estremamente gustosa in In Bruges - La coscienza dell'assassino. Ma c'è ancora tutto il tempo per le sorprese.